Esordio in Serie A a ventinove anni e dopo solo sette gare dirette in cadetteria. Se il designatore Rocchi ha scelto di buttare nella mischia Matteo Marcenaro è evidente che le qualità non manchino all’arbitro della sezione di Genova. E il direttore di gara, in un Verona-Cagliari per nulla facile, ha risposto alla grande per 40 minuti, prima di trovare venti minuti di difficoltà che ne hanno minato una prestazione altrimenti positiva.
Approccio positivo
Con Massimiliano Irrati al VAR, fuoriclasse nel campo, il fischietto di Genova aveva comunque una garanzia. Non c’è stato però bisogno dell’intervento del collega al video, non tanto a causa dell’assenza di situazioni dubbie, anzi, quanto per il rispetto totale del protocollo. Per 40 minuti Marcenaro si dimostra puntuale, attento, tecnicamente perfetto. Lascia correre quando è possibile, interviene quando necessario. Al 35′ il primo cartellino giallo e sarà proprio questo episodio a creargli problemi poco dopo. Nulla da eccepire sull’ammonizione comminata a Gunter, il fallo commesso su Grassi lanciato verso l’area di rigore è un chiarissimo esempio di SPA, blocco di un’azione d’attacco promettente. Non rosso, ovviamente, vista la presenza tra gli altri di Dawidowicz assieme al centrale tedesco.
Ingenuità
Sei minuti dopo il primo cartellino, quando la partita è arrivata al 41′ minuto, l’ingenuità di Marcenaro che incide e non poco sulla valutazione della sua prestazione. Gunter, ancora lui, entra in ritardo su Joao Pedro. Un intervento non durissimo, ma che se fosse stato punito con il giallo – e quindi con il cartellino rosso per doppia ammonizione – non sarebbe stato un errore. Se però da una parte l’assenza della sanzione disciplinare non è un errore di per sé grave, lo è invece il movimento di Marcenaro al momento del fallo del giocatore del Verona. Porta la mano istintivamente verso la tasca destra del pantaloncino, pronto a prendere il cartellino giallo, per poi allontanarla non appena – si suppone – nota che il colpevole dell’infrazione era proprio il già ammonito Gunter.
Zona grigia
La fase di difficoltà del direttore di gara classe ’92 non termina con la fine della prima frazione. Al 49′, infatti, Simeone entra in maniera dura e senza possibilità di raggiungere il pallone su Nahitan Nández. Pochi istanti prima i due erano stati protagonisti di un battibecco e l’entrata del Cholito è apparsa una sorta di fallo di frustrazione. Il rosso diretto – al contrario del giallo mostrato all’ex rossoblù – sarebbe stato probabilmente la decisione più corretta. Il VAR Irrati, dal canto suo, nel pieno rispetto del protocollo non interviene. Marcenaro, infatti, è in pieno controllo dell’azione e il fallo di Simeone, per quanto duro, non ha tutti gli elementi del chiaro ed evidente errore. Situazione che però non finisce con l’ammonizione, perché in seguito si crea una mischia che coinvolge anche le panchine. Keita spinge Tudor, il tecnico del Verona reagisce, Lazovic a sua volta interviene nella contesa. Marcenaro osserva e poi estrae il cartellino giallo per i due giocatori e l’allenatore gialloblù.
Risalita
Infine altri tre episodi, il primo quando il direttore di gara grazia Ceppitelli che sarebbe meritevole di ammonizione per l’intervento su Barak al 56′. Vero è che il numero 23 del Cagliari prende anche il pallone, ma l’entrata è dura e pericolosa. All’88’ giusto il giallo a Caceres che ritarda sensibilmente la ripresa del gioco in occasione di una rimessa laterale offensiva per la squadra rossoblù. Un minuto dopo corretto il fischio ai danni di Lazovic per il braccio largo al limite dell’area sul lato corto sinistro. Un’altra curiosità sono i soli 4 minuti di recupero, pochi considerati gli ampi gesti che Marcenaro ha rivolto nella fase finale della partita ai giocatori del Cagliari in occasione di alcune perdite di tempo e dei crampi occorsi a Grassi e Lykogiannis.
In definitiva prestazione purtroppo insufficiente per Mercenaro che ha avuto alcune difficoltà dettate dall’inesperienza. Allo stesso tempo, però, tolta la parte centrale del match ha dimostrato di avere delle qualità che sicuramente faranno comodo a Rocchi nel futuro. Errori che fanno parte di un percorso di crescita fisiologico, ma che non possono cancellare la sensazione di essere di fronte a un direttore di gara che, se sarà capace di crescere mentalmente, potrebbe diventare una figura di riferimento nel panorama arbitrale del futuro.
Matteo Zizola