Divertire, attaccare, guardare in avanti. Sono state queste le parole chiave della conferenza di presentazione di Eusebio Di Francesco come nuovo allenatore del Cagliari. Bel gioco, voglia di dimenticare il passato e soprattutto ritrovare il contatto con i tifosi. I concetti espressi con maggiore insistenza sia dal tecnico pescarese, ex tra le altre di Sampdoria, Roma e Sassuolo, sia dal presidente rossoblù Tommaso Giulini.
Il ponte tra il dire e il fare dovrebbe essere il cambio di modulo con il 4-3-3 già indicato da Di Francesco come prima cura ai mali del Cagliari. Il tecnico inizierà a rivoluzionare l’assetto tattico rossoblù a partire dal ritiro di Aritzo e poi nel centro sportivo di Asseminello. Il Cagliari però da tanto tempo non punta su un modulo con tre attaccanti e la rosa sembra poco incline a questo stravolgimento al momento. Ecco dunque cosa manca al Cagliari per diventare una squadra a immagine e somiglianza del suo tecnico.
Partiamo dalla difesa. Definita da tifosi, club e persino lo stesso Di Francesco come il reparto da rifondare. Tanti i profili di esperienza in mezzo. Da Pisacane a Ceppitelli, passando per Klavan che è in scadenza ma ha nel contratto un’opzione per il rinnovo di un anno (che ancora però non è così scontato scatti). Tre usati garantiti ma come dimostra questa stagione anche profili inclini a numerosi infortuni. Bisognerà dunque rifondare partendo dal più giovane in rosa, quel Sebastian Walukiewicz che bene ha fatto nell’ultimo periodo con Walter Zenga quando ha avuto più chance da titolare. Il classe 2000 è un centrale moderno e abile con i piedi, sulla carta l’ideale per il gioco arioso che parte dal basso che Do Francesco ha in mente. Oltre a Walu però servono dei ricambi. C’è il giovane Carboni, ma come dimostrato nell’ultimo periodo in Serie A forse per lui è ancora un po’ presto e un passaggio in prestito potrebbe essere più utile. Sugli esterni di difesa c’è il vuoto. Aspetto non di poco conto in un 4-3-3 che ha bisogno della spinta sulla fascia. Anche per questo Mattiello potrebbe essere riscattato dall’Atalanta. Ma poi bisognerà investire, con il nome di Florenzi che è quello caldo in queste ultime ore soprattutto in relazione alla trattativa per Cragno.
Se il centrocampo, dove si faranno le carte false per tenere Nainggolan, è il reparto che meno preoccupa, anche se qualcosa forse manca in termini di ricambi, il Cagliari sembra per ora sprovvisto di tanti elementi sulle fasce offensive. C’è Pereiro, l’uruguaiano volante da valorizzare dopo un impatto insufficiente con la Serie A. Largo a destra e non da sottopunta, come amava definirlo Zenga, potrebbe rendere di più. L’alternativa potrebbe essere il rientrante Despodov. Tutto da valutare però in Serie A dopo una buona stagione in Austria allo Sturm Graz. E qui finisce la conta perché Farias è in uscita. Per Di Francesco sulla sinistra potrebbe giocare Joao Pedro. Un ruolo che però il brasiliano non ha particolarmente a cuore e come sottolineato dal suo entourage al momento il numero 10 si sta guardando intorno perché le offerte sono tante dopo una stagione da 18 gol in campionato. Difficile dunque giocare con un 4-3-3 senza almeno due giocatori per fascia e al momento il Cagliari sulla carta ha solo due esterni di ruolo: Pereiro e Despodov. Vero, Simeone ha dimostrato di saper fare un po’ tutto ma il Cagliari ha speso tanto per averlo e usarlo in un ruolo di fatica che rischia di valorizzarlo meno sembrerebbe una scelta azzardata. Ma questi sono i ragionamenti del calcio da ombrellone sarà poi il campo a dare le risposte a Eusebio Di Francesco.
Roberto Pinna