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Cagliari, a Udine per dimostrare di non aver nulla da perdere

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Verona, Inter, Parma. Tre avversarie con un minimo comune denominatore nell’approccio alla partita del Cagliari. Un inizio blando, attendista, impaurito. Solo dopo essere andati per la prima volta al tappeto i rossoblù hanno reagito. Contro Hellas e nerazzurri non è bastato, contro i ducali invece il risultato è stato ribaltato negli ultimissimi minuti.

Vincere per sperare
Errare è umano, perseverare è diabolico. Se poi le partite ti danno segnali chiari e inequivocabili diventa quasi un delitto. Dopo la vittoria contro il Parma, ora il Cagliari non ha più alibi e così Leonardo Semplici. Perché l’aspetto mentale, il blocco psicologico, la paura di osare non può che essere stata spazzata via dall’uno-due firmato Pereiro e Cerri che ha salvato la squadra da una retrocessione quasi certa. Se fosse servita una conferma alle sensazioni dell’ultimo mese la partita contro gli uomini di D’Aversa è stata una sentenza. Nainggolan e compagni non possono aspettare l’avversario di turno, osare deve diventare la stella polare per la corsa verso la salvezza. Una corsa che Semplici ha definito “su noi stessi, siamo noi l’avversario”. Verità fino a un certo punto, perché è vero che il Cagliari deve fare risultati in serie per poter sperare, ma è altrettanto vero che con cinque lunghezze di ritardo dal quart’ultimo posto anche i risultati delle altre hanno un certo peso. Come quello della Fiorentina al Bentegodi, quella vittoria che i rossoblù non sono stati capaci di cogliere tra le mura amiche contro l’Hellas nonostante un avversario non esattamente con il coltello tra i denti.

Nulla da perdere
L’Udinese è la prossima finale. I friulani senza il loro uomo di punta, Rodrigo De Paul, e già salvi. Le motivazioni si dice facciano la differenza, tocca al Cagliari dimostrarlo. Perché Semplici in un aspetto potrebbe aver ragione, guardare ai risultati altrui ha davvero poco senso se si perdono di vista i propri. C’è chi approfitta dell’atteggiamento dimesso dell’avversario di turno e chi, invece, è vittima delle proprie paure. O forse lo è stato e quei due gol in pieno recupero contro il Parma hanno dato la tanto agognata scossa. Un Cagliari meno timoroso all’inizio? Questa la domanda della vigilia. “Me lo auguro”, ha risposto il condottiero rossoblù arrivato per portare la barca in salvo. “In questo momento non abbiamo nulla da perdere, dobbiamo tirare fuori il coraggio che in questa situazione fai fatica a tirare fuori”. Semplici dunque guarda ai suoi ragazzi, niente distrazioni e soprattutto la caccia a un cambio di rotta mentale. L’atteggiamento, quello visto negli ultimi venti minuti del 4 a 3 contro il Parma, quella la via da seguire fin dal calcio d’inizio.

Indicare la rotta
Resta però un dubbio. La direzione che viene data alle gare parte anche da un presupposto tattico. Il recente passato ha detto chiaramente che il Cagliari quando passato alla difesa a quattro ha trovato il bandolo della matassa e la forza per mettere alle strette gli avversari, anche quell’Inter ormai destinata a vincere lo scudetto. La squadra ha bisogno sì di certezze, ma anche di quella sana pazzia che arriva dalle scelte iniziali. L’atteggiamento offensivo e aggressivo non è solo una questione di quante punte si mettono in campo, ma dare maggiore spinta con giocatori più d’attacco di certo aiuta. Il Cagliari non ha nulla da perdere per certi versi, vero, ma ha tanto da perdere se decide di attendere il primo pugno prima di reagire. L’assalto lo chiama il comandante, la truppa esegue solo gli ordini. Tocca a Semplici lanciare l’attacco e non la ritirata, non sempre ci sarà un recupero alla Borghese a poter ribaltare il risultato.

Matteo Zizola

 
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