Da mercoledรฌ 10 aprile sarร in edicola, con La Repubblica, la collana “La storia degli italiani รจ un grande romanzo – Il romanzo degli italiani dalle origini all’unitร d’Italia”.
Di cosa si tratta? Venti volumi a cura di Alberto Angela, uno dei top player del momento (per usare la metafora calcistica) in tema di divulgazione storico-scientifica a livello pop, leggi: tv italiana, segnatamente quella pubblica. Un percorso, quello di cui sopra, che si prefigge di raccontare la storia d’Italia e le diverse epoche in forma romanzata, partendo di volta in volta da un personaggio di riferimento. Prima uscita? โLa civiltร perduta degli Etruschiโ
La domanda perรฒ sorge spontanea. Se la Sardegna รจ considerata (com’รจ oggi politicamente e culturalmente) a tutti gli effetti parte d’Italia, come mai ci si “dimentica” sistematicamente di quello che c’รจ stato prima degli Etruschi? Domanda di rito e giร fatta piรน e piรน volte, con risposte ben poco soddisfacenti: che fine ha fatto la civiltร nuragica, precedente e per certi versi coeva a quella villanoviana e poi etrusca?
Perchรฉ non prendere in considerazione una fetta importante di storia italiana, se – appunto – la Sardegna รจ da considerarsi organica alla storia d’Italia e ogni tentativo di confutarlo รจ combattuto con forza? Motivi culturali e politici, ragioni di ignoranza e probabilmente anche qualche “sapiente” disegno egemonico: รจ evidente come sia molto complicato e pruriginoso, ai fini di una narrazione โnazionale italicaโ coerente, far partire la questione delle origini da un’isola in mezzo al Tirreno che possiede circa un quinto delle aree e dei parchi archeologici situati entro confini dello stato italiano, il doppio rispetto al Lazio e alla Sicilia.
Cosรฌ si moltiplicano gli esempi di libri scolastici, o di piรน disparati strumenti di divulgazione, che puntualmente ignorano o omettono informazioni โtecnicamenteโ importanti non solo per la popolazione sarda, che ovviamente รจ la prima a soffrirne maggiormente la carenza, ma anche per quella italiana in generale, che dovrebbe essere informata a dovere.
Si puรฒ, di volta in volta, affrontare la questione relegandola a mera “dimenticanza”, oppure si deve iniziare a trattare la questione piรน seriamente? Difficile rispondere in maniera assoluta, ciรฒ che occorre tenere bene a mente รจ il fatto che se l’industria culturale italiana continua a relegare a piccolo trafiletto quello che invece รจ un momento storico decisivo nel panorama mediterraneo, come decretano tutti gli studi e le evidenze archeologiche internazionali, allora l’identitร culturale dei sardi sarร reiteratemente danneggiata e sacrificata sull’altare della mitopoiesi.
Va da sรฉ poi che, per la regola della beffa che segue il danno, si inoculi scientemente il senso di colpa in chi, senza una guida โcosiddettaโ sicura, decide di โammalarsiโ e di perdersi autonomamente nei meandri della curiositร morbosa, che รจ un po’ la natura dell’essere umano: prendersi la responsabilitร di arginarla non รจ da tutti, รจ roba per superuomini.
La mancata informazione pubblica, dunque, genera ciรฒ che le istituzioni culturali ufficiali non sopportano: la pseudoscienza. La pace con sรฉ stessi la si fa , come sempre, domani.
Eppure sarebbe semplicemente gradito sapere: la Sardegna รจ Italia sรฌ o no? Lo si decida una volta per tutte, perchรฉ i sardi, comunque la si possa pensare, hanno diritto ad esistere nel presente e a sopravvivere nel passato.
Stefano Lecca














