La fine dell’anno è normalmente il tempo dei bilanci, mettersi alle spalle il passato e ripartire con nuovi propositi. Nella vita quello l’anno solare, nel calcio quello cha va da luglio al giugno successivo nel quale i bilanci non sono gli eventi di tutti i giorni, ma conti economici il cui risultato possibilmente deve aver un più davanti al numero.
Positività
Per il Cagliari la regola aurea è quella dello scudetto dei conti. Riuscire a tenere tutto in ordine, senza dimenticare i risultati sportivi che possono aiutare e non poco le casse societarie. Un conto è restare in Serie A, un altro la retrocessione. Salvato il salvabile grazie alla corsa sfrenata delle ultime settimane sul campo, ora è tempo di far quadrare incassi e spese. Il calciomercato è in questo caso una sorta di manna dal cielo, le plusvalenze la stessa polare da seguire. D’altronde il bilancio al 30 giugno 2020 fu salvato dai 37 milioni di euro arrivati dalla cessione di Barella all’Inter tra prestito e riscatto. Ora, però, appare necessario trovare uno o più nuovi Barella che possano aiutare sia a chiudere in attivo il conto economico sia a puntellare una rosa che ha bisogno di miglioramenti e di rimpiazzare gli eventuali partenti.
Difficoltà
Non va dimenticato che il bilancio dell’ultimo esercizio era stato colpito dalla pandemia che ha ridotto sostanzialmente gli incassi. In quel caso per metà, perché il Covid arrivò a stagione inoltrata, mentre l’ultimo è stato un campionato al 100% pandemico. Inoltre la situazione della società rossoblù, pur se sicuramentenon drammatica, sembra comunque richiedere un ingresso forte di liquidità. Lo conferma il fatto che il Cagliari sarebbe, secondo quanto riportato dal quotidiano La Repubblica, tra i sei club firmatari della richiesta alla Federcalcio di posticipo delle scadenze per il pagamento degli stipendi da marzo in avanti.
Nuovi Barella
Il parco giocatori del Cagliari non è di poco conto tra monte ingaggi e valore sul mercato. Cedere un singolo piuttosto che un altro fa comunque una differenza pari a quella del valore residuo del calciatore messo a bilancio. Guardando al 30 giugno 2020 è evidente che due nomi su tutti garantirebbero entrate fresche e nette al 100%. Il primo è Alessio Cragno, valore residuo pari a zero euro e anche tecnicamente uomo sacrificabile alla causa. Una sua cessione garantirebbe una plusvalenza completa sulla falsariga di quella ottenuta dalla vendita di Barella, senza dimenticare che dal punto di vista sportivo la presenza di Guglielmo Vicario farebbe cadere il Cagliari in piedi. Il secondo è Joao Pedro, anche lui con un valore residuo di zero euro e dunque possibile guadagno netto al 100%. Nel caso del brasiliano, però, solo un’offerta di quelle che non si possono rifiutare farebbe vacillare società e giocatore. Il legame con la piazza, ripetuto nel post partita contro il Milan, e la necessità di sostituirlo andando nuovamente sul mercato non sembrano lasciare troppo spazio a una sua partenza, comunque da non escludere.
In vetrina
Il bene più prezioso e anche quello che attira più pretendenti tra tutta la rosa è senza dubbio Nahitan Nández. Tommaso Giulini ha sempre fatto capire che dal muro dei 36 milioni non si scappa, volontà giustificata anche dall’eventuale plusvalenza che deve fare i conti con il valore residuo di 12 milioni al giugno 2020 – dovrebbe diventare intorno ai 10 nel 2021 – e da quel 10% detenuto dal Boca Juniors sulla futura rivendita. In sostanza, come guadagno netto, Nández non si avvicina a ciò che ha rappresentato Barella l’anno passato. Chi sembra avere le valigie pronte visto anche il poco utilizzo nella seconda parte di stagione è Giovanni Simeone. Le prestazioni non all’altezza dopo un ottimo inizio non garantiscono, però, che il Cholito possa dare linfa alle casse rossoblù. Il valore residuo del centravanti argentino è vicino a quello di Nández, ma quello sul mercato notevolmente inferiore rispetto al León. Una sua cessione, in definitiva, sarebbe un palliativo dal punto di vista economico. Sulla stessa falsariga di Simeone anche le (non) prestazioni di Walukiewicz non hanno aiutato dal punto di vista finanziario. La differenza è che il difensore polacco ha un valore residuo al giugno 2020 pari a circa 1 milione e mezzo di euro, si può immaginare intorno al milione nel 2021. Una sua cessione, al contrario del compagno argentino, porterebbe una plusvalenza importante, aspetto da non sottovalutare nel pensare al suo futuro.
Tanti per poco
Ci sono poi altri elementi più o meno cedibili che potrebbero essere sacrificati sull’altare del bilancio. Il rapporto tra valore residuo e quello di mercato ne renderebbe la cessione favorevole. Il primo esempio è quello di Lykogiannis, rivitalizzato dal finale di stagione e a bilancio per una somma di poco superiore a zero euro nel 2021. Discorso identico a quello del rientrante Farias, anche se nel caso del brasiliano il contratto con scadenza 2022 non lascia spazio a grandi cifre. Altra liquidità potrebbe arrivare dalle cessioni di Bradaric (valore residuo a giugno 2020 di 2,7 milioni), Kiril Despodov (valore di 2,3 milioni), con la sentenza dell’arbitrato che ha aiutato la causa rossoblù, Oliva (valore di 1,8) e tutti quei giovani cresciuti in casa che partono, come Barella, da un valore residuo pari a zero. Pochi milioni che però, sommati tra loro, potrebbero fare la differenza
Non solo dunque l’aspetto sportivo, ma anche quello finanziario indirizzerà le scelte di Giulini e Capozucca in vista del prossimo mercato. Far coincidere uno e l’altro deve essere l’obiettivo primario cercando, va da sé, di non ripetere gli errori dell’ultima stagione e senza dimenticare anche la questione ingaggi. Per questo sia la permanenza di Nainggolan che la conferma di giocatori dallo stipendio importante come Diego Godín passeranno anche, se non soprattutto, da un discorso economico.
Matteo Zizola