Dopo l’ufficialità come allenatore dell’Ossese, abbiamo deciso di fare una chiacchierata con il tecnico Giacomo Demartis, l’ex centrocampista e bandiera della Torres, l’anno scorso protagonista in positivo sulla panchina del Ghilarza in eccellenza, ci ha raccontato i motivi del ritorno a casa a Ossi e le ambizioni della squadra bianconera nel campionato che verrà. Di seguito le sue parole.
Prima stagione da allenatore a Ghilarza, sesto posto raggiunto e qualificazione ai playoff sfiorata, ora c’è il ritorno a casa, che tipo di emozioni stai provando per questa nuova avventura e perché hai scelto tornare a Ossi?
“La scelta è sportiva ed è legata alle ambizioni che ha dimostrato la società dell’Ossese da qualche anno a questa parte. Dal punto di vista sentimentale ci sono delle dinamiche che andranno gestite, ma sono molto improntato a vivere le cose solo dal punto di vista sportivo. Sono il tecnico di una società che ha ambizione e qualità. Sono molto carico, entusiasta e cercherò di fare il massimo per valorizzare tutti gli elementi, stimolandoli a dare il massimo possibile”.
Allenare porta sempre pressione. in questo senso, sedersi sulla panchina del proprio paese, quanto aumenta questo fattore?
“Devo essere bravo io a gestirlo, sinceramente. Allenare la pressione per me è un motivo di grande stimolo. Un allenatore è chiamato a gestire la condizione dell’emozione, la condizione dell’esposizione ambientale e questo per me può essere uno stimolo a mettermi alla prova. Sono consapevole che la vivo senza nessun timore, senza nessuna paura, solo con l’intento di metterci del mio come ho sempre fatto. Sono una persona che cerca di togliere in ogni situazione il massimo possibile”.
Dopo una serie di stagioni importanti per l’Ossese, culminati con gli spareggi per la Serie D, quali saranno le aspettative e le ambizioni in vista della prossima stagione?
“Difficile dirlo in questo momento, sicuramente c’è l’ambizione di essere protagonisti come negli anni precedenti. Nel campionato di Eccellenza ci sono delle difficoltà diverse, si alzerà di tanto quello che è il livello, soprattutto per la presenza di squadre importanti, che faranno degli investimenti allo stesso tempo importanti. Certamente il livello sarà molto alto e sarà molto alto anche il livello di difficoltà, visto che ci saranno quasi tutte le piazze storiche della Sardegna, tolte quella della Torres e del Cagliari”.
La stagione che verrà non vedrà più l’obbligatorietà dell’utilizzo degli under in campo, questa nuova regola quanto può influenzare la crescita dei giovani?
“Dipende da quelle che sono le scelte degli addetti ai lavori rispetto alla costruzione delle rose. È un po’ anomalo il fatto che sia solamente l’eccellenza la categoria in cui vengono esclusi. Però penso che i ragazzi se hanno grandi qualità devono necessariamente essere valorizzati. È chiaro che nel discorso degli obbiettivi, c’è chi fa un determinato tipo di politica e chi un’altra. Io vengo da una realtà dove di ragazzi ne ho fatto esordire all’eccesso, poi nella costruzione delle squadre in questo momento ognuno fa le sue valutazioni. Per un tecnico non è l’età anagrafica che fa sempre la differenza, nonostante sia una considerazione che debba sempre essere necessariamente fatta”.
Il nuovo campionato vedrà diverse squadre aumentare la competizione, tra Budoni, Monastir, Nuorese, Tempio e il ritorno dell’Alghero, che eccellenza ti aspetti? Chi può essere l’eventuale sorpresa?
“Questo non lo so, perché giustamente se vogliamo in questo momento del mercato ogni società e ogni ambiente cerca di fare le proprie scelte, senza pubblicizzare troppo con quello che è il suo intento e con quello che è la sua linea di costruzione del suo organico. Certamente per investimenti e per importanza di piazze che ritrovano il massimo campionato regionale e alcune che hanno perso il campionato nazionale, cercheranno di investire per riottenerlo immediatamente”.
Infine, facciamo un punto sulla Torres: tu che sei stato capitano e bandiera, dopo la stagione appena passata, come si può migliorare un’annata importante come quella disputata
“Sicuramente richiamando nuovi stimoli, che è già stato fatto confermando gli elementi che sono stati protagonisti e che hanno portato avanti una stagione di grandissimo livello. Non ultimo, l’inserimento di calciatori che possano alzare l’asticella per avere quella struttura di squadra che possa permettere di riconfermare i grandissimi risultati che sono stati fatti l’anno scorso”.
Ultima domanda: Per te la conferma di Greco e il suo staff, sono la mossa giusta per alzare l’asticella?
“Ti dico di si, i risultati parlano chiaro, è stato fatto un grandissimo lavoro e penso che nonostante Sassari sia un ambiente molto ambizioso e molto pretenzioso, i risultati fatti lo scorso anno, se li paragoniamo con quelle che erano le ambizioni iniziali, sono stati di gran lunga superiori alle aspettative. Penso che tutti i componenti dello staff e gli addetti ai lavori meritino assolutamente la riconferma”.
Flavio Masala