Lunga intervista ai microfoni di AS per Diego Godin che tra le tante domande dedicate all’Atletico Madrid, ha risposto anche a questioni che riguardano il Cagliari e il suo futuro.
Sul Cagliari e la lotta per non retrocedere: “Quando ho iniziato a Cerro, in Uruguay, ho vissuto situazioni simili, ero più giovane. Dopo tanti anni in Europa a lottare per i titoli, è più difficile perché sono venuto a Cagliari per provare a dare una mano; l’idea era di aiutare la squadra a lottare per le posizioni di Europa League, per fare un passo avanti, che era ciò che il presidente voluto. Ci siamo trovati in questa situazione che genera un po’ di angoscia, un po’ di nervosismo e per me, che sono uno dei veterani della squadra, genera molta responsabilità. Lotteremo e ci saranno momenti di tensione fino alla fine del campionato”.
Una battuta anche su Giovanni Simeone: “Gio è un ragazzo fantastico, bravissimo, un pezzo di pane. Ha un ottimo atteggiamento, si allena bene, è sempre positivo, cerca sempre di migliorare, parla con gli allenatori per vedere cosa può migliorare e per scoprire dove ha sbagliato. E ha una forza fisica che è ciò che gli dà quel plus vicino all’area, è un ottimo finalizzatore. Mi ha detto che nel campionato italiano è più difficile per lui, le difese sono molto strette, sono squadre molto tattiche e lui negli spazi si sente più a suo agio. Ha le condizioni, ovviamente, per poter provare un altro campionato come quello spagnolo, nel campionato inglese. Continuerà a crescere e fare carriera”.
Sul futuro: “Non so se mi restano due, tre o quattro anni da giocare. Valuto di anno in anno. E il mio grande obiettivo ora è aiutare il Cagliari a salvarsi. Sono venuto qui per una decisione di famiglia. È un grande club, gli uruguaiani ci amano qui e il mio grande obiettivo a breve termine è raggiungere la salvezza. Nel medio termine è poter giocare la Copa de América e la Coppa del Mondo, sarebbe la mia quarta”.
La Redazione