Al termine della sfida pareggiata 1-1 in casa del Lecce, il tecnico del Cagliari Claudio Ranieri ha parlato davanti ai microfoni della sala stampa. Queste le sue parole sulla gara con cui si è chiuso il girone d’andata della squadra rossoblù.
Sulla gara
“Il punto è importante perché il Lecce è una squadra che a inizio del campionato è partita a mille all’ora, ha individualità di qualità e ottime combinazioni di gioco. Non era facile, lo sapevamo, ma sono contento per l’approccio alla gara, perché nei primi 10′ siamo andati noi a fare una buona partita con piglio autoritario. Poi invece abbiamo sofferto sulle palle inattive e sulle loro ripartenze. Nel secondo tempo invece abbiamo continuato a spingere e abbiamo voluto fortemente il pareggio e siamo riusciti a portarlo a casa”.
Su Petagna e Oristanio
“Petagna ha fatto un grosso lavoro contro due grossi giocatori, sono stati duelli epici perché ogni palla era uno scontro tra colossi. Alcune volte li abbiamo vinti, altre gli avversari, ma questo ci sta. Lui si è sempre messo a disposizione della squadra, ha fatto il punto di riferimento, i compagni gli sono andati vicino per il tiro in porta. Alcune volte c’è riuscito, c’è stata una grande parata anche di Falcone sul tiro di Prati in una di queste situazioni. Oristanio è il tipo di giocatore che si è visto, deve imparare non solo a tirare in porta, perché anche nel primo tempo quando ha subito fallo poteva smistare meglio la palla. Va a corrente alternata, ma è un giocatore che vuole arrivare nel mondo del calcio. Questo tipo di giovani che non mollano, che solo quando non ce la fanno più chiedono il cambio, mi piacciono”.
Sulla reazione della squadra alla partita con il Milan
“Tutti fate riferimento a Milano, ma perché? A Milano siamo andati a far giocare chi non è abituato a giocare. Se si fa la fotografia della partita con il Milan con tutto quello che stiamo facendo, ho paura che si stia sbagliando. Anche con il Milan i leoni ci sono stati, ma ci siamo disuniti. Perché c’erano dei giocatori non abituati a partire titolari, che spesso entrano a gara in corso, che stanno allineati allo schema che prepariamo. Lì, purtroppo, siamo andati a Milano, abbiamo fatto venti minuti alla grande, poi ci hanno fatto gol e ci siamo sciolti come neve al sole. E questo ci può stare. Ma se io vi facessi vedere la prestazione fisica di quei ragazzi che non giocano, credetemi è stata superiore a quella che fa solitamente fa la squadra dei cosiddetti titolari, anche se non è giusto chiamarli così. Noi siamo una squadra che lotta sempre, perché sappiamo che rappresentiamo un popolo, sappiamo che i sardi ci stanno dietro. E i sardi hanno capito che per noi non sarà un discorso facile. Alcune volte mi chiedete chi comprerete o meno. Ma chi compriamo, se prima non possiamo vendere? Per cui ci teniamo stretti i nostri giocatori e dobbiamo sapere che dobbiamo lottare tutti insieme: io, squadra, società, tifosi e se vogliono anche i giornalisti. Perché se vogliono stare in Serie A, magari mezzo punto in più a questi ragazzi non gli farebbe male. Se poi vogliamo andare a vedere di nuovo la Serie B, andiamo, non c’è problema”.
Su cosa migliorare nel girone di ritorno
“C’è sempre da migliorare, anche chi è primo in classifica vuole farlo, figuriamoci noi che stiamo sott’acqua e ogni tanto tiriamo la testa fuori. È logico che volevamo qualcosa in più, però poi io dico sempre che alla fine la classifica dice la verità. Per cui questo abbiamo e questo è quello che abbiamo meritato. Per meritare di più, e dobbiamo meritare di più sennò non restiamo in Serie A, dobbiamo migliorare”.
Sulle difficoltà sui calci piazzati
“Purtroppo è questo. Soffriamo, devo fare una zona mista perché se stiamo a uomo, sono troppi gli uomini che non riescono a tenere gli avversari. Per cui proviamo a sopperire come meglio possiamo, a volte ci esce altre meno. Oggi c’è riuscito meno perché per due volte hanno incornato in tutta serenità, pur sapendo dove e come battevano. Dobbiamo solo lavorare di più e meglio”.
Sul Lecce
“Il Lecce mi ha fatto una grandissima impressione, magari sta pagando ora la poca lucidità del suo attaccante principale che a inizio stagione aveva fatto dei gol magnifici. E questo nei goleador ci sta, c’è il momento in cui ti sbatte sulla spalla e fai gol, ma anche il momento in cui stai sulla linea di porta e non fai gol. Deve soltanto lottare e continuare a creder in sé stesso, ma queste sono problematiche del mio antagonista”.
Sul Var
“Il Var ha già migliorato tantissimo, è logico che ci farà sempre parlare. Non spetta a me come e dove va migliorato, ci sono persone preposte che studiano tutti i giorni le partite, quello che va bene e male. Dobbiamo essere con la coscienza a posto e far sì che queste discrepanze non ci siano”.
Sull’importanza del punto nelle dinamiche della lotta salvezza
“Stando soprattutto sotto di 1-0, reagire, portare a casa un pareggio, vedere la squadra che cerca la vittoria, è un buon segnale. Vuol dire che la squadra è in salute, che vuole fortemente salvarsi, ed è un tutt’uno con i propri tifosi. Questo è importante perché in casa abbiamo l’uomo in più. Vedere anche oggi quanti tifosi sono arrivati sino a qui ci fa piacere, cerchiamo sempre di dare loro il massimo. Capisco che essendo tifosi, il massimo è sempre il risultato pieno, ma credetemi che questa squadra cerca sempre di farlo. Tante volte sbagliamo per ingenuità, per poca concentrazione, cose che dobbiamo migliorare se vogliamo restare in A”.
La Redazione














