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Carlo Cotroneo, allenatore dell’Ilvamaddalena | Foto Facebook Ilvamaddalena

Cotroneo: “Daremo il massimo da subito, voglio un’Ilvamaddalena protagonista”

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Dopo la cavalcata straordinaria che ha permesso all’Ilvamaddalena di vincere il campionato di Eccellenza e ritrovare la Serie D, a distanza di un anno dalla dolorosa retrocessione per mano dell’Atletico Uri nei playout, è tempo di guardare al futuro per il club isolano. Con le prime settimane di giugno utili per gettare le basi in vista di un campionato 2024/25 dall’alto tasso di difficoltà. Ai nostri microfoni è intervenuto il tecnico dei biancoazzurri Carlo Cotroneo, con l’allenatore romano che ci ha raccontato ambizioni e idee in vista del prossimo campionato.

Mister dopo la splendida cavalcata della scorsa stagione, che vi ha portato alla vittoria del campionato di Eccellenza, lei e l’Ilva andrete avanti insieme. Quali sono state le motivazioni che l’hanno spinta a continuare con il club biancoazzurro?

Io quando ho allenato in carriera non ho mai guardato la categoria, l’importante per me è scegliere un club che abbia le stesse mie ambizioni. Dopo la vittoria del campionato la dirigenza mi ha dimostrato di voler continuare a crescere e puntare in alto. Non voglio dire che l’Ilva punterà alla vittoria del campionato, però io sono uno che ha sempre giocato e allenato per vincere. Ecco nel club biancoazzurro ho trovato la stessa voglia di essere protagonisti. Al di là del risultato che si raggiunge in campo questo è un presupposto molto importante da cui partire”.

Questo è il tempo di gettare le basi in vista della prossima stagione, da chi ripartirà l’Ilvamaddalena e che squadra sarà quella del prossimo anno?

Abbiamo cercato di mantenere una buona ossatura. Ovviamente, come tutte le squadre di calcio, ci sono le categorie di differenza e in questo senso abbiamo fatto delle scelte. Alcuni addi con dei profili che non potevano fare la categoria o altri che per motivi familiari volevano stare più vicini a casa. Terremo 13-14 ragazzi dell’annata precedente, andando a integrare la rosa con dei giovani che riteniamo importanti per la categoria. Nell’ultimo campionato abbiamo dato spazio a Francesco Sias che ha fatto molto bene, aveva bisogno di giocare spesso e questo l’ha portato a essere convocato con la rappresentativa trovando anche il gol. Puntiamo sui nostri ragazzi ma allo stesso tempo dobbiamo incrementare questo numero. A questi si aggiungeranno dei profili importanti per l’ossatura della squadra, ovvero un centrocampista centrale, un attaccante, un difensore e anche un portiere. Ruzittu lo perderemo probabilmente e servirà un sostituto che faccia al nostro caso”.

In queste prime giornate di mercato sono stati accostati nomi importanti per la categoria, come Arboleda e Sartor, quali sono gli obiettivi e le ambizioni in vista della prossima stagione?

La società è rimasta molto scottata dopo la retrocessione di due anni fa, è ancora una ferita aperta. Si cercherà di non ripetere qualche errore che è stato commesso in quella annata. Se ci sarà da prendere un calciatore questa mossa andrà fatta subito, senza aspettare il mercato di riparazione. Serviranno tre o quattro giocatori importanti, poi per il resto la rosa va più che bene. Sono stati accostati nomi importanti perché stiamo cercando giocatori simili, poi però i matrimoni si fanno sempre in due (ride ndr). Anche Sartor lo avevamo messo nel mirino poi però è andato al Cos”.

Guardando alla scorsa stagione la sua Ilvamaddalena ha messo in mostra un bel calcio ma allo stesso tempo ha avuto tanta solidità, qual è l’aspetto o la caratteristica principale della scorsa annata che vorrebbe rivedere nella prossima stagione?

Vorrei rivedere la grande disponibilità che mi hanno dimostrato i ragazzi nella scorsa stagione, la voglia di allenarsi e di fare qualcosa di importante. Io da calciatore sono stato spesso e volentieri capitano e molte volte si sentivano delle lamentele stupide, ecco la scorsa stagione questo non è mai accaduto. Nonostante la giovane età la rosa si è dimostrata molto matura. Questo è un valore importante per un gruppo”.

Nella prossima stagione ci sarà una novità importante, ovvero la diminuzione degli under da schierare obbligatoriamente in campo. Questa nuova regola, secondo lei, come cambierà le dinamiche del campionato e le possibilità di crescita dei giovani?

Io sono stato sempre contrario all’obbligatorietà nello schierare un determinato numero di giovani in campo, questo è molto riduttivo nei loro confronti. Noi facciamo giocare dei giovani per due o tre anni nella categoria e poi sono in pochi quelli che realmente vengono tenuti in considerazione anche in futuro. Parlo così per la mia esperienza personale, a 17 giocavo in C e a quei tempi era molto alto il livello della Lega Pro. Si giocava perché si meritava il posto. C’è anche un altro fattore importante, ovvero che le società hanno paura di retrocedere o raggiungere l’obiettivo, in quei casi servirebbe maggiore coraggio. Quando giocavo alla Lodigiani eravamo un gruppo di soli giovani, con 3 o 4 giocatori esperti. La società stava vicino all’allenatore e c’era unione di intenti sotto questo aspetto. Chiaro è che se vengono fatte pressioni e non si ha pazienza nella crescita dei giovani, logicamente un allenatore in sede di mercato chiede dei giocatori esperti. Il processo per diventare veri giocatori e crescere non passa dalla regola degli under ma dal modo in cui un ragazzo si mette in mostra e si conquista il posto facendo vedere il proprio vero valore. I bravi hanno sempre giocato a calcio, c’è poco da fare”. 

Ancora è presto per capire come sarà il girone della prossima annata, seppure qualche indicazione ci sia già. Che campionato si aspetta?

”Sarà un campionato dove ci saranno una o due campane che lotteranno per la promozione diretta e qualche laziale che potrà dare filo da torcere, come il Monterosi. Per le sarde ci sarà da lottare fin dal primo minuto perché sarà importante togliersi fin da subito da situazioni che possono diventare pericolose. A parte il Cos che è una squadra importante con una rosa ricca di calciatori forti, o l’Olbia che dopo la retrocessione vorrà sicuramente ritornare subito in terza serie. Poi il campo, come sempre, darà il suo verdetto. Io sono sempre stato uno che ha giocato tutte le partite fino all’ultimo secondo, una volta finita la partita ho guardato il risultato. Noi dovremo essere bravi a dare il massimo sempre, a remare tutti nella stessa direzione e gara dopo gara provare a essere più bravi degli altri in tutto. Con questo spirito le cose possono diventare più semplici”.

Andrea Olmeo

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