La sconfitta contro il Genoa alla Sardegna Arena scrive la parola fine su una stagione dai due volti per il Cagliari. Le valutazioni dei singoli su quanto accaduto nel campionato 2020-2021 non possono prescindere da questa doppia faccia della medaglia rossoblù. Pochi a salvarsi davvero tra i giocatori agli ordini prima di Di Francesco e poi di Semplici. Di seguito vi proponiamo il nostro pagellone stagionale, con una doverosa premessa. Ogni valutazione considera l’importanza anche dei singoli momenti, come ad esempio quelle di Pereiro e Cerri, il rapporto aspettative e prestazioni sul campo, come ad esempio nel caso di Godín, e non può non tenere conto della stagione nella sua interezza. Non si può infatti dimenticare che il Cagliari era stato costruito per ben altri risultati che un posto appena sopra la zona rossa.
Marin 6,5: uno dei più grandi rimpianti della stagione, uno dei “chissà cosa sarebbe successo se” lasciati da Di Francesco a Cagliari. Oltre a un fisiologico ambientamento da portare avanti, anche il ruolo di play non ha aiutato il romeno. Una volta liberato da compiti di copertura eccessivi e messo nella sua posizione di box to box ha mostrato tutto il suo valore, anzi, probabilmente solo una parte di ciò che può dare. Alcune buone prestazioni prima dell’arrivo di Semplici, poi con il tecnico toscano l’esplosione che porta assist e gol con discreta continuità. Il futuro è suo.(37 presenze, media Centotrentuno 5,91)
Nández 6,5: come tutta la squadra l’inizio è promettente, mentre l’inverno è una discesa nell’abisso che sembra non aver fine. Il Covid e i problemi personali aggiungono il carico, ma quando il gioco si fa duro lui che duro lo è inizia a giocare. Decisivo nel finale con assist e il gol di Napoli. Nel complesso, pur se da lui ci si aspetta sempre l’eccellenza, conferma la propria importanza.(32 presenze, media Centotrentuno 5,97)
Nainggolan 6: difficile trovare il modo di descrivere il suo apporto. Di fatto segna solo un gol e ci si attendeva decisamente di più, ma è anche vero che paga l’inattività in nerazzurro della prima parte di stagione. Di certo c’è la sua presenza mentale e di carisma, ma come prestazioni non è stato esattamente la panacea di tutti i mali come si diceva a gennaio. Al momento del bisogno, però, esce il suo carattere e non si può omettere questo aspetto.(22 presenze, media Centotrentuno 5,98)
Deiola 7: il simbolo della salvezza senza se e senza ma. Sicuramente nel rapporto aspettative-rendita è il giocatore che ha sorpreso di più. Tornato in sordina a gennaio chiudendo in anticipo il prestito allo Spezia, entra a gamba tesa nella corsa salvezza grazie a un’intuizione di Semplici, che viene ripagato con gli interessi dal centrocampista di San Gavino. Gamba, cuore e anche lucidità al servizio di una squadra che grazie a lui ha trovato l’equilibratore perfetto, esaltando soprattutto chi gli sta intorno. (12 presenze, media Centotrentuno 6,20)
Duncan 5,5: arrivato come sostituto di Rog, inizia con un infortunio che non lo rende disponibile proprio con quel Di Francesco che l’aveva voluto a gennaio. Torna con buone prestazioni, poi esce di scena superato da Deiola nelle gerarchie, ma comunque risultando importante anche in corsa. Difficilmente resterà in Sardegna anche perché, al netto di alcune gare positive, non ha dimostrato di valere né chi ha sostituito né il prezzo dell’eventuale riscatto.(19 presenze, media Centotrentuno 5,79)
Rog 6: ha tante difficoltà nel trovare la quadra in un nuovo ruolo da mediano davanti alla difesa, portatore d’acqua in aiuto a Marin. Viene anche provato alto a sinistra senza successo. Poi in una serata romana il ginocchio fa crac e, pur se fino a quel momento non è tra i più positivi, è con la sua assenza che dimostra la sua importanza. Come per il compagno romeno anche per lui vale la frase “chissà cosa sarebbe stato se”, a maggior ragione in un centrocampo a tre come quello messo in campo da Semplici una volta subentrato. Il destino da “vero e proprio” acquisto della prossima stagione è già scritto.(14 presenze, media Centotrentuno 5,85)
Oliva 5,5: c’è una regola non scritta che lo vede a ogni stagione, a prescindere da chi siede in panchina, come quello per il quale ci si domanda “perché non gioca?”. Non che si faccia valere quando chiamato in causa, ma nemmeno fa peggio di chi veniva schierato al suo posto. Diventa l’esempio della confusione imperante quando con le valigie in mano scende in campo dall’inizio contro il Sassuolo. Arrivano perfino i complimenti di Di Francesco a fine gara, ma poche ore dopo è sull’aereo in direzione Valencia. Da dove tornerà probabilmente di passaggio.(10 presenze, media Centotrentuno 5,42)
Caligara 5: classe 2000, professione capro espiatorio involontario. Di Francesco lo vede e lo lancia fin dalla prima giornata, ma è chiaro abbastanza presto quanto abbia bisogno di tempo ed esperienza prima di poter calcare i campi di Serie A. Rischia di essere bruciato non per sue colpe, contro il Napoli l’ultima complicatissima apparizione prima di prendere la strada di Ascoli per compiere il percorso necessario alla maturazione. Bocciarlo definitivamente sarebbe un eccesso, ma sembra aver bisogno di ulteriore esperienza nella serie cadetta.(10 presenze, media Centotrentuno 4,90)
Tramoni SV: l’esordio nel secondo tempo di Bergamo è stato promettente e sembrava poter essere il viatico di una stagione con più spazio di quello poi effettivamente trovato. Alla fine raccoglie soltanto sei spezzoni, l’ultimo nella gara di Firenze. (6 presenze, media Centotrentuno 5,83)
Matteo Zizola