La stagione è appena all’inizio, ma in queste prime sette partite più una – la Coppa Italia – Di Francesco ha già sfogliato la margherita e deciso i suoi titolarissimi. Poco spazio agli stravolgimenti, il cerchio magico dei suoi uomini sembra ormai chiaro. La formazione del Cagliari sembra rimandare ai vecchi tempi, quando le maglie andavano dalla numero uno alla undici e si potevano recitare a memoria, senza parentesi, senza turnover, una certezza granitica.
Tra titolarissimi e pochi cambi – Cragno, Zappa, Walukiewicz, Godín, Lykogiannis, Marin, Rog, Nández, Joao Pedro, Sottil, Simeone più Ounas. Questa la filastrocca composta da mister DiFra e ormai diventata consueta. In alcuni casi, come contro la Sampdoria, sono cambiate le posizioni degli interpreti, il dualismo Sottil – Ounas unica concessione oltre la stabilità del resto, anche se nelle prossime uscite potrebbe entrare nelle rotazioni e diventare quel più uno anche Razvan Marin. E gli altri? Ci sono quelli che entrano sempre, minuto più minuto meno, come ad esempio Leonardo Pavoletti. Il centravanti livornese è il cambio automatico di Giovanni Simeone, uno stipendio comunque importante per un semplice rimpiazzo degli ultimi minuti. Favorito dall’apprendistato iniziale di Zappa anche Paolo Faragò ha avuto il suo spazio, ma con l’avvento del terzino ex Pescara per lui sono arrivate solo le briciole. Ragnar Klavan è il primo cambio in difesa, in silenzio e con professionalità cerca di rendersi utile quando chiamato in causa consapevole di essere un’alternativa solida, ma pur sempre un’alternativa peraltro non a basso costo. Dietro di lui Fabio Pisacane, buttato nella mischia in coppa e poi per qualche piccolo spezzone in campionato.
Tra crescita e delusione – Ha giocato più di Pavoletti, è partito titolare alla prima contro il Sassuolo ed è la vera sorpresa delle scelte di Di Francesco. Fabrizio Caligara ha raccolto sei presenze totali, il jolly di centrocampo utile come primo sostituto dei titolarissimi, davanti a compagni che in teoria sarebbero dovuti essergli davanti nelle gerarchie. Uno su tutti Christian Oliva, solo sedici minuti in Serie A e vero oggetto misterioso delle scelte dell’allenatore rossoblù. Il mediano uruguaiano è comunque più fortunato di Andrea Carboni, ancora non impegnato in campionato e con appena cinque minuti in coppa, di Alessandro Tripaldelli che sì ha giocato contro la Cremonese, ma ha raccolto soltanto due spezzoni in Serie A, di Alberto Cerri e i suoi quattro minuti nel finale di Bologna. È andata invece meglio a Matteo Tramoni, il classe 2000 di Ajaccio ha disputato da titolare la partita di coppa e ha messo la sua firma per 25 minuti contro l’Atalanta, più quelli del recupero contro la Sampdoria. Soprattutto Cerri con il suo milione di ingaggio a stagione è un peso non indifferente a bilancio considerando il rapporto costo – presenze, mentre gli altri hanno stipendi contenuti che ne giustificano il poco utilizzo.
Zero minuti costosi – La schiera dei non utilizzati è abbastanza ricca, giocatori da zero minuti zero che nemmeno in coppa hanno avuto la loro occasione. Escluso Vicario, secondo di Cragno che contro la Cremonese si è distinto positivamente, la lista di chi è rimasto a guardare parte da Luca Ceppitelli. Certo, covid e infortuni non hanno aiutato, ma la tribuna contro la Sampdoria nonostante la convocazione non appare un segnale di fiducia nell’ormai ex capitano. Contratto in scadenza, un milione di ingaggio, un lusso oneroso per un giocatore che non ha mai messo piede nemmeno in panchina. Stessa sorte, infortuni ma non covid, per Gastón Pereiro. Arrivato a gennaio, in questa stagione deve ancora assaggiare il campo, il suo milione e quattro di stipendio annuale un peso importante per un elemento rimasto a guardare e che spera di risorgere nelle prossime settimane. Tra ambientamento e problemi fisici non si è ancora visto nemmeno Zito Luvumbo, così come Simone Pinna è stato fermato dal crack al legamento collaterale del ginocchio che lo terrà fermo per mesi. Infine i due separati in casa Pajac e Birsa, il primo che si allena con la squadra senza essere chiamato in causa e il secondo vero e proprio desaparecido da 600mila euro a stagione.
A gennaio sarà importante un restyling per tagliare un monte ingaggi che lo stesso Giulini ha definito spesso importante, perché se da un lato il salto di qualità passa da stipendi corposi, dall’altro sono troppi i giocatori poco o mai utilizzati che incidono nelle casse della società rossoblù con ingaggi non da poco. Il covid e i mancati introiti hanno sollevato problemi economici che non permettono voli pindarici, a maggior ragione nel contesto attuale diventa doveroso piazzare chi non rientra nei piani dell’allenatore.
Matteo Zizola