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LE PAGELLE | Cagliari: Pereiro e Cerri rivoltano la gara, difesa in ombra

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I nostri giudizi sulla partita vinta dal Cagliari all’ultimo minuto contro il Parma.

Vicario 5: sul vantaggio di Pezzella è sì coperto, ma potrebbe fare qualcosa di più. È soprattutto sul gol di Man però che conferma le difficoltà su quel tipo di diagonali. Passo indietro deciso rispetto all’esordio di San Siro.
Rugani 4,5: sorpreso colpevolmente dal lancio dritto per dritto che porta al gol di Kucka, resta a metà tra attaccare Cornelius e la scalata senza fare nessuna delle due cose. S’improvvisa a tratti terzino crossatore, i risultati spiegano perché non lo sia di ruolo.
Dal 64′ Pereiro 7,5: entra bene, poi piano piano sembra spegnersi finché tira fuori dal cilindro il tipo di gol per il quale è stato acquistato. Sinistro delizioso a giro sul lato lontano che rimette il Cagliari in carreggiata, poi regala a Cerri l’assist dell’incredibile gol vittoria.
Godín 4: come il compagno, più del compagno alla sua destra. Il lancio per Cornelius è leggibile, non sceglie come reagire e così influenza anche la non scelta di Rugani. La sua gara è descritta dal modo in cui Mihaila lo fulmina ogni volta che lo punta.
Carboni 6,5: unico lucido del reparto arretrato, non contento si rende protagonista dell’assist per Pavoletti che riapre la partita. Sempre puntuale sia in chiusura che in uscita, il più giovane dei rossoblù è anche quello con più personalità.
Zappa 5,5: non è un terzino, ma un esterno alto e si vede. Perché è quando spinge e prova ad affondare che dà il meglio di sé. Sul gol di Kucka è vero che dovrebbe essere in una posizione diversa, ma su un lancio di quella gittata può fare davvero poco in copertura.
Dal 59′ Lykogiannis 5: entra in campo e produce alcune cadute consecutive abbastanza difficile da giustificare, su tutte quella in occasione dell’angolo in cui Kurtic spedisce il pallone alle stelle. In più quando chiamato all’azione offensiva non va mai sul fondo giocando sempre palloni all’indietro.
Marin 7,5: anche quando la barca sta per affondare lui prova a tenerla a galla reagendo anche ai suoi stessi errori. Prova anche dalla distanza, ma senza successo finché non riapre la gara con una conclusione secca all’angolino. Faro per tutti i novanta minuti, non molla mai.
Duncan 5: compitino difensivo nel ritorno da perno centrale della mediana. Prova a salire, ma ancora una volta quando lo fa perde un tempo di gioco spesso e volentieri.
Dal 64′ Simeone 5,5: non si vede mai, ma si spende sicuramente visto il tentativo di recupero su Mihaila al 94′, sinonimo della voglia di aiutare la squadra.
Nainggolan 7: con la squadra in possesso ha libertà di spingersi sulla trequarti, a volte largo a sinistra a volte da vero e proprio trequartista. Sotto di due gol tira fuori gli artigli, dando la carica anche se con meno forza rispetto ai tempi migliori. Non molla comunque mai, trascinatore assoluto della personalità dei compagni.
Nández 4,5: è un pesce fuor d’acqua confinato a sinistra, tanto che se fosse il suo ruolo la prestazione sarebbe insufficiente in maniera ampia. Però non manca l’impegno, lui si adatta e fa il massimo e non è certo sua responsabilità se viene limitato nelle caratteristiche migliori. Poi torna a destra, passa terzino, ma è sempre impreciso.
Dall 87′ Cerri 8: la prestazione non è di certo da 8, ma il gol è troppo importante per non valere un voto elevatissimo. Colpo di testa, 4 a 3, ancora lui come contro la Sampdoria, l’ultima volta in cui la squadra esultò in questo modo. Segna poco, ma di certo non fa reti banali.
Joao Pedro 4: non si vede mai, anche se a sua parziale scusante c’è un ruolo di raccordo che lo costringe a lasciare la zona d’attacco. Non è San Siro e non è l’Inter l’avversaria, inspiegabile che giochi così lontano dall’area avversaria lui che è il bomber della squadra. Quando gli arrivano due palloni buoni, uno se lo fa respingere mentre l’altro lo spedisce di testa a lato da buona posizione.
Pavoletti 6: un cross per la sua testa, un gol. Ce la mette tutta, giocando anche abbastanza bene di sponda. Ma ha bisogno di un certo tipo di assistenza, lo si sa da che Pavo è Pavo, eppure i palloni per le sue zuccate arrivano con il contagocce. Mezzo punto in meno per l’altro colpo di testa a lato da ottima posizione.
Semplici 5: per il tecnico toscano non era l’ultima spiaggia (a suo dire) e la squadra messa in campo lo dimostra. Difesa a tre, baricentro basso, paura che traspare anche solo dall’atteggiamento tattico. Di fronte il Parma, vittoria un obbligo, eppure le scelte lasciano a desiderare e non è il senno del poi a dare la sentenza. Nández a sinistra e Joao Pedro lontano dalla porta gridano vendetta, Rugani al cross quasi surreale. Poi finalmente la disperazione lo porta a osare e, caso strano, arriva la vittoria e arrivano i gol. Di cuore e di anima, non di certo di gioco. Che serva d’insegnamento.

Matteo Zizola

 
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