Quarantacinque minuti di penombra e poi il buio. Per poter analizzare Modena-Cagliari 2-0 (qui la cronaca della sfida di Serie B) occorre fare una doverosa premessa: in una gara molto brutta, da parte di entrambe le formazioni, ha senso prendere in considerazione l’andamento del match fino al rosso di Marko Rog sul tramonto del primo tempo. Il resto della partita è stato qualcosa di lontano dal calcio per logiche di gestione, emergenze e per nervi saltati su una decisione arbitrale discutibile, eufemismo, che è già stata etichettata come errore dallo stesso designatore Rocchi (qui la news).
Mal di trasferta
Fatta questa doverosa premessa, va detto che anche in parità numerica il Cagliari di Claudio Ranieri a Modena sia stato una copia molto sbiadita della squadra vista alla Unipol Domus negli ultimi turni. Con il mal di trasferta lontano dalla Sardegna, già diagnosticato in quel di Cittadella, che al momento rischia di essere il problema più grande per questa rosa a livello di step mentale e soprattutto l’ostacolo più difficile da superare per sperare davvero in un ritorno in Serie A immediato già da questa stagione. Il Cagliari fuori casa ha un rendimento da zona retrocessione (8 punti raccolti in tutto il campionato), peggio fa solo il Cosenza (6) che ha però una gara in meno. E dire che in Emilia il Cagliari è stato spinto da oltre 800 tifosi, un numero che in tempo di crisi per la continuità territoriale e prezzi aerei alle stelle sa di incredibile. Lontano da Cagliari questa formazione gioca un altro calcio, crea molto meno a livello di occasioni e soprattutto concede per errori o disattenzioni troppo agli avversari.
Modulo e attacco
La domanda da porsi guardando ai 0 tiri in porta, anche in parità numerica il Cagliari non ha costruito praticamente niente se non un tocco in mischia di Rog che Gagno ha respinto nella prima frazione, è se questa rosa, in evidente emergenza tra centrocampo e attacco, potesse permettersi un nuovo 3-5-2 fin dall’inizio anche a Modena. A Ranieri va dato il merito di aver rimesso alcune certezze in campo, come il doppio centravanti e una difesa finalmente solida in linea di massima. Ma senza Pavoletti e con tanti centrocampisti indisponibili (Nandez, Deiola, Viola) più alcuni a mezzo servizio, come Rog e Mancosu, ha ancora senso accanirsi su un sistema di gioco che sembra valorizzare meno alcuni profili, Luvumbo su tutti, e che rifornisce in maniera evidente meno Lapadula in area di rigore? Il tecnico romano ha l’esperienza e l’acume tattico per trovare un risposta a questi dubbi. Con Ranieri che sarà chiamato anche a fare da pompiere dopo una sconfitta, la prima per lui sulla panchina rossoblù, che nella piazza ha spento un po’ di entusiasmo recente e ha fatto riemergere alcuni antichi dissapori. Non è un caso che nel dopo gara di Modena l’allenatore abbia subito fatto da scudo sui suoi giocatori, – “Sono contento della prestazione, i ragazzi hanno dato tutto quello che avevano” le sue parole nella pancia del Braglia – anche per evitare che la costruzione di una nuova fiducia e di una nuova mentalità all’interno dello spogliatoio sia minata da un primo passo falso. E d’altronde lo stesso tecnico romano il giorno della sua presentazione aveva ammonito sugli eccesivi isterismi ai primi momenti negativi: “Non pensiamo che arrivato Ranieri non ci saranno più difficoltà. – disse a inizio gennaio l’ex Leicester – Vorrei che l’ambiente nei momenti no, che ci saranno, continui a soffiarci dietro. Stateci sempre accanto”. E forse far rialzare il Cagliari dalle sue continue cadute recenti è un po’ la sfida più importante per Ranieri per continuare a stare in zona playoff in Serie B.
Roberto Pinna