All’Olimpico di Roma i cori corposi e di chiaro stampo razzista dei tifosi della Lazio all’indirizzo di Bakayoko del Milan, ma nessuna alzata di scudi. Qual è il problema?
Solo poche settimane fa il mondo del calcio (italiano e internazionale) accendeva i fari su Cagliari e la sua squadra di calcio per i controversi episodi inerenti il presunto razzismo del pubblico della Sardegna Arena all’indirizzo dello juventino Moise Kean. Un finale incandescente, in quell’occasione, con lo strascico di polemiche fatte di dibattito feroce nei vari canali tra chi “il razzismo non deve passarla liscia” e quelli che “non facciamo i moralisti, si tratta di uno o pochi imbecilli”. Ci esprimemmo anche noi con l’opinione in merito.
Un fatto complesso, come sempre in questi casi, perché di buu di massa non se ne erano uditi ma non si poteva escludere che qualcuno dalle balaustre avesse provocato la reazione di Kean, visti anche gli identici precedenti del passato nel teatro isolano. Una vicenda deflagrata con lo scontro Giulini-Adani nel salotto di Sky Sport. Moralismo versus condanna feroce, appunto.
Tutto giusto, nel rispetto delle opinioni di tutti e di un sano dibattito. Ma proprio qui sorgono i dubbi, alla luce di quanto avvenuto sugli spalti dell’Olimpico di Roma per mano (anzi, bocca) dei tifosi della Lazio. Cori deprecabili all’indirizzo del milanista Bakayoko, al quale non vogliamo dare ulteriore “spazio visivo” per pudore, anche se purtroppo si fa un favore a certi “personaggi”. La colpa del mediano rossonero? Essersi reso protagonista, con il collega Kessie, di un pessimo gesto di antisportività nei confronti del laziale Acerbi.
Ma dove si sono nascosti gli opinionisti e gli addetti ai lavori che tanto verbo e inchiostro avevano trovato dopo Cagliari-Juventus? Che fine hanno fatto i “vergogna!” espressi nei confronti di quanto successe in Sardegna, nonostante non ci fossero certezze, tanto che gli stessi organi giudicanti non hanno potuto sanzionare con certezza pur riservandosi giorni di valutazioni? Forse nella settimana dell’eliminazione europea dei bianconeri e dello Scudetto “festeggiato” a ruota c’era qualcos’altro di cui parlare. E allora il nuovo, stavolta molto tangibile e più preoccupante, episodio di razzismo è passato completamente sotto silenzio. Colpevolmente e a riprova di come – lo avevamo scritto su queste pagine – in questi casi una vicenda tanto delicata venga limitata al sensazionalismo da tv e al casino di qualche ora o giorno per aizzare le folle da una parte e dall’altra. Senza mai approfondire e voler risolvere per davvero.
Non si tratta di minimizzare, sia chiaro. Ci fosse (e ci sono!) anche solo un idiota sugli spalti di qualsiasi stadio questi andrebbe individuato, isolato e punito, pur sapendo che questo è molto difficile per motivi di opportunità e meramente per ragioni legislative. Un concetto espresso in due tempi dallo stesso presidente del Cagliari a caldo e poi il giorno dopo la gara contro la Juventus. I razzisti vanno debellati con tutte le forze. Si inizi, però, a farlo affrontando in modo serie le singole vicende e non soltanto quando ce ne si accorge o conviene…
Francesco Aresu