I nostri giudizi sulla partita vinta dal Cagliari per 3-2 contro la Roma alla Sardegna Arena.
Vicario 6: un po’ indeciso con i piedi, non può nulla sui gol. Certifica la sua presenza con un ottimo intervento sopra la traversa su Fazio, mentre più facili sono quelli su Mayoral e Mancini. Godín lo salva sul finale quando un’uscita sarebbe stata doverosa.
Ceppitelli 6,5: bravo a controllare e lasciare poco spazio a Pellegrini quando gravita dalle sue parti, si sacrifica con il passaggio al 4-4-2 come terzino destro. Prestazione solida e senza sbavature.
Godín 5,5: si mette in tasca senza difficoltà Mayoral, ma non può non pagare nella valutazione la scelta sbagliata sul gol di Perez quando esce in ritardo su Pellegrini e soprattutto la distrazione sul gol di Fazio, perso inopinatamente sul corner. Mezzo punto in più per il salvataggio di testa all’ultimo respiro.
Carboni 6: il differente passo di Perez lo mette in difficoltà, tiene botta finché sul gol dello spagnolo resta a metà tra l’uscita e la copertura dello spazio. Si riscatta con una ripresa ricca di attenzione e ottime chiusure, anche da terzino.
Nández 7: inventa il gol del vantaggio con la sua tipica finta di cross e dribbling successivo, in complesso è uno dei più attivi e attenti della truppa. Non molla di un centimetro lungo tutta la gara.
Marin 7,5: non sembrava il solito giocatore delle ultime uscite sontuose, sfavorito da una tattica che ne limitava le incursioni in terra nemica. Con il cambio di disposione della ripresa è lui a salire più di tutti di tono e il gol con missile dai venti metri ne è la logica conseguenza. Aggiunge il corner formato cioccolatino che Joao Pedro deve solo scartare. Ammonito, salterà Napoli quasi come decisione calcolata.
Dall ’83’ Duncan SV: entra bene in partita, anche se deve spendere un giallo dopo aver perso un pallone che chiedeva solo di subirlo, il fallo. Poco male, la vittoria arriva.
Deiola 7: se qualcuno aveva ancora dubbi sul perché Semplici lo ha improvvisamente messo davanti alla difesa da Udine confermandolo oggi, il sangavinese li toglie tutti. Prestazione di abnegazione, sostanza e anche pulita, decisivo anche sul gol di Marin quando è ben piazzato sul rilancio sbagliato di Mancini.
Lykogiannis 6,5: pronti via e mette dentro il pallone che potrebbe indirizzare la partita. Buona l’intesa con Carboni tranne sul gol di Perez quando non copre il compagno e resta un po’ a metà. Nel complesso però è attento e vince il duello con Santon. Esce per crampi dopo 75 minuti che ne riscattano le ultime opache prestazioni.
Dal 75′ Zappa SV: si vede poco, tiene la posizione e cerca di limitare Spinazzola. Missione riuscita.
Joao Pedro 7,5: volontariamente o meno è lui a determinare con un colpo di tacco la rete di Lykogiannis. Colpito duro al quarto d’ora, stringe i denti e quasi inventa il raddoppio con una giocata sontuosa la cui conclusione viene parata da Lopez. Il capolavoro di sacrificio avviene nella ripresa da esterno di centrocampo prima e mezzala poi. Prestazione da capitano vero con il sigillo del gol di testa che mette quasi al sicuro la gara.
Pavoletti 6: dei due terminali offensivi è quello decisamente più presente. Non ha occasioni, ma almeno aiuta la squadra a salire tra falli guadagnati e appoggi ai compagni. Duelli di fisico con i marcantoni giallorossi, centravanti di lotta e di fatica. Non tira mai, ma tiene sempre sull’attenti la difesa avversaria.
Dal 75′ Cerri 6: entra per fare due cose, tenere su la squadra magari guadagnando dei falli e dare una mano in difesa sui calci da fermo. Compie entrambe le richieste egregiamente.
Simeone 5,5: lo si nota soltanto per alcuni falli commessi e per le volte in cui si fa trovare in fuorigioco nel primo tempo, poi nella ripresa è più vivo e riscatta in parte una prestazione altrimenti estremamente opaca. Il sacrificio non manca, ma il Cholito di inizio stagione è ancora lontano.
Dall’83’ Rugani SV: utile per alzare il muro nel 5-4-1 di fine gara.
Semplici 7,5: osa e non poco con la formazione iniziale e il risultato lo premia con un avvio pressante e con un gol arrivato forse fin troppo presto. Piano piano lascia che la Roma prenda campo, la squadra si abbassa come a Udine e alla fine il gol arriva anche perché rispetto ai friulani la qualità di Pellegrini incide. Il capolavoro lo compie però all’intervallo modificando lo schieramento con un 4-4-2 che ridà solidità e certezze oltre a far alzare il livello di tutti i singoli. Chiude prima con il 5-3-2 poi con il 5-4-1 senza che la Roma riesca ad avere occasioni nonostante i brividi della pressione. Terza vittoria di fila, raggiunto il Benevento ora inizia il campionato.
Matteo Zizola