Il nuovo allenatore del Benevento, Roberto Stellone, è intervenuto stamani in conferenza stampa per presentare il match di sabato 11 febbraio 2023 all’Unipol Domus contro il Cagliari di Claudio Ranieri. Queste le sue parole riprese da Ottopagine.it.
L’impatto di Stellone con il mondo Benevento
“Ho parlato tanto in questi giorni. Devi cercare nel minor tempo possibile di dire le cose più importanti. Ho preso questa situazione con il massimo dell’entusiasmo. Sono felice della fiducia che mi è stata data. Ho visto un gruppo che ha tanta voglia di uscire da questa situazione, non è una squadra che se ne frega. Ho visto ragazzi venire tre ore prima dell’allenamento. Tutti vogliono uscire da questo momento negativo. Ho trovato una squadra che sta molto bene fisicamente, con grande spirito di sacrificio e abnegazione. Domani la partita che affronteremo, qualora dovessimo vincerla sarà solo merito loro e non mio. Ho trovato una disponibilità incredibile da parte di tutto l’ambiente. Ho notato una voglia incredibile di lavorare. Questo mi fa ben sperare. Se riusciamo a remare tutti dalla stessa direzione, aumentano le probabilità di uscire da un periodo così negativo. I presupposti sono ottimi. Questa squadra è forte in tutti i ruoli, metti il pizzico di entusiasmo che è quello che manca.I ragazzi non si sono scordati di come si gioca a calcio, hanno la testa un po’ pesante per i risultati: ti viene meno da rischiare meno il cross, dribbling e altro. Ho lavorato soprattutto sul ritrovarsi come squadra e come singolo calciatore. Nella partita di domani se tutti metteranno l’impegno di questa settimana, difficilmente perderemo partite. Questa è la sensazione che ho avvertito”.
La crisi delle Streghe
“C’è un dato che spicca e che parla chiaro: la squadra ha vinto poco. Non calcia molto in porta, non crossa molto, mi dà la sensazione che si gioca ma non si è ficcanti dove a me piace. Dobbiamo capire che per uscire dalla situazione non conta la bellezza, ma calciare più in porta dell’avversario e non subire gol. Come? Da uniti, da squadra. Ognuno aiuta il compagno. Chi sbaglia corre, chi gli sta vicino corre ancora più in forte. A me ciò che interessa è lo spirito di squadra, poi con i calciatori che si hanno in rosa non devo insegnare nulla. È una squadra molto forte, ci sono cinque/sei indisponibili tra infortuni e squalifiche, non sono preoccupato per niente. In ogni ruolo ho due calciatori con caratteristiche che ci permettono di fare tutti i tipi di moduli, dobbiamo solo trovare la vittoria per toglierci da dosso lo stato d’animo di tutti. C’è poca fiducia, quindi in un attimo può cambiare tutto. Già mi sono trovato in situazioni del genere, anche peggiori. La classifica dice che la situazione è difficile, ma con la squadra che abbiamo non lo sarà. Dobbiamo lavorare e capire cosa mi possono dare, anche perché un conto è la partita e altro è l’allenamento. Sono sicuro che ne usciremo. Prima ne usciamo e prima si pensa ad altro”.
Le possibili scelte
“Non ho pensato alle presenze dei calciatori, io alleno dal lunedì al venerdì e osservo. Il campo parla. Abbiamo trenta persone a lavorare, insieme ci confrontiamo con lo staff. Sappiamo chi ci può dare di più, chi può subentrare meglio. Non vedo chi ha fatto due presenze. Per motivare tutti ho un metodo che faccio giocare chi merita. È capace che un calciatore che mi fa una doppietta, in settimana si rilassa un po’. Per un discorso di gruppo non si può sbagliare. Per me sarà un dramma scegliere perché si sono allenati tutti molto bene”.
Il rapporto con il predecessore Cannavaro e il problema attacco
“Conosco Cannavaro, l’ho chiamato per rispetto. Gli attaccanti? Se si segna poco non è colpa degli attaccanti, come quando si prende gol non è solo colpa dei difensori. Da ex punta mi è capitato di passare quindici giornate senza segnare. È sempre un discorso di squadra. Sarebbe grave non avere le situazioni per segnare. Non parlo della strategia degli allenatori precedenti. Sono tanti i fattori per ottenere un risultato che non basta avere l’attaccante buono per segnare, ma servono tanti aspetti. Dobbiamo resettare ciò che è stato prima di lunedì. Ho lavorato su cose più semplici da fare nell’immediato. Una praticità nell’immediato. Non mi invento nulla, ma questo metodo è più facile da assimilare e più immediato”.
Rebus attacco
“Abbiamo un parco attaccanti importante. Possiamo giocare con due sottopunte tipo Ciano e Farias o la punta che attacca la profondità come La Gumina. Se mi serve una punta d’area c’è Simy o Pettinari. Senza dare riferimenti potrei utilizzare solo Farias. Dormirò poco da qua a maggio, possiamo fare tutti i moduli e impiegare gli elementi in base all’avversario”.
I convocati
“Sono squalificati Viviani e Schiattarella. Pastina è febbricitante. Ciano ha un fastidio, anche Glik non sta ancora bene così come El Kaouakibi. Letizia è disponibile. Non si deve gestire nessun calciatore, chi ha un problemino resta fuori”.
La fiducia del presidente Vigorito e i tifosi
“Vigorito mi ha convinto già quando ho visto il suo numero sul telefono. Ci tiene tanto. Ha molto entusiasmo, come ce l’hanno i calciatori e tutti quelli che stanno lavorando per il Benevento. Sono sicuro che ne usciremo presto. I tifosi? Loro vogliono il bene della squadra, ma soprattutto vuole l’impegno. Di sicuro lo metteremo. Non devo dare consigli a loro, ma da ex calciatori gli dico che quando non vanno benissimo le cose, avere dalla propria parte la tifoseria che incita già dal riscaldamento aumentano le probabilità di uscire dal momento buio. Il tifoso ha il diritto di esprimere il proprio pensiero. L’anno scorso a Reggio Calabria c’era un distacco totale dall’ambiente, c’era delusione. Da quello che vedo qui è che c’è una voglia matta di uscire da questa situazione. Spero che da domani ci sia questo, se questo non ci sarà starà a noi fargli cambiare idea”.
La fase difensiva
“Abbiamo cercato di lavorare anche su dei concetti difensivi. Quando si prende gol non c’è solo un errore, ma anche tanti errori di concentrazione. Dobbiamo mettere in preventivo che tutti sbagliano. Il mio compito è quello di farli sbagliare di meno”.
Mentalità e fisicità
“L’aspetto mentale conta più dell’aspetto fisico. La condizione dei ragazzi è buona, faccio i complimenti a Cannavaro e al suo staff. Poi ci sono altri dati che devo analizzare insieme ai miei collaboratori, per esempio se corri prima corri meno. Bisogna correre bene. L’idea è quella di partire dall’attacco a correre, a stare pronti”.
Ipotesi allenamenti a porte aperte
“Degli allenamenti a porte aperte non ne ho parlato. Preferisco farli a porte chiuse non per nascondere le strategie. Se il presidente decide di aprirle, per me non ci sono problemi”.
Stellone e la sfida Benevento
“In questo momento è la sfida più importante per me. Faccio questo lavoro con il massimo dell’impegno. Da quando mi ha telefonato il presidente, penso che in quattro giorni abbia sentito mio figlio un minuto. È troppo importante dare tutto”.
Il rapporto con il collaboratore Gennari
“Gennari stiamo insieme da dieci anni, abbiamo giocato insieme da bambini. Si è trovato benissimo a Benevento”.
Stellone e la città di Benevento
“Io vivo lontano. Quando lavoravo a Frosinone tornavo a Roma, ma lì ci ho vinto tre campionati. Non c’entra niente che uno torna a casa sua, non mi determina il risultato. Vivo la città perché sto qua, ma se abitavo a mezzora da qua tornavo a casa da mia figlia perché è anche giusto staccare”.
Verso il Cagliari
“Il modulo lascia il tempo che trova sulla lavagna. Quella di Cagliari sarà una partita difficile, come tutte. Affrontiamo una squadra forte, ma lo siamo anche noi”.
La Redazione