agenzia-garau-centotrentuno

Pavoletti: “A Cagliari sono rinato”

Scopri il nostro canale su Telegramle-notizie-di-centotrentuno-su-telegram
sardares
sardares

Intervistato dal Corriere dello Sport, l’attaccante del Cagliari Leonardo Pavoletti ha parlato della sua seconda stagione trascorsa in Sardegna.

“Dopo la parentesi a Napoli volevo dimostrare che non ero un brocco, scegliere Cagliari è stato semplice: sarei potuto rimanere a Napoli con un contratto e magari facendo apparizioni in Champions, ma quando mi hanno proposto il rossoblu non ci ho pensato su due volte. Giulini ci ha messo poco a convincermi, mi ha detto che qui sarei stato voluto a tutti i costi e che ci saremmo potuti divertire insieme. Cagliari ha segnato la mia rinascita, ne avevo sempre sentito parlare bene della piazza ma finché non ci giochi non ci si rende conto di quanto tutto sia perfetto, la gente, la società e il posto”.

“Il mio sogno è sempre stato quello di far parte di una società che ti facesse sentire parte di un progetto, qui ho vissuto queste sensazioni-prosegue la punta livornese-. Cagliari è un posto che ti rende migliore come uomo e giocatore. Penso che l’importante sia segnare in qualsiasi modo, ma ovviamente fa piacere il mio record di colpitore di testa: mi piacerebbe però venir ricordato così, un po’ come succede a Del Piero. Sarebbe bello se un bambino segnasse di testa e dicesse di aver segnato alla Pavoletti…”.

“Nazionale? È stata la ciliegina sulla torta di un periodo perfetto. Il segreto per essere convocati dovremmo chiederlo a Quagliarella, alla sua età non è facile segnare così tanto. Io credo di essermi gestito bene fisicamente: penso che se non aiuti la squadra correndo molto, tutto diventa più difficile. La rincorsa al mio record di gol la vedo con grande serenità, la cosa più importante era arrivare alla salvezza. Ora dobbiamo pensare a divertirci: i cinquanta punti e il decimo posto sono uno stimolo per noi. Roma? Nei grandi stadi ho sempre fatto fatica, mi manca fare gol contro le big. Spero sabato sia la volta buona”.