Le parole di Nicola Riva, primogenito di Gigi, a conclusione della settimana di eventi dedicata agli 80 anni di Rombo di Tuono, ai nostri microfoni.
Nicola, la settimana di eventi dedicati agli 80 anni di tuo padre va a chiudersi. Emozioni tanto intense per tutta la città di Cagliari, non oso immaginare per te e per la tua famiglia.
“È stata una settimana bellissima, anche se conoscendo papà direbbe “Meno male che sta chiudendo” (ride, ndr). Scherzi a parte, è stata davvero una bella settimana, speciale, profonda, con tanto sentimento. Le persone che hanno partecipato ai vari eventi l’hanno fatto con cuore: si vedeva che l’hanno fatto perché tenevano a papà e volevano dare il loro contributo. Io non posso che ringraziare loro e tutti quelli che hanno partecipato”.
L’impressione, dal primo all’ultimo evento, era quasi che tutti volessero essere presenti per ricordare Gigi da vivo: sappiamo che non è più tra noi fisicamente, però lo sentiamo ancora davvero in mezzo a noi.
“Se devo dire la verità, in questa settimana specialmente, è come se lui ci fosse. Ma da quando se n’è andato apro i social e vedo una foto sua, un ricordo, un qualcosa di com’era prima. Non è cambiato niente. È vero, anche a teatro, la scena dell’attesa del “Lui sta tornando” è stata tanto forte per noi familiari però era bella, profonda. Ha rappresentato in pieno quello che tanti percepiscono, ovvero come se lui ci fosse ancora”.
Per Piero Marras tuo padre era un fratello ed era l’eroe, il condottiero che quest’isola forse non ha più. Per Alessandro Bonan è stato il simbolo della libertà. Per tanti altri è stato uno di famiglia: forse ritrovarci tutti insieme durante questa settimana ha riunito un po’ tutte le varie anime.
“È stato sentirci di nuovo uniti come lo siamo stati, come popolo, appunto ai tempi del grande Cagliari. Ed era una cosa alla quale papà teneva in modo particolare. Ovvero che la Sardegna fosse un tutt’uno. Il fatto che la Sardegna percepisca come questa figura come di tutti fa sì che ci si senta sempre più uniti come popolo”.
Senza nulla togliere agli altri eventi, forse quello con i tanti bambini delle Scuola calcio intitolata a tuo padre e delle Academy del Cagliari, con Gigi Buffon e Marco Cattaneo sul palco, è stato forse il più particolare. Con tanti bambini entusiasti ed emozionati, anche se per motivi anagrafici non avrebbero mai potuto conoscere Gigi Riva calciatore. Eppure nonostante tutto il ricordo e il sentimento era genuino, quasi come se chi era tuo padre fosse una di quelle cose che tutti devono sapere, un po’ come le tabelline o le preghiere.
“Sapere chi era Gigi Riva però è una cosa naturale, a nessun bambino viene imposto di conoscere la sua storia. Però ai bambini piacciono i racconti, soprattutto le belle storie. E questa penso sia una bella storia, anche perché mio padre è stato un bambino abbastanza sfortunato che ha continuato a inseguire il suo sogno e alla fine l’ha raggiunto. Quindi è bello che i genitori e nonni raccontino ai bambini questa storia del calcio, dello scudetto, della leggenda di Gigi Riva. Oggi poi è una giornata particolare perché è la prima volta che un qualcosa di mio padre, come diversi suoi cimeli, siano esposti pubblicamente. Quindi anch’io oggi mi sento un po’ emozionato perché come tutti sanno, a papà non piaceva riguardare i premi vinti figuriamoci farli vedere ad altri. Ma sono contento che si possa apprezzare qualcosa della della sua carriera calcistica, qualcosa che per noi ha un significato molto importante”.
Francesco Aresu