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Cagliari, tra rimpianti e concretezza: i dati e un feeling con il gol da migliorare

Leonardo Pavoletti durante Cagliari-Lazio | Foto Luigi Canu
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Un rapporto con il gol controverso. Guardando ai numeri si potrebbe inquadrare con poche parole il momento rossoblù nella metà campo avversaria. Eppure, a inizio stagione, nonostante un’infermeria piena, la fiducia era differente guardando al lungo periodo. Complice un passato recente in cui la finalizzazione non era stata il problema più grande, malgrado qualche piccola difficoltà si facesse intravedere. Difficoltà che nella massima serie si sono trasformate in crepe profonde sul tetto del Cagliari, quello che proteggerebbe dagli spiragli che provengono dai bassi fondi della classifica.

Cifre

Imprevisti, numeri, scelte. Nel minestrone invernale in salsa rossoblù si trova di tutto. Il gusto però è amaro perché sa anche di occasioni sprecate e di gol causati dalle proprie disattenzioni che hanno finito per favorire anche l’avversario di turno meno probabile. Il Cagliari è la terza squadra impegnata nella lotta salvezza per numero di tiri con 302, dietro solo a Lecce (319) e Sassuolo (304). I tiri nello specchio in totale sono però solo 86, dato che influenza quello delle reti che sono appena 22 – comunque seconda statistica migliore tra le ultime cinque in classifica attuali – e la percentuale di realizzazione che si attesta al 10%. A dare una miglior spiegazione del quadro ci sono però i numeri sugli Expected Goals (ExG). La squadra di Ranieri produce più di altre squadre, ma non riesce a concretizzare: è di 28.8 il valore fatto registrare dai rossoblù sugli ExG, più alto rispetto a Verona, Empoli, Salernitana, Udinese, Genoa, Torino, ma anche Frosinone, Monza e Bologna. La possibilità che una conclusione si possa trasformare in rete si scontra con gli errori sotto porta inattesi o per l’imprecisione di chi dovrebbe avere come primo obiettivo quello di far gol, ovvero gli attaccanti. L’altra faccia della medaglia afferma però che il Cagliari subisce anche più di quanto dovrebbe, con il dato sugli Expected Goals Against (ExA) a confermarlo, anche guardando ad altre squadre invischiate nella lotta per non retrocedere che fanno meglio come Sassuolo (33.7) o Verona (37.5). Su questa cifra ha un’influenza la produzione offensiva della squadra avversaria, ma anche la tipologia di gol subito, dalla posizione al nome di chi va in gol che può essere più o meno avvezzo alla realizzazione. I due dati sono utili alla statistica che spiega forse meglio di tutte le possibilità lasciate per strada dal Cagliari, quella degli Expected Points. I numeri che risultano dall’analisi di tutte le partite finora giocate affermano che la squadra di Ranieri potrebbe avere in classifica 28 punti, dieci in più degli attuali. Con la classifica alternativa che metterebbe dietro ai rossoblù ben 7 squadre. Quasi a dimostrare che le qualità per far meglio ci sarebbero, se solo l’ordine delle operazioni venisse aggiustato.

Concretezza

I numeri però si legano più al condizionale che al presente, tempo alleato di una salvezza da raggiungere in ogni modo. Per slegarsi dall’immaginario e badare al concreto è chiaro che serva un maggior equilibrio tra le due fasi. A servire sembra, tuttavia, anche una capacità di guardare al rischio con meno timore rispetto soprattutto alle ultime settimane, con le quattro sconfitte consecutive che hanno fatto da esempio pratico delle necessità. Il passaggio dai fogli statistici al campo si sviluppa sulle orme di un attacco in cui le scelte, complice l’infortunio di Oristano e il periodo in Coppa d’Africa di Luvumbo, hanno avuto poca linearità. Petagna, Lapadula, Pavoletti: questi i tre nomi principali, anche se a pagare nell’ultimo frangente di stagione è stato il livornese che nel 2024 ha visto il campo solo da subentrato malgrado resti il miglior marcatore tra i rossoblù con 4 reti all’attivo. Discorso inverso per Petagna, che nel nuovo anno ha trovato il primo gol stagionale ed è partito titolare cinque volte nelle ultime sei gare, ma è rimasto seduto nell’ultimo impegno con la Lazio. Mentre a metà strada si ferma un Lapadula che nelle ultime due gare contro Roma e Lazio, affrontate da titolare, ha dato segni di crescita importanti, ma contro la squadra di Sarri ha messo in evidenza come non possa sopportare il peso di tutto il reparto, ancor di più senza che il Cagliari riesca ad avere trame di gioco utili alle sue caratteristiche. Se la squadra pare aver bisogno di uno scheletro tattico che possa dare più certezze (qui per leggere il parere dei lettori a riguardo), dall’altra parte la risposta dovrà per forza arrivare però da chi lo compone. Il gol dell’ex Monza è l’unico infatti arrivato dal reparto attaccanti nell’ultimo mese e mezzo. Troppo poco per la salvezza, troppo poco per chi per il gol ci vive e per un Cagliari che ha bisogno di un cambio di passo per mantenere la Serie A.

Matteo Cardia

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