Come in una partita a scacchi. Tattica, intelligenza e mosse calibrate alla perfezione. Da Godin a Carboni, passando per Ceppitelli e Rugani. Leonardo Semplici ha spostato e gestito con astuzia le sue pedine, ritrovando in questo finale di stagione quella solidità difensiva che il suo Cagliari sembrava aver smarrito da troppo tempo.
Spirito
Due gol subiti nelle ultime tre gare di campionato. Quello di Osimhen nel pareggio di Napoli e il momentaneo 1-1 di Lapadula nel delicato scontro salvezza in casa del Benevento. Diciassette, in totale, le reti incassate nelle 13 partite disputate dai rossoblù col tecnico ex Spal in panchina. Una media di 1,3 a gara contro quella di 1,8 fatta registrare nei 23 match con Eusebio Di Francesco alla guida della squadra. Così Semplici ha dato forma ad una “remuntada” insperata fino a poco prima del colpo di testa di Cerri col Parma.
Nella canonica disposizione a tre dal primo minuto in 11 occasioni o a quattro come nella sfida di ieri sera contro la Fiorentina e in quella con gli azzurri di Gattuso. Nelle ultime gare, il Cagliari ha trovato nella sua difesa quelle basi sulle quali costruire l’operazione salvezza. E le 13 presenze di un mai assente Godin, le sette apparizioni di Carboni, le nove di Ceppitelli, le quattro di Klavan, le due di Calabresi, le 11 di Rugani, le 9 Lykogiannis e le 10 Zappa sono la sintesi perfetta del grande lavoro svolto dall’allenatore toscano col proprio reparto arretrato.
Facce
Testa o croce. Facce opposte e al contempo simili di una stessa medaglia. Quella, in questo caso, del finale di stagione rossoblù. Da un lato Carboni, riuscito a riscattarsi a pieno a pochi giorni dalla prova opaca di Benevento nei 45 minuti disputati ieri contro la Fiorentina. Una considerazione che assume maggior rilievo se si considera che il cliente di giornata del 2001 di Tonara era quel quasi coetaneo Dusan Vlahovic autore, finora, di 21 gol in Serie A. Ventuno.
Dall’altro, Sebastian Walukiewicz, finito ai margini della rosa rossoblù dopo un avvio di stagione da protagonista e un errore commesso in occasione del gol di Muriel punito forse in maniera eccessiva. Dal 14 febbraio ad oggi, ancora nessun minuto in campo per il talento polacco. Un’eternità per chi era stato ampiamente riconosciuto come uno dei gioielli “made in Sardinia”. L’unico difensore della rosa a disposizione di Semplici a non aver ancora timbrato il cartellino.
Pedine diverse, stesso risultato. E allora diamo a Cesare ciò che è di Cesare. Perché la formula “stabilità difensiva” studiata dal tecnico toscano ha trasportato il suo Cagliari dal vicino precipizio della B ad un solo passo dall’impresa Serie A.
Alessio Caria