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L’Analisi | Cagliari, contro l’Atalanta la miglior prestazione per spirito e scelte

Gianluca Gaetano durante Cagliari-Atalanta | Foto Valerio Spano
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Tre punti fondamentali sia per il valore intrinseco sia per il come sono arrivati, senza dimenticare il valore dell’avversario. Il Cagliari di Claudio Ranieri, fortissimamente di Claudio Ranieri questa volta più che mai, ha superato dopo l’ennesima rimonta una delle squadre più quotate della Serie A, quell’Atalanta di Gian Piero Gasperini che è crollata sotto i colpi dei rossoblù tutto spirito e coesione. E, soprattutto, affondata dopo le scelte dell’allenatore romano, capace di trovare la chiave di volta dopo i primi venticinque minuti di difficoltà e dominio territoriale bergamasco.

Segnali
La gara disputata dal Cagliari ha vissuto di due atti, il primo lungo quanto la prima metà del primo tempo e un secondo che ha occupato la restante ora di gioco. In principio la scelta di provare ad affrontare l’Atalanta non sul suo terreno preferito, quello degli uno contro uno a tutto campo e della combinata corsa-intensità: 4-3-2-1 di fronte al 3-4-2-1 nerazzurro, con il risultato di uno sfilacciamento tra le linee e, soprattutto, quello di regalare i mezzi spazi tra centro ed esterno e tra centrocampo e attacco atalantino alle incursioni di Koopmeiners ed Ederson. Oltre che all’intesa tra Lookman e Scamacca, il primo abile ad aprire il duo di centrali Mina-Dossena e il secondo ad assecondare il compagno attaccando l’ampia zona tra i due rossoblù.

L’antipasto di quello che sarà poi il vantaggio messo a segno da Scamacca arriva dopo nemmeno sei minuti, quando Koopmeiners si stacca dal centrocampo diventando play basso per poi verticalizzare su Lookman arrivato tra le linee sulla trequarti. L’olandese gode di eccessiva libertà, i centrocampisti del Cagliari più che seguire inseguono gli avversari diretti. Nella zona prettamente centrale è evidente, inoltre, l’ampio spazio lasciato a Ederson per la corsa verticale a ricevere il pallone orizzontale del compagno nigeriano.

Il vantaggio nerazzurro non è l’esatta fotocopia di quanto visto in precedenza, ma comunque sfrutta gli stessi dettagli della prima occasione del pomeriggio. I mezzi spazi attaccati senza palla dai giocatori atalantini, la difficoltà nel coprire le zone da parte di quelli rossoblù, la libertà di Koopmeiners. Zappacosta apre la giocata con un pallone all’indietro per De Roon, mentre il centrocampista olandese ex AZ Alkmaar va a coprire la zona libera tra le linee. Nello stesso momento Lookman va ad aprire la linea difensiva, con Nández avanzato a creare densità nell’area di possesso iniziale nerazzurro e Mina costretto a uscire dal centro per accorciare sull’attaccante nigeriano. Dossena non chiude la diagonale e non stringe verso il compagno colombiano, lasciando così ampio spazio al taglio di Scamacca.

Risposta
Una volta passato in svantaggio il Cagliari continua a soffrire per circa quindici minuti, finché Ranieri non opta per una scelta che sorprende. Non più la difesa a quattro, ma un uomo su uomo che porta i rossoblù a schierarsi con una sorta di 3-4-2-1 a specchio con gli uomini di Gasperini.

La rete del pareggio è un esempio del nuovo atteggiamento tattico, con Sulemana che diventa di fatto il terzo difensore nella nuova retroguardia a tre, alternandosi con Deiola a seconda delle situazioni nel sostegno a Dossena e Mina. Augello e Nández passano a cursori a tutta fascia, Makoumbou e Deiola – o Sulemana – a mediani di contenimento, mentre Gaetano si muove da riferimento centrale tra il ruolo da 10 e da 9 con Shomurodov e Oristanio a fungere da punte di supporto sia offensivo che difensivo. La chiave che sposta gli equilibri è proprio il ruolo di Sulemana che diventa marcatore a uomo su Koopmeiners togliendo di fatto dal campo l’uomo in più dell’Atalanta. Sulla rete di Augello è importante notare lo svolgimento iniziale, partendo dalla sponda di Oristanio che permette l’attacco dello spazio senza palla di Gaetano e Shomurodov, il primo poi protagonista della verticalizzazione e il secondo del movimento in profondità. Da sottolineare infine la corsa del terzino mancino ex Sampdoria che ruba diversi metri ad Hateboer e conclude l’azione del compagno uzbeko dopo uno scatto a supporto non di poco conto.

Il cambio tattico con Sulemana tra i tre di difesa e Gaetano a giocare più centrale è evidente ancora di più nella ripresa. Cambiano gli interpreti nell’Atalanta non cambia la chiave, con Sulemana protagonista a uomo a tutto campo su De Katelaere, mentre Mina andava su Touré e Dossena su Lookman. In mezzo le coppie erano quelle formate da Makoumbou su De Roon e da Deiola sul più attivo offensivamente Ederson, gli esterni a tutta fascia formavano accoppiamenti automatici e così il trio d’attacco con menzione speciale per Oristanio, sempre pronto a ripiegare sul braccetto più propenso all’attacco tra i nerazzurri.

L’atteggiamento e lo spirito hanno così permesso al Cagliari di giocare sullo stesso campo filosofico di Gasperini, ossia l’uomo su uomo a tutto campo e la pressione alta per togliere respiro all’intensità degli avversari, fino a utilizzare la stessa arma contro i professionisti del genere in tutta la Serie A. Aggressività in fase di non possesso, ripartenze rapide e uno-due in fase di possesso, questi i dettagli che gli uomini di Ranieri hanno utilizzato per sovvertire pronostico e punteggio. L’antipasto del gol vittoria nella conclusione di Luvumbo dal vertice sinistro dell’area dell’Atalanta, occasione arrivata grazie al recupero alto di Dossena su Lookman prima e all’aver scoperto il lato debole dei nerazzurri nella zona di sinistra della difesa, dove Zappa e Luvumbo hanno creato scompiglio con sovrapposizioni e con l’aiuto in supporto di Makoumbou e Sulemana – a proposito di braccetto offensivo. Questo tipo di movimenti toglieva l’uno contro uno ai nerazzurri, con il centrocampista in aiuto al braccetto di sinistra che si trovava spesso tra due fuochi, ossia l’esterno di destra del Cagliari e il suo compagno di centrocampo immediatamente al suo fianco, nel caso specifico Makoumbou. Importante anche il movimento di Viola tra i due difensori, preambolo della rete proprio del numero 10 calabrese.

E il gol vittoria arriva con un’azione se non fotocopia, molto simile a quella appena descritta. Pallone che scivola sulla zona destra d’attacco, Zappa che scarica in verticale su Luvumbo che si allarga per poi proporsi nella sovrapposizione esterna, Sulemana – al posto di Makoumbou – a togliere attenzione tenendo così De Roon lontano dal possibile raddoppio, Viola che prima esce dalla zona centrale per poi tagliare tra i due difensori e vincere lo stacco contro Toloi e Djimsiti. La dimostrazione che il rischio può pagare, che intensità e supporto reciproco possono compensare deficit tecnici, che il noi può portare più dividendi dell’io. Una vittoria meritata, voluta e che fa compiere un nuovo deciso passo avanti ai rossoblù, non solo di classifica ma anche a livello prestazionale. E dopo i passi indietro di Monza e contro il Verona non era automatico, anche se non può essere un caso che sia arrivato con il ritorno in campo di Gaetano, con il rilancio di Sulemana dal primo minuto e con l’utilizzo in corsa e non dall’inizio di Luvumbo.

Matteo Zizola

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