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Cagliari-Verona: Semplici cerca la cura per la Joao-dipendenza

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Poco possesso palla, tanti chilometri macinati, gol che arrivano da reparti completamente diversi. Potrebbe essere questo il riassunto della sfida tra Cagliari e Verona. Differenze alla voce gol che non sono tante se si guarda al dato generale, 31 per i rossoblù e 36 per gli uomini di Juric (dei quali tre “a tavolino” contro la Roma), ma sostanziali se si osserva chi ha contribuito al bottino delle due squadre.

Profondità e uomini chiave – Uno dei problemi del Cagliari di questa stagione è quello delle poche reti arrivate dai centrocampisti e dai difensori. Il calcolo è presto fatto, delle 31 marcature totali, infatti, 19 sono state siglate dal duo Joao Pedro (13) – Simeone (6), che rappresentano così oltre il 60% dei gol totali della squadra. Dietro di loro bisogna arrivare ai due di Pavoletti, Sottil e Lykogiannis per trovare i successivi realizzatori rossoblù. Tolto l’esterno greco, che ha siglato entrambi i gol su calcio di punizione, tra i difensori il solo Rugani è andato a tabellino, mentre le reti dei centrocampisti “puri” sono soltanto tre, una a testa per Marin, Nández e Nainggolan. Leonardo Semplici per poter vincere la battaglia salvezza dovrà giocoforza cercare maggiore profondità alla voce gol. Un Cagliari troppo dipendente dal suo numero dieci brasiliano e dal Cholito, tanto che quando sono mancate le loro reti anche la squadra è drasticamente crollata in classifica. Soprattutto l’astinenza durata più di un girone di Simeone è stata decisiva per le sorti rossoblù, l’aver parzialmente ritrovato Pavoletti non ha compensato l’assenza dal gol del compagno argentino.

Un Verona agli antipodi – I gialloblù di Juric vivono invece il problema opposto. L’Hellas infatti ha nella carenza di reti delle punte il punto dolente di una stagione che, con un centravanti da doppia cifra, sarebbe potuta essere ancora più importante di quanto è stata fino a oggi. Dodici giocatori a tabellino contro gli undici del Cagliari, ma è nel ruolo dei goleador che la differenza è netta e marcata. Ciò che manca ai rossoblù è parte integrante del Verona e viceversa. Dei 33 gol effettivamente segnati dagli scaligeri (36 secondo la classifica, ma tre sono arrivati dalla vittoria a tavolino sulla Roma della prima giornata) solo 5 sono stati segnati dagli attaccanti. Il migliore Favilli con due, mentre Kalinic, Colley e Lasagna si sono fermati a una sola segnatura. Zero reti invece per Di Carmine, poi passato al Crotone, e per il giovane Salcedo. Se quindi il Cagliari ha raccolto dalle sue due punte più prolifiche oltre il 60% delle reti, il Verona al contrario ha in dote dai suoi attaccanti solo il 15% del totale dei gol segnati. A farla da padrone sono invece due centrocampisti come Barak e Zaccagni con rispettivamente 6 e 5 reti, oltre gli esterni come Dimarco (4), Faraoni (2) e Lazovic (2).

Una sfida nella sfida dunque quella tra l’attacco del Cagliari, che spera di riavere i gol di Simeone e soprattutto dei suoi incursori della mediana, e i centrocampisti del Verona che, dal canto suo, attende con ansia i gol di Lasagna e Kalinic, con soprattutto quest’ultimo vera e propria bestia nera dei rossoblù. L’importanza per gli uomini di Semplici dei tre punti è ovvia, a prescindere da chi aiuterà a raccoglierli con i suoi gol, ma se i rossoblù vorranno raggiungere la salvezza è sempre più necessario che anche altri giocatori contribuiscano con il loro apporto nel tabellino. Magari fin dalla sfida di sabato 3 aprile alla Sardegna Arena, al contrario la Joao Pedro dipendenza potrebbe non bastare a centrare l’obiettivo della permanenza in Serie A.

Matteo Zizola

 
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