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Cagliari, Ranieri: “La più grande impresa? Forse Leicester, ma Cagliari è Cagliari”

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Le parole ai microfoni di Dazn di Claudio Ranieri dopo l’ultima partita sulla panchina del Cagliari, terminata con una sconfitta contro la Fiorentina per 2-3.

La partita
“Non mi aspettavo l’applauso all’inizio della partita, è stato bellissimo. Ringrazio tutti, i giocatori avversari, l’arbitro, tutti. Sono stato quattro anni a Firenze e mi ha enormemente fatto piacere il loro omaggio. Se volevo vincerla? Certo, mica eravamo là a pettinare bambole (ride ndr). Peccato, forse meritavamo di vincerla, ma io sono soddisfatto di questa prestazione meravigliosa dei ragazzi. Hanno sempre dato tutto, mezz’ora ottima e poi un campione come Bonaventura ha fatto gol: poi è entrato quell’altro campione, Nico Gonzalez e ci ha fatto gol. Sono bravi, poco da dire. I ragazzi però mi hanno lasciato con un bel dolce in bocca per la loro prova”.

Il futuro 
“Quando sono arrivato ho detto che Cagliari sarebbe stata la chiusura del cerchio. Poi ho detto che se capiterà una Nazionale che mi dice qualcosa, dirò perché no? Altrimenti è finita così, mi godrò i nipoti e viaggerò. Devo ringraziare ancora la gente di Cagliari. Se mi mancherà il calcio? Ultimamente mi chiamavano verso ottobre-gennaio (ride ndr) quindi ero abituato a vacanze lunghe. Ora farò il nonno di professione, anche se non sono uno di quelli che coccolano i nipoti tanto, uso il martello anche con loro (ride ndr)”.

L’erede
“Il mio successore? Nessun consiglio, ho solo detto alla curva di aiutare giocatori e chi arriverà. Senza questo pubblico non ce l’avremo mai fatta. Tifosi come qua che continuano a cantare anche quando perdi non li trovi. Per fare l’Europa ci vorrebbero tanti soldi, in Serie A sono salite Como e Parma che hanno tanti soldi: i tifosi devono sapere quello che si può fare, mantenere la categoria perché poi risalire è dura. La salvezza deve essere abbastanza, bisogna pesare tutte le squadre”.

Il saluto
“Grazie a tutti di vero cuore, ho sempre rispettato tutti. Questo mi hanno insegnato i miei genitori, lavorare sodo. Poi se arrivano i risultati bene, altrimenti devi cambiare qualcosa. Per me è stato un onore stare nel mondo del calcio. Non sono stato un grande campione da giocatore, ma da allenatore mi sono divertito. Con il Leicester la più grande impresa? Forse, ma Cagliari è Cagliari”

La Redazione

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