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la formazione iniziale del Cagliari contro il parma

Cagliari, il pagellone del 2019/2020: Joao, Cragno e poco più

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Le salite e le discese ardite. Una folle stagione del Cagliari si è appena conclusa. Un luna-park di emozioni: dal sogno Europa all’incubo di non riuscire più a vincere. Fino al brodino finale insaporito solo dal 2-0 alla Juventus alla Sardegna Arena. Tanti acquisti estivi, un monte ingaggi importante ma anche un cambio in panchina e una squadra parsa spesso, per morale e voglia, fuori dalle logiche di un progetto in crescita. All’orizzonte, neanche troppo lontano, un nuovo inizio con Eusebio Di Francesco. Ma prima ecco il nostro pagellone del Cagliari formato 2019-20.

OLSEN – 6.5 Arriva a Cagliari da orfanello e va via da Uomo Pipistrello. Per mesi è riuscito nell’impresa di far dimenticare l’infortunato Cragno ai tifosi rossoblù. Alla fine però sale sull’aereo per Roma senza neanche un grazie o un saluto, come un Robin qualsiasi. Spalla.

CRAGNO – 7.5 Un concentrato di parate e fosforo. Le prime servono per riportarlo tra i migliori 4-5 portieri italiani del momento, il secondo per ricordare ai tifosi chi ha sorretto la porta nei momenti difficili delle passate stagioni. Nel futuro ha la Nazionale, ma forse non gli stessi colori di maglia. Sustenium Plus.

RAFAEL – 6 Maestro di portoghese che per un po’ balla da supplente in classe. Ha la sfortuna di guidare la recita peggiore dell’anno scolastico: il 2-1 con la Lazio. Dall’anno prossimo insegnerà anche volo con guanti? Sei forte, maestro.

ARESTI – s.v. Vado, salvo l’Olbia, e torno.

PELLEGRINI – 5.5 Mette l’auto-tune sulla fascia. Il risultato è un tormentone estivo a metà. Ballabile dal centrocampo in sù da tappi nell’orecchio in difesa. Potrebbe dare molto di più. Trap-boy.

WALUKIEWICZ – 5.5 Dice che era un bell’uomo e non veniva dal mare. Il polacco non conosce il significato della parola marcatura ma ha dimostrato di essere in crescita. È il secondo 2000 tra i difensori centrali per presenze in Serie A dopo Kumbulla. E qualcosa vorrà dire. Anatroccolo.

CEPPITELLI – 5.5 La zingara gli fa le carte e legge il fondo del caffè. Ma di segnali positivi all’orizzonte se ne vedono pochi. Vive una stagione sfortunata ma in alcune partite ci mette del suo. Luna Nera.

MATTIELLO – 6 Come il calabrone non potrebbe volare sulla fascia ma lui non lo sa e vola lo stesso. È l’oggetto del mistero pre Covid-19 ma con Zenga è tra i più presenti e fa una bella figura. Ape Maia.

KLAVAN – 5.5 L’Estonia è un paese del Nord Europa bagnata dal Mar Baltico e dal Golfo di Finlandia. Include più di 1.500 isole. La capitale è Tallin. E per qualche strana ragione hanno mandato in Sardegna uno dei loro migliori difensori. Parte male e chiude benino Klavan. Balto.

PISACANE – 6 Cresciuto “in miez a via” Fabio ha una soluzione per quasi ogni problema rossoblù. Ogni tanto barcolla anche lui ma è il migliore per costanza in difesa e gioca con due costole rotte nel finale. A botta ‘e stiente.

LYKOGIANNIS – 5.5 I greci si piccano di avere un buon distillato: l’Ouzo. La classica cosa che alla prima non ti piace, e nemmeno alla seconda. Dopo un po’ inizi a farci la bocca ma non è per il sapore. In questa ultima parte di campionato anche Lyko sembrava un buon giocatore. Anche duttile. Apericena.

CACCIATORE – 5 Ciao Fabrì. Così almeno per capire che effetto fa. Viene scelto come terzino destro titolare ma per problemi fisici ne gioca la metà. Poi viene salutato con un grazie e arrivederci. Preda.

CARBONI – 6 A Tonara sono famosi per la dolcezza del loro torrone. Lui però esordisce in Serie A, diventa titolare e agli avversari fa gli onori di casa solo con mustaccioli a caviglia. Picchia senza paura, anche un po’ troppo, ma ha spalle larghe e si farà. Miele di cardo.
PINNA s.v – Il pendolino di Zeddiani si accorge presto della situazione ferroviaria in stile 1800 della Sardegna. Arriva in ritardo, spesso non per colpa sua. Però fatica anche a Empoli.

NANDEZ – 7 Pompa nelle casse come il peggiore dei tamarri al semaforo. E gli avversari su quella fascia finiscono quasi sempre con il mal di testa. Un martello continuo che il Cagliari è pronto a spedire verso altri lidi dal proprio e-commerce. Clausura.

NAINGGOLAN – 7 Cavallo!… A casa sua si sente a proprio agio. Gioca in infradito e piazza sei gol da fuori area. Record di questa Serie A. Fallo tu. E con lui è tutto un altro Cagliari. Marrano a tenerlo.

ROG – 6.5 Con quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ così che ha Marko prima di monopolizzare il centrocampo. Parla poco. Picchia tanto. Corre di più. Il bifidus actiregularis del Cagliari in mezzo al campo. Paolo Conte.

IONITA – 6 Dove lo metti sta. Ma non sempre fa la sua bella figura. Arturito

PEREIRO – 5 Lui è l’amico che alza e abbassa il volume in macchina quando passa il vostro pezzo preferito. Vorreste dargli una pappina al collo ma gli volete bene. Anche perché siete convinti che un giorno vi aiuterà come nessun altro. Gastone e carota.

OLIVA – 6 Affronta le battaglie più difficili: Napoli, San Siro, Bergamo. E ne esce quasi sempre vincitore. Poi cade sul più bello. In tutti i sensi. Sfortunato ma si rifarà. Thyssenkrupp.

FARAGÒ – 5.5 Ercolino sempre in piedi supera una sfida dopo l’altra. Recupera in tempo record da un nuovo infortunio e aiuta la squadra anche nell’ultima parte di stagione. Ma spesso è fuori luogo, fuori tempo, fuori moda, fuori posto. Non è tempo per noi.

CASTRO – 5 Vedi Napoli e poi muori. Parte bene, molto bene. Poi si perde dando l’impressione di aver imboccato sunset boulevard. In bianco e nero.

BIRSA – 5.5 Sembrava la fine del mondo ma lui è ancora qua. E già. Tutti lo danno per finito ma ha ancora un anno di contratto. Con Zenga ritrova qualche minuto. Ci vediamo al Roxy Bar.

DEIOLA s.v – Va a Lecce per ritrovarsi ma trova solo la solita sfortuna.

CIGARINI – 5.5 Non chiedetemi più di Walter Zenga. Non l’ha mai detto ma forse lo avrà pensato più di una volta. Passa da titolare a riserva a fuori squadra nel giro di un cocktail di inizio estate. Signore, a lei il conto.

LADINETTI – 6 Sanluri come il far west. Da piccolo si allenava a prendere i barattoli con il pallone. E infatti ora ha la dote innata per i lanci a 30 metri. Balla bene da debuttante. Ora un giro di giostra per farsi le ossa. Django.

MARIGOSU – 6 Piccolo, tenero e maledettamente fastidioso. Ha poco tempo ma cerca di mettersi in mostra. Gianfranco.

SIMEONE – 6.5 Per una parte di stagione manda il cugino quello cattivo. Fa a sportellate ma vede poco la porta. Poi torna di moda come Baby K con l’aumentare delle temperature. Forse non piace ma almeno fa ballare. Cholito Reggaeton.

JOAO PEDRO – 7.5 E chi lo avrebbe mai immaginato che quel giocatore che non sapeva bene dove mettersi in campo un giorno avrebbe battuto record su record rossoblù. Passa dall’essere l’amico dell’amico dell’amico alle feste, quello che resta in un angolo, all’assoluto protagonista. Ma ora sarà invitato a feste lontane dalla Sardegna? Miglior attore protagonista.

PAVOLETTI s.v – Come fan presto ad appassir le rose. Da eroe salvezza a controfigura in un film di Bud Spencer nel giro di pochi mesi. Sfortunato Leonardo. Ben Ritrovato.

CERRI – 5.5 Chi scrive si porta dentro il gol alla Sampdoria. Non tanto per la vittoria, non tanto per la rimonta. Ma perché la prima volta non si scorda mai. Poi va a Ferrara e torna quello di sempre. Ce (r)riproviamo l’anno prossimo.

PALOSCHI – 5 Salutava sempre.

RAGATZU – 5.5 El niño del barrio. Frizzantino al punto giusto ma alla lunga stucca. Se si impegnasse di più…

GAGLIANO – 6.5 Il cobra non è un serpente. Forse sfruttato poco e male. Gagliardo.

MARAN – 5 Prende 7 nella prima parte di stagione ma da poco prima di Natale il suo Cagliari è da 4. Le frecciate di Giulini a marzo fanno ancora male per un tecnico che la città anche nei momenti dei sogni in grande, forse, non ha mai davvero amato.

ZENGA – 5.5 Guascone, coraggioso ma anche un po’ sopra le righe. Salva subito la squadra, lancia i giovani ma non dà la svolta e alcuni casi, come le battute sul rinnovo e la rottura con Cigarini, potevano essere gestite diversamente. Ma sta nel gioco delle parti.

Roberto Pinna

 
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