La sconfitta contro il Genoa alla Sardegna Arena scrive la parola fine su una stagione dai due volti per il Cagliari. Le valutazioni dei singoli su quanto accaduto nel campionato 2020-2021 non possono prescindere da questa doppia faccia della medaglia rossoblù. Pochi a salvarsi davvero tra i giocatori agli ordini prima di Di Francesco e poi di Semplici. Di seguito vi proponiamo il nostro pagellone stagionale, con una doverosa premessa. Ogni valutazione considera l’importanza anche dei singoli momenti, come ad esempio quelle di Pereiro e Cerri, il rapporto aspettative e prestazioni sul campo, come ad esempio nel caso di Godín, e non può non tenere conto della stagione nella sua interezza. Non si può infatti dimenticare che il Cagliari era stato costruito per ben altri risultati che un posto appena sopra la zona rossa.
Cragno 7: uno dei pochi a salvarsi anche nel periodo Di Francesco, l’uomo Cragno ha confermato nell’arco di tutta la stagione la sua affidabilità. Ha parato anche il Covid, rientrando come se nulla fosse e mettendo il sigillo sui punti decisivi in Campania tra Napoli e Benevento. Pochi, pochissimi passaggi a vuoto e tanta sicurezza che meriterebbe il ruolo di terzo portiere ai prossimi Europei. (34 presenze, media Centotrentuno 6,34)
Vicario 7: l’esordio alla Scala del Calcio, al secolo San Siro, di fronte ai futuri campioni d’Italia nerazzurri. Sfodera una grande prestazione per poi ripetersi anche a Udine. Qualche difficoltà contro il Parma, ma nel complesso va sottolineata la bravura di un portiere chiamato in causa nel momento più difficile e che è stato capace di rispondere alla grande. Senza dimenticare le tre grandi prestazioni in Coppa Italia.(4 presenze, media Centotrentuno 6,25)
Aresti SV: nemmeno un minuto in campo, ma una presenza costante e fondamentale nel gruppo dei portieri e in tutto lo spogliatoio. Avrebbe forse meritato almeno un assaggio di campo all’ultima giornata, ma chiude senza il premio di consolazione.(0 presenze, media Centotrentuno SV)
Godín 5,5: un finale di stagione in netto crescendo che però non può far dimenticare quella gran parte di campionato nel quale non ha rispettato le attese. Sarebbe dovuto essere la garanzia assoluta del reparto arretrato, la difesa alta prima e quella a tre dopo non lo hanno aiutato così come la positività al Covid. Un campionato di qualche alto e tanti bassi, a pesare anche un ingaggio importante che non ha avuto uguali riscontri sul campo. Un solo gol, anche da questo punto di vista le attese erano maggiori.(28 presenze, media Centotrentuno 5,93)
Ceppitelli 5,5: il passaggio a vuoto di gennaio con l’apice negativo della gara contro il Napoli aveva dato l’impressione di un giocatore ormai ai saluti, ma non appena ripescato da Semplici per il filotto finale ha saputo mettere in campo esperienza e solidità decisive per una difesa spesso colpevole. Pesano gli errori in due gare, ma è stato bravo a sapersi rialzare quando serviva di più.(19 presenze, media Centotrentuno 5,76)
Carboni 7: ogni tanto ci si dimentica che il ragazzo di Tonara è, appunto, un ragazzo. Classe 2001, ma tanta personalità senza la quale sarebbe stato difficile se non impossibile diventare un pilastro dopo mesi di completo anonimato. Di Francesco lo lancia e poi lo mette da parte al primo errore, il Covid fa il resto finché Semplici non decide di ributtarlo nella mischia a San Siro e non rinunciarci più. Il primo tempo di Benevento unico passaggio negativo di un finale di stagione sontuoso.(15 presenze, media Centotrentuno 6,03)
Walukiewicz 6-: Chi l’ha visto potrebbe creare una puntata ad hoc sul giovane polacco che è sparito dai radar ed è l’unico difensore a non aver raccolto nemmeno un minuto con l’arrivo di Semplici. A condannarlo l’errore contro l’Atalanta che lo mette in fondo alle gerarchie già con Di Francesco, il resto forse è frutto di una giovane età che nel suo caso non fa rima con personalità. Peccato, perché al netto di qualche errore non aveva demeritato, anzi, guadagnandosi anche la nazionale polacca persa poi quando gli Europei sembravano ormai cosa fatta.(19 presenze, media Centotrentuno 5,74)
Klavan 4,5: in silenzio, senza nessuna polemica, quando chiamato in causa ha provato a mettere la propria esperienza al servizio della causa. Difficilmente però visiterà La Spezia, sono infatti i bianconeri della città ligure il suo incubo sia all’andata che al ritorno tra rigore del pareggio oltre il 90′ e l’errore che spiana la strada ai bianconeri al Picco. Ci si aspettava di più da un ex Liverpool arrivato comunque probabilmente ai saluti in maglia rossoblù.(14 presenze, media Centotrentuno 5,45)
Rugani 6: il suo gol contro il Bologna verrà ricordato come uno di quelli decisivi per la salvezza. Arrivato a gennaio tra la perplessità generale quando tutti si aspettavano un regista, in silenzio è riuscito a trovare subito il suo spazio finché gli errori contro il Parma lo hanno visto lasciare il passo a Ceppitelli. Sicuramente più importante di quanto atteso e sperato, la rete un macigno che gli fa guadagnare la sufficienza.(16 presenze, media Centotrentuno 5,71)
Pisacane 5: poche, pochissime presenze prima di lasciare la Sardegna in direzione Lecce a gennaio. Sia a Torino contro la Juventus che a Firenze contro la Fiorentina sbaglia partita, per il resto del tempo è più figura nello spogliatoio che giocatore di campo. Contasse solo il primo aspetto sarebbe da premiare per dedizione e assenza di qualsivoglia polemica, ma la gara d’addio ricca di disattenzioni a Firenze è il riassunto della sua difficile stagione.(5 presenze, media Centotrentuno 5,00)
Zappa 5,5: inizio con il botto per il giovane scuola Inter, l’asse con Nández che prometteva scintille. Poi il calo con i tanti errori difensivi e l’efficacia offensiva piano piano sparita. Cresce nel finale, il futuro è dalla sua parte ma servirà ancora tanto lavoro per poter dimostrare di essere affidabile in entrambe le fasi. Soprattutto mentalmente deve fare ancora un passo, ma le ultime prestazioni della stagione sembrano andare nella giusta direzione.(34 presenze, media Centotrentuno 5,63)
Lykogiannis 6,5: l’inverno drammatico della squadra ha visto il greco al centro dell’attenzione. Eppure, mettendo da parte quelle settimane buie e guardando all’intera stagione, restano quattro – quattro – gol salvezza con le reti contro Roma e soprattutto Benevento a suggellare la rincorsa. Spesso sul banco degli imputati, è probabilmente il giocatore che è cresciuto maggiormente con la cura Semplici. I margini di miglioramento sono ancora tanti, ma la parte finale del campionato è stata un totale riscatto.(31 presenze, media Centotrentuno 5,73)
Tripaldelli 5,5: giovane e sicuramente ancora acerbo per la Serie A, non è stato nemmeno facile essere buttato in campo senza continuità e dare riscontri positivi. Spesso senza infamia e senza lode, resta la gara negativa contro il Benevento a incidere. Difficile capire se possa avere un futuro, ma resta chiaro il suo bisogno di minuti, magari in prestito nella serie cadetta. (10 presenze, media Centotrentuno 5,33)
Asamoah 5: non giocava a certi livelli da tanto, troppo tempo. Difficile capirne l’importanza nello spogliatoio, il campo ha mostrato un giocatore fisiologicamente lontano dai tempi migliori e con gravi pecche atletiche che sarebbero potute costare caro. (9 presenze, media Centotrentuno 5,60)
Calabresi SV: due spezzoni di pochissimi minuti che portano più fortuna e punti che riscontri sul suo valore. Entra a Genova e la squadra pareggia, entra a Napoli e la squadra pareggia di nuovo. Forse non ha mostrato affidabilità negli allenamenti, ma nei pochissimi minuti impiegati ha dato anche qualcosa di concreto e non solo riscontri scaramantici.(2 presenze, media Centotrentuno 6,00)
Faragò 5: Di Francesco lo vedeva terzino tanto da schierarlo in difesa al posto di uno Zappa piazzato più avanti. Tra Sassuolo e Lazio dimostra che terzino proprio non è, soffrendo tantissimo gli avversari. I problemi fisici lo tengono fuori per mesi, prima di partire in direzione Bologna e non trovare spazio nemmeno in Emilia. (8 presenze, media Centotrentuno 5,50)
Matteo Zizola