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Stefano Sottili, tecnico della Torres | Foto Alessandro Sanna

La Torres e la atychifobia: la paura del fallimento che ferma la corsa salvezza rossoblù

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Torres, così fa male. Il 2-2 in casa del Siena nel ventisettesimo turno del Girone B della Serie C, clicca qui per la cronaca, ha rappresentato per la squadra sassarese l’ennesima beffa, l’ennesima occasione sprecata, di questo campionato. Ancora una rete presa nei minuti finali, ancora un gol subito per un errore individuale e ancora molta disattenzione mostrata in fase difensiva dopo un match giocato alla pari di una formazione costruita per altri obiettivi rispetto a quelli rossoblù.

Imparare la lezione

Partiamo da una premessa doverosa: nell’ultima partita l’errore che ha fatto sfumare due punti che sarebbero stati preziosissimi in ottica salvezza è stato fatto da Salvato, come già era capitato ad alcuni suoi compagni soprattutto dalla gara alla Recanatese in poi, ma puntare il dito contro i singoli o sulla sfortuna sarebbe l’errore più grande per i rossoblù. Il passo falso di Salvato in uscita è il simbolo di una formazione che ancora mentalmente non sembra davvero pronta per fare un certo step nella categoria. Questa Torres sta facendo un percorso di crescita più psicologico che tecnico per calarsi al meglio nella Serie C, un cammino forse più lungo del previsto che può anche essere naturale dopo tanti anni di assenza dai professionisti e con una rosa non sempre esperta negli uomini per la Lega Pro, ma che ora deve portare a dei risultati. Ripetere troppo spesso gli stessi errori senza dare l’impressione di avere davvero imparato la lezione implica un doppio problema, da un lato c’è una classifica che non permette più di temporeggiare ai sassaresi che devono iniziare a fare punti pesanti per non arrivare troppo vicini alla zona rossa nelle ultime gare e dall’altra c’è un umore dello spogliatoio che sembra condizionato dai vari passi falsi commessi in questo torneo. E sia chiaro che il discorso vale sia sotto la gestione Sottili che con quella di Greco, perché da questo punto di vista a livello di crescita di mentalità la Torres non sembra ancora aver fatto un balzo in avanti nonostante il cambio in panchina. La reazione del gruppo alle eccessive beffe subite per ora è stata quella di sviluppare una strana atychifobia, una paura del fallimento che si palesa costante nel secondo tempo. E la bravura di Sottili per il futuro sarà quella di fare quasi più da analista dei suoi che da allenatore.

Dati

Se guardiamo alle ultime quattro partite (Recanatese, Vis Pesaro, Lucchese, Siena) in cui la Torres ha raccolto solo 3 punti, meritandone in campo forse 10, salta subito all’occhio come quasi sempre i rossoblù siano passati in vantaggio. Con la Recanatese al Vanni Sanna l’1-1 è arrivato per gli ospiti solo all’88’ con un autogol di Liviero. Contro la Vis Pesaro il 2-1 che è valso la sconfitta dei sassaresi è arrivato al 92′ su azione di punizione, ma la Torres era passata in vantaggio con Diakite al 16′ subendo poi il pari sempre su calcio piazzato. Contro la Lucchese l’unica rimonta recente con Scappini abile a firmare l’1-1 dopo la rete di Panico. E poi nell’ultimo turno con il Siena il doppio vantaggio rossoblù con Saporiti e il solito Scappini, ma per due volte la Torres, con due disattenzioni, si è fatta recuperare. Insomma, questa rosa al momento non sembra in grado di gestire il match e spesso negli episodi chiave subisce invece che affondare il colpo. Il dato dei punti lasciati per strada da inizio stagione dopo essere passati per la prima volta in vantaggio è esorbitante: 16 punti gettati al vento. Con sedici punti in più al momento la Torres sarebbe stata quinta in classifica. Ovviamente non ci si può aspettare di vincere ogni partita in cui si va in vantaggio, ma le tante occasioni lasciate per strada rendono bene l’idea di una rosa che anche con la metà dei punti in più, quindi 8 e con ipoteticamente 38 punti in classifica, ora sarebbe più che salva e con un posto nei playoff. Per crescere a questa formazione sembra essere necessaria maggiore concentrazione e maggiore fiducia. Ritrovare delle certezze, soprattutto difensive, per essere cinici, quadrati e più cattivi. Facile a scriversi così su due righe, molto più complesso attuarlo in campo. Curioso anche vedere il momento dei gol subiti dai rossoblù. Su 24 gol presi in totale 9 sono arrivati nell’ultimo quarto d’ora di gara e di questi nove addirittura cinque sono stati incassati nei minuti di recupero. Un aspetto su cui lavorare e che preoccupa perché caratterialmente questa squadra sembra meno pronta per partite da dentro o fuori a fine stagione e l’impressione è quella che la permanenza nella categoria vada conquistata con ogni modo possibile prima degli ultimi turni. Salvo inversioni di rotta alla voce grinta e solidità.

Futuro

Il futuro presenta subito un nuovo importante esame per capire come e con che forza saprà reagire dopo Siena questa rosa. Al Vanni Sanna arriverà domenica 19 l’Alessandria, in un vero e proprio scontro salvezza con gli ospiti al momento diciassettesimi a 25 punti. Per i sassaresi ci sarà un unico risultato, la vittoria. Gara non facile per diversi motivi e non solo psicologici e ambientali per i ragazzi di Sottili. Che a Sassari non vincono dal lontano 5 novembre (2-1 al Montevarchi). Il tecnico infatti è alle prese con una vera e propria emergenza. Tanti gli infortunati di lungo corso a cui dopo il 2-2 in Toscana si sono aggiunti anche Lombardo e Ruocco per dei problemi al ginocchio, con Sottili che nel post-partita si è detto preoccupato per il terzino e il 10 che potrebbero averne per diverso tempo. In attesa degli esami del caso la rosa anti-Alessandria sarà comunque ridotta all’osso. Attenzione poi all’espulsione di Liviero che complica ulteriormente le scelte, con il rosso a fine gara per proteste a Siena per l’esterno che è un po’ il simbolo dell’ingenuità e della mancata lettura del momento dello spogliatoio rossoblù. Il bicchiere mezzo pieno recita di prestazioni che con Sottili in panchina sono praticamente sempre arrivate, quello mezzo vuoto parla di continui errori difensivi molto simili tra loro. All’allenatore, che in campo di professione faceva proprio il difensore, il compito di trovare una nuova quadra per la sua rosa in fase di non possesso.

Roberto Pinna

 

 

 

TAG:  Serie C Torres
 
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