Dall’estate del mercato creativo a quella della rivoluzione delle cessioni. Da un anno all’altro il Cagliari è tornato al punto di partenza, quello di fare i conti con i conti e cercare la quadra per un campionato di Serie B storicamente complicato. Dopo le prime partenze – su tutti Vicario, Simeone e quelle ormai in dirittura d’arrivo di Cragno e Bellanova – il direttore sportivo Capozucca va a caccia di offerte per chi è destinato a salutare la Sardegna.
Questione di bilancio
In una situazione di normalità la parola incedibile definirebbe quei giocatori che, nonostante le richieste, resterebbero punti fermi senza se e senza ma. Quella del Cagliari, però, è tutt’altro che una fase normale e così la parola incedibile prende tutt’altro significato. Una serie di elementi che la società rossoblù vorrebbe lasciar andare senza troppi complimenti, ma che per un motivo o per un altro diventa difficile piazzare. Questioni di bilancio e questioni di ingaggio. D’altronde in questo secondo caso il direttore sportivo rossoblù è stato chiaro nelle sue parole nella conferenza stampa di inizio giugno: “Dobbiamo completamente rifondare, poi chiaro che non tutti possono andar via, magari ci sono anche giocatori che non vengono presi perché nella nostra demenziale retrocessione abbiamo calciatori con un ingaggio importante“. Così non resta che iniziare la politica delle cessioni da chi porta con sé tutti i presupposti per essere appetibile sul mercato, sia per i possibili acquirenti che per il Cagliari. Plusvalenza a bilancio, uno stipendio che non allontani le pretendenti, un valore sportivo che renda interessante il profilo. Cragno e Carboni al Monza, Marin all’Empoli, Bellanova all’Inter, Joao Pedro sempre più vicino al Torino sono tutti giocatori che rispondono a tutte e tre le caratteristiche. Valore a bilancio che si sposa con quello alla vendita, ingaggio annuale pari al valore sul mercato del giocatore, caratteristiche tecniche cercate da diversi club della Serie A.
In-cedibili
Una volta chiusi gli addii dei primi nominati nel Grande Fratello rossoblù, restano da risolvere alcuni casi spinosi. Giocatori che sì sono prossimi ai saluti, ma che per un motivo o per un altro potrebbero essere parte del gruppo al raduno del 3 luglio al centro sportivo di Assemini. Partendo da Nahitan Nández, un tempo fiore all’occhiello alla voce possibili plusvalenze e oggi alla ricerca di incastri che ne favoriscano la partenza. L’ingaggio non un problema, il valore sportivo del giocatore nemmeno. Il contratto in scadenza nel 2024 – e senza possibilità di rinnovo – è la vera nota dolente per il Cagliari. Un aspetto che chiude le porte al prestito senza obbligo di riscatto, al contrario il rischio di ritrovare il León in rossoblù la prossima estate sarebbe troppo alto per poterlo correre. Per questo si attende che il Napoli, ceduto Demme, migliori l’offerta dando alla società rossoblù la sicurezza di una cessione futura, così come la speranza è che Roma – e perché no Inter – possano tornare alla carica anche grazie alla valutazione, 13 milioni, sensibilmente ridotta rispetto al recente passato. Restando in Uruguay anche Gastón Pereiro attende di capire il proprio futuro. Nel caso del Tonga l’ingaggio elevato vicino ai 2 milioni è un ostacolo non di poco conto. Anche perché al contrario del connazionale il suo nome non stuzzica in Serie A e si attendono richieste dall’estero che, però, proprio l’ingaggio rende difficili. Senza dimenticare che il suo valore a bilancio intorno ai 2 milioni toglie dal tavolo una cessione eccessivamente economica.
Tra il dire e il fare
Uomo salvezza in passato, delusione nel finale di stagione che ha portato alla retrocessione. Leonardo Pavoletti è in cima alla lista dei cedibili incedibili, questione di età e di un ingaggio importante, troppo dopo un campionato non di certo esaltante. “Se il Genoa è interessato se ne può parlare…È un ragazzo che si allena con grande serietà, i genoani se lo ricordano bene” – le parole di Stefano Capozucca al Secolo XIX lo scorso 9 giugno. Una dichiarazione d’intenti chiara, liberarsi dell’attaccante livornese e fare spazio a un nuovo innesto, indiziato numero uno Gianluca Lapadula. Il problema però è duplice, da un lato l’assenza di pretendenti alla porta e dall’altro la volontà del numero 30 rossoblù. Che a Cagliari sta bene nonostante tutto e che non disdegnerebbe restare al centro del progetto anche in Serie B. Difficile che però Liverani possa presentarsi ai nastri di partenza della Serie B con due attaccanti dall’ingaggio troppo elevato per la cadetteria, Lapadula e appunto Pavoletti. Nonostante la partenza di Cerri – sempre più vicino al ritorno a Como – la presenza del centravanti livornese escluderebbe quella del nazionale peruviano. Per questo si attendono evoluzioni del mercato, magari in quella Salerno che ha provato con Joao Pedro e che ora potrebbe sterzare proprio su Pavoletti una volta perso Djuric.
Infine a tenere banco è anche la situazione relativa a Marko Rog. Che da uomo della provvidenza si è trasformato in quello del se. Sia pensando al passato, con quel secondo infortunio che ha privato il Cagliari di una pedina fondamentale la scorsa stagione, sia al futuro. Restare per riconoscenza verso chi lo ha atteso per oltre un anno e mezzo? Oppure salutare per andare a caccia dei Mondiali in Qatar, obiettivo che restando in Serie B sarebbe di fatto pura utopia? Mercoledì 29 luglio dovrebbe essere il giorno dell’incontro tra il suo agente Ramadani e il duo Giulini-Capozucca, con le solite sirene tedesche per ora non proprio concrete e l’opzione della permanenza da non escludere a priori. Un lusso per la categoria, senza dubbio, ma anche un investimento sfortunato da recuperare senza se e senza ma e che difficilmente può portare liquidità fresca dopo due annate trascorse quasi totalmente in infermeria.
Matteo Zizola