Abbiamo intervistato l’ex centravanti di Cagliari, Bologna e Sion, attualmente svincolato e in Sardegna, in attesa di trovare una nuova squadra.
Se fate una passeggiata per Pula vi potrebbe capitare di incontrare un ragazzone torinese con il mal di Sardegna. Un attaccante che ha girato l’Italia, la Spagna e la Svizzera ma che ha trovato la sua isola felice a Cagliari. Il ragazzone in questione è Robert Acquafresca, 32 anni il prossimo 11 settembre, ex punta rossoblù e ora svincolato dopo l’esperienza al Sion.
Robert come stai?
Bene bene, mi sto allenando qui a casa a Pula e nel frattempo aspetto la chiamata giusta. Ho avuto alcuni contatti con dei club italiani e stavo per chiudere con una società straniera, ma alla fine tutto è saltato per le limitazioni temporali del loro calciomercato.
Ne hai approfittato per guardare dal vivo l’inizio di stagione, non proprio esaltante, del Cagliari?
No, ho seguito da casa le due partite con Brescia e Inter. Se verrò in futuro alla Sardegna Arena? Sinceramente spero di iniziare a breve una nuova avventura professionale. Poi ,ovvio, se capiterà l’occasione ci sarò molto volentieri.
Come valuti il mercato dei rossoblù?
Darei un 8 al mercato del Cagliari. Sono stati presi dei nomi di sicuro spessore e per me è naturale ambire all’Europa League.
Anche se in attacco manca qualcosa dopo l’infortunio di Pavoletti, Acquafresca da svincolato un minimo ci spera?
No no, non ci spero. Non ho mai nascosto che vorrei rientrare e la società lo sa bene, ma Giulini ha fatto altre valutazioni. Alla fine, se il Cagliari fa altre scelte, anche io posso farne altre con il cuore in pace.
Davanti per sostituire Pavoletti il Cagliari ha preso Simeone, una punta moderna molto mobile che un po’ ti assomiglia. Come lo vedi?
Credo che a Cagliari possa trovare la fiducia di cui ha bisogno e consacrarsi definitivamente. Non dimentichiamoci che spesso Cagliari ha lanciato o rilanciato attaccanti in difficoltà o emersi a sorpresa.
Tra i ritorni a Cagliari c’è anche quello di Nainggolan…
Io gli auguro di fare il Nainggolan, è un giocatore fortissimo per qualsiasi squadra. Radja ogni giorno te ne fa una. Ricordo che al mio matrimonio mi lanciò in piscina (ride, ndr). Nella vita privata uno fa quello che vuole ma lui è davvero una brava persona. Spero faccia bene e soprattutto, a differenza mia, spero che lui possa restare a Cagliari. La Sardegna gli vuole bene.
A proposito di ricordi: come è stato vedere Cellino, con cui hai avuto alti e bassi, alla Sardegna Arena?
Quando non mi riscattò ci rimasi molto male. Nel suo ritorno a Cagliari l’ho visto sinceramente emozionato, cosa non da poco per lui che è uno camaleontico. Ci tiene molto a questa squadra e credo sia stato un presidente che ha tenuto davvero al club.
Nell’ultima partita contro l’Inter, invece, la scena l’hanno presa i buu razzisti a Lukaku…
Siamo nel 2019, il razzismo è un tema che dobbiamo superare. Dobbiamo investire nell’educazione, squalificare un intero settore per me non serve a nulla come metodo di crescita culturale. Inoltre bisogna crescere anche nella cultura sportiva per evitare spiacevoli cori contro regioni o popoli e non solo contro i giocatori di colore. Ogni volta, per esempio, sento insulti al popolo sardo.
Qual è il rimpianto più grande di Robert Acquafresca?
Non essere mai stato di proprietà del Cagliari. Sono sempre stato qui in comproprietà o in prestito. Poi sicuramente gli ultimi due anni di Bologna sono un capitolo che non ricordo felicemente.
Dopo la Nazionale hai esordito anche con la Natzionale della Sardegna: che emozione è stata?
Mister Mereu sa bene che io ci sono. Quando vogliono vado. Giocare con la Sardegna è un’emozione strana, perché sappiamo tutti il legame che le persone hanno con questa terra e il nostro obiettivo è proprio far crescere il seguito di questa iniziativa grazie a questo spirito.
Tra qualche anno vedremo Acquafresca in panchina?
Ho preso il patentino base a Coverciano ma nella testa mi sento ancora un giocatore. In futuro però mi piacerebbe allenare, specie con i ragazzi: credo che noi giocatori di esperienza possiamo essere un esempio importante per loro. Soprattutto perché ultimamente c’è da subito una grande attenzione per i ragazzi del settore giovanile e il rischio di bruciarsi è alto.
Magari il ritorno a Cagliari avverrà da allenatore…
Speriamo che almeno da allenatore Giulini mi voglia… (ride ndr).
Roberto Pinna