Il 18 nella smorfia napoletana sta a simboleggiare il sangue. Così, a ridosso della tombola con i parenti sotto l’Albero di Natale, anche la Torres di Alfonso Greco dopo 18 turni del Girone B di Serie C, e soprattutto dopo l’ultimo bel pari di cuore, carattere e bontà tecnica per 1-1 in casa della capolista Cesena (qui per la cronaca del match), ha definitivamente scoperto di avere sangue blu (e rosso) e di potersi considerare a tutti gli effetti una nobile del campionato.
Test superato
Il Manuzzi come un test del DNA per la squadra sassarese, un’analisi che ha restituito un certificato di qualità per sogni e ambizioni stagionali. Fin qui la Torres aveva fatto un percorso netto e straordinario per punti e prestazioni, ma la gara a Cesena era di fatto quel banco di prova per verificare la concreta solidità del gruppo guidato da Alfonso Greco (clicca qui per leggere le parole del tecnico ai nostri microfoni dopo la partita). I rossoblù infatti avevano già fatto in campionato delle ottime prove in campi più che difficili, come nel pari a Perugia o nel successo all’Adriatico sul Pescara, ma mancava un ultimo tassello. Più sotto l’aspetto della tenuta mentale che della semplice applicazione tattica o della bravura tecnica. Anche perché i bianconeri di Domenico Toscano, così come la Torres, fin qui hanno fatto un torneo a parte. C’era la curiosità di capire se questo spogliatoio rossoblù fosse alla pari di quello romagnolo, in grado di dare 12 punti di distacco alla terza in meno di un girone d’andata (in attesa del Perugia). Il pari per 1-1, firmato dai soliti Shpendi e Fischnaller, per come è arrivato ha certificato anche lo spirito da battaglia di una Torres che allo schiaffo preso a inizio ripresa invece che mollare la presa ha saputo rispondere colpo su colpo. Una squadra meno solida avrebbe accusato e il rischio imbarcata, dati anche i numeri dell’attacco bianconero, era concreto. Invece Antonelli e compagni (clicca qui per le nostre pagelle dal Manuzzi) hanno trovato le energie per reagire, hanno anche sfiorato il gol del 2-1 con Zecca e poi hanno saputo soffrire nel finale sull’arrembaggio del Cesena.
Contesto
Di fatto il pari per 1-1 porta in dote un punto a entrambe le squadre, ma lascia delle consapevolezze opposte alle due formazioni. Il Cesena, Toscano e i suoi non lo ammetteranno ma a livello di ambiente i tifosi hanno già riversato su social e forum diverse considerazioni in questa direzione, aspettava questa sfida per avere la certezza di essere la rosa con la forza per ammazzare il campionato già a dicembre. La piazza romagnola ha in parte commesso l’errore che già altre realtà, dalla Carrarese alla Lucchese, dal Perugia al Pescara, avevano fatto nei confronti dei rossoblù: considerare la Torres un fuoco di paglia, una rosa equilibrata che aveva approcciato bene la stagione. Non è un caso che il commento medio a fine gara al Manuzzi fosse: “No, la Torres non è lì a caso. Questa squadra ci farà penare fino alla fine“. Lo ha detto lo stesso giocatore del Cesena Prestia in sala stampa a termine dell’incontro. Un aspetto questo su cui la Torres deve essere brava a giocare, infilarsi in tutte le crepe psicologiche dell’avversario per portare dalla sua il vantaggio di essere l’outsider. Con Cesena che in qualche modo potrebbe soffrire la lunga rincorsa alla Serie B che dura da diverse stagioni. Negli anni scorsi i bianconeri hanno perso il confronto per la vittoria del campionato contro delle squadre attrezzate per vincere, come la Reggiana. Pur investendo tanto. Quest’anno, forse, dopo una prima parte di campionato i bianconeri hanno davvero considerato di poter andare in fuga con maggiore facilità, e d’altronde sono la squadra più forte per gioco espresso del girone d’andata (il tutto con 4 2004 in campo, un 2003 e un 2001, a conferma della bontà del progetto). Avere una Torres sempre lì vicino, se i sassaresi riusciranno a tenere questo ritmo anche in primavera, potrebbe limare e non poco le certezze del gruppo di Toscano, riproponendo fantasmi e paure delle scorse annate. Al contrario la Torres da Cesena torna con un punto che vale quasi tre. Una gara che non ha fatto che accrescere la fiducia di uno spogliatoio che partita dopo partita ha capito il suo reale valore.
Futuro
La Torres lì può starci e ha tutte le carte in regola per giocarsela fino alla fine. Ora starà alla fame dello spogliatoio e dell’ambiente, che a Cesena è stato finalmente unito e compatto e ha supportato la squadra come non accadeva da tempo, trovare le energie per avere continuità fino in fondo. Non tutti i giocatori sono abituati a campionati giocati per vincere fino all’ultima giornata. Ai vari Mastinu o Fischnaller, magari, nel mercato di gennaio andranno affiancati dei calciatori non per forza titolari inamovibili ma comunque abituati a certe dinamiche. Forse è l’unica vera mossa sensata che potrebbe fare il club al di là di qualche alternativa e qualche uscita, anche se muovere anche solo una pedina in un giocattolo fin qui quasi perfetto è un bel gioco di equilibrismo. Ma questo sarà il futuro, il presente parla già di una prossima sfida pre-natalizia al Pineto che sa di trappolone. Anche perché la squadra abruzzese è compatta e sempre dura a morire, come ha dimostrato il cammino fatto da neopromossa nel girone d’andata con tanto di posto, al momento, nei playoff. Cesena per la Torres dovrà essere lo stimolo in più per andare ancora oltre le aspettative, senza pensare di essere arrivata al punto massimo possibile. Con il Vanni Sanna che dovrà essere un fattore, così come il pubblico rossoblù lo è stato al Manuzzi.
Roberto Pinna