Chi si accontenta gode, anche se resta il rammarico per l’occasione persa. Il sesto risultato utile consecutivo del Cagliari spiega da solo le ragioni del pareggio a reti bianche, una pausa fisiologica dopo lo scatto che ha richiesto tutte le energie, sia fisiche che soprattutto mentali.
Incastri
Seduti sul divano il comandante Semplici e la sua truppa hanno osservato cosa accadeva alle dirette concorrenti. Notizie positive, i rossoblù possono guardare con soddisfazione ai risultati usciti dalla giornata trentasei della Serie A. La sostanza parla di un Cagliari al quale basta un punto nelle ultime due partite, quota 37 è abbastanza per raggiungere la salvezza. Qualsiasi incastro premierebbe gli uomini di Semplici, da un Benevento appaiato fino a un clamoroso arrivo a quattro ai fatidici 37 punti. Se da un lato il pareggio contro la Fiorentina ha un sapore amaro perché il Cagliari con una vittoria sarebbe già salvo come lo sono i viola, dall’altro non va dimenticata la situazione di classifica prima del filotto iniziato negli ultimi minuti della gara contro il Parma. Insomma, salvarsi all’ultima giornata resterebbe comunque una salvezza e visto come si era messa la stagione non è il caso di spaccare il capello.
Paura padrona
Tra il rischio di perdere e doversi giocare tutto nelle ultime due gare e la possibilità di vincere per chiudere ogni discorso il Cagliari ha scelto, inconsciamente o meno, di pareggiare. La virtù sta nel mezzo e i rossoblù hanno fatto affidamento sui probabili risultati degli altri campi, soprattutto quello di Bergamo. L’Atalanta ha rispettato i pronostici e così il Benevento è ora a cinque lunghezze da Nainggolan e compagni. Resta dietro il Cagliari anche lo Spezia, due volte in vantaggio e due volte raggiunto dalla Sampdoria. E resta dietro anche il Torino strapazzato per 7 a 0 dal Milan e che con questa debacle vede i rossoblù davanti non solo per il punto di distanza, ma anche per un gol nella differenza reti. La buona notizia è arrivata soprattutto da Bologna, la vittoria del Genoa significa salvezza per la squadra dell’ex Ballardini che così arriverà in Sardegna all’ultima giornata senza più obiettivi.
Ogni cosa a suo tempo
Il Cagliari avrebbe potuto sicuramente fare di più contro la Fiorentina, provare a chiudere i conti e lasciare Benevento, Torino e Spezia a giocarsi la salvezza. La stanchezza ha forse fatto la differenza e la stagione sembra seguire il destino segnato della sofferenza fino all’ultimo. In tanti, compreso il presidente Giulini, ci avrebbero messo la firma al novantesimo della gara contro il Parma, ma non va dimenticato un percorso sì esaltante nell’ultimo mese, ma decisamente fallimentare nel complesso del rapporto aspettative-risultati. Analisi che andranno fatte a tempo debito, ora conta solo il risultato finale, quella salvezza che da obiettivo minimo è diventata prima chimera, poi sogno e oggi miracolo. I perché di una salvezza quasi scappata di mano, il futuro in panchina tra Semplici sì e Semplici no, il mercato in tempo di Covid, il famoso salto di qualità da compiere, la vicenda stadio. Tutti temi che aspettano quel punto che manca o, chissà, un Crotone che ferma il Benevento.
Matteo Zizola