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Ragnar Klavan in Cagliari Olbia | Foto Sandro Giordano

Cagliari: cosa lascia a Di Francesco la gara con l’Olbia

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Cosa ci ha detto la prima uscita del Cagliari di Eusebio Di Francesco? Il calcio di agosto, diventato quest’anno il calcio di settembre, lascia sempre il tempo che trova ma l’1-0 contro l’Olbia allo stadio del Vento di Aritzo ha dato alcune indicazioni sulla strada che il Cagliari prenderà da qui all’inizio della Serie A. Un percorso lungo nell’apprendimento ma breve nei tempi, considerando che tra circa 15 giorni non ci sarà più tempo per esperimenti e si dovrà fare sul serio per la prima gara ufficiale contro il Sassuolo.

La tattica – Il 4-3-3 di Di Francesco cambia radicalmente la filosofia di gioco del Cagliari rispetto agli ultimi anni. Niente attendiamo e ripartenze, niente verticalizzazione immediata con il lancio lungo sulla punta. I rossoblù dovranno fare la partita. E questa è un’ulteriore sfida per un gruppo non sempre abituato ad avere in mano il pallino del gioco per novanta minuti. Di Francesco in questi giorni è stato chiaro: la palla resta quasi sempre a terra. Non un’imposizione definitiva ma una regola adatta al momento, con il pallone tra i piedi movimenti tattici e schemi di costruzione del gioco si imparano prima. Tra le curiosità c’è il forte dialogo tra play di difesa, mezzali e play di centrocampo. Continui triangoli passaggio volti a far muovere gli avversari per poi trovare la profondità con la salita del terzino oppure con uno scambio tra il 9 l’esterno d’attacco.

I leader – Che impressione hanno dato i senatori di questa squadra nella prima sgambata? Difficile giudicare i centrali di difesa, l’Olbia, seppur organizzata, aveva un attacco ridotto all’osso tra mercato in definizione e alcuni problemi fisici delle punte. Comunque con Pisacane e Klavan si è visto ordine e anche una linea attenta nei movimenti. Nandez è già in forma campionato. Ha corso più di tutti, ha svariato in ogni posizione del centrocampo e ha toccato davvero tanti palloni. Sembra per ora l’uomo chiave di questo Cagliari, ma tra lui e un ruolo da re della savana c’è di mezzo un mare di mercato. Bene Joao Pedro, che dopo le parole al miele per Di Francesco ha confermato di avere davvero voglia di lanciarsi nella sfida di una stagione da esterno dopo aver segnato 18 gol in Serie A agendo da finto trequartista. Ancora sulle gambe Simeone, condizionato però da una dorsalgia. Sui terzini i grandi punti di domanda. Faragò garantisce spinta e attenzione nei passaggi, pecca un po’ in fase di ripiegamento. Lykogiannis ha provato a spingere tanto anche se a volte con un po’ di disorganizzazione.

Marin – Un solo nuovo acquisto da mostrare al pubblico di Aritzo per il Cagliari, ma è stato un bel vedere. Ancora con lo sguardo da chi è in vacanza in Sardegna e deve capire bene dove è stato catapultato Marin ha inserito alla perfezione il GPS nei piedi. Trova i compagni con una precisione interessante, scende nella linea dei difensori per impostare calcio e ha fatto vedere 2-3 lanci millimetrici che hanno strappato applausi. Insomma, se il buongiorno si vede dal mattino i rossoblù, consigliati dal tecnico pescarese che lo ha voluto fortemente, hanno fatto un gran colpo.

I giovani – Partita non semplicissima per i tanti giovani aggregati da Di Francesco. C’era l’emozione delle TV e soprattutto davanti c’era una squadra come l’Olbia che Canzi, pur aspettando nuovi rinforzi, ha già trasformato in formazione compatta e fastidiosa da affrontare per tutti. Ladinetti, partito titolare da play, si è spento alla distanza. Ha iniziato scambiando bene con le due mezzali e il centrale di difesa ma giocare così per una gara intera non è semplice per chi deve trovare la gamba a certi ritmi e a certe intensità. Di Francesco lo ha consigliato molto in questi giorni di Aritzo e per lui, a prescindere dal prossimo passaggio futuro, sarà un’esperienza di crescita significativa. Un po’ fuori giri anche Delpupo e Gagliano. Normale per il primo, che è un 2003, mentre forse il bomber algherese stava già pensando a non fare male a quella che sarà la sua prossima squadra. Minuti importanti per fare esperienza per tutti gli altri giovani aggregati, con Boccia che da centrale ha fatto capire di essere pronto per una stagione da capitano della Primavera. Qualche guizzo per Masala e Bruno Conti, con Di Francesco che a fine partita ha scherzato sull’emozione di vedere un altro Conti in campo: “Ha fatto qualche tocchetto in più invece che passare la palla e gli ho detto, scherzando, di non fare come suo nonno”.

Roberto Pinna

 
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