Ancora una volta i rossoblù torresini e i bianchi olbiesi si incontreranno nello stadio più antico della Sardegna, il “Vanni Sanna” di Sassari, o per i più nostalgici stadio “Acquedotto”. La partita di domenica 21 gennaio, derby sardo di Lega Pro e in diretta anche su Rai 2, offrirà un testacoda da vertigini. Se la Torres si gode l’aria quasi rarefatta delle altissime vette della classifica, per l’Olbia è quasi un caldo infernale, in una posizione della griglia, di nome e di fatto, per nulla comoda.
I primi derby in Serie C
L’album dei ricordi oggi si è soffermato alla pagina 1968-69, cioè alla stagione che vide le due compagini per la prima volta contrapposte in Serie C. Torres e Olbia si trovarono contemporaneamente in terza serie anche nella stagione 1947-48, ma il tardivo ripescaggio dell’Olbia costrinse i bianchi a disputare il torneo in un girone differente rispetto a quello che vedeva in lizza Carbosarda e Torres. Il primo incontro in C si disputò al “Nespoli” il 29 dicembre 1968 e come in questa stagione a vincere, nel tifo indiavolato di seimila spettatori, furono i torresini di Colomban. Ventura insaccò il punto decisivo all’83’, al fischio dell’arbitro Menegali di Roma: Olbia 1- Torres 2.
Dal freddo decembrino alla calura del primo giorno di giugno passa un intero girone di ritorno e le due compagini si ritrovano stavolta a campi invertiti, mancano quattro giornate al termine del torneo e sia i rossoblù di Colomban, che i bianchi di Degortes non hanno più nulla da chiedere al campionato, se non cercare di posizionarsi al meglio in vista dell’imminente traguardo. Per non sentirsi da meno, anche l’Acquedotto vede sui propri spalti circa seimila accaniti tifosi. Non manca, durante il corteo verso lo stadio, il famoso asinello vestito di bianco, in chiaro riferimento con sfottò agli avversari. Se il tifo è molto acceso, in campo certo i ventidue non si risparmieranno. Per sottolineare il clima non certo sereno, il cronista Marco Faiella esordì con un icastico incipit: “Maledetto derby. I derbies sono residui dell’età tribale”. E non furono parole usate con leggerezza. A un primo tempo, fisico, ma non cattivo, governato alla meglio dal signor Fruschi di Pescara, succede una ripresa che da subito mostra la rivalità più accanita tra le due squadre. Ne fa le spese Ferrandini che, dopo un’entrata molto ruvida, viene invitato a lasciare il campo. Pochi minuti dopo l’Olbia, al 56’, con Pasqua, riequilibra un incontro che aveva visto la Torres avanti dalla prima frazione grazie al punto realizzato da Morosi. Nei minuti successivi al pari l’incontro diventa incandescente: Casadio, con un fallo non cattivo, colpisce il già zoppicante Bernardi e l’arbitro espelle il secondo rossoblù. Sugli spalti il fuoco divampa, piovono bottigliette in campo che pesano quanto l’ira dei tifosi. L’Olbia, con 30 minuti ancora da giocare pare poter prendere il sopravvento. La Torres è costretta a rimodellare le posizioni in campo, visto che il centrocampo è stato ampiamente potato dall’arbitro. Eppure i bianchi non spingono più di tanto e la Torres guardinga attende. Di fatto l’incontro giunge alla conclusione con un punto ciascuno. A distanza di cinquantacinque anni domenica 21 gennaio i due blasonati undici di Olbia e Torres incroceranno nuovamente le armi in Serie C. Il campo consegnerà un ulteriore ricordo a uno dei derby più affascinanti della nostra Isola.
Mario Fadda