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#5 | La boxe dei rioni cagliaritani

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Mussiaddu è la rubrica curata da Carmelo Alfonso sulla storia della boxe in Sardegna.

“Il sabato del pugilatore” fu una delle prime manifestazioni, a cadenza settimanale, che vennero organizzate a Cagliari per consentire ai giovani pugili che si erano avvicinati alla boxe di confrontarsi con i coetanei delle altre palestre cittadine, di centri vicini come Assemini, Uta, Quartu, e perfino tra compagni di “scuderia”.

Le riunioni si svolgevano prevalentemente in uno spiazzo che si trovava nel vecchio stabile in viale Regina Margherita dove ora sorge il palazzo dell’Inps: si montava il ring, poche sedie attorno, qualche tavolino per i giudici ed i cronometristi, qualche sgabello portato da casa e via alla serata. Ingresso gratis, ma con la raccomandazione di arrivare ben prima che avesse inizio il match d’apertura. Subito dopo, anche per mancanza di spazio, il portone d’ingresso veniva chiuso.

Alcuni dei pugili impegnati si presentavano all’ingresso accompagnati da chiassosi gruppi di amici-sostenitori con bandiere (addirittura rionali) e perfino musica. Grande tifo e nessuno scontro tra tifoserie rivali: due qualità che hanno sempre caratterizzato gli appassionati del mondo dei pugni.

In quel periodo, ancora giovanissimi, cominciarono a mettersi in luce il pirrese Piero Randazzo, un welter leggero di grandi qualità, e Francesco Maxia, peso leggero, altro pirrese diventato campione del mondo militari nell’edizione che si svolse al Cairo nel 1958. Memorabili la semifinale (vittoria sull’idolo locale Sheishaa, grande favorito della vigilia per l’oro) e la finale (successo sull’americano Handerson). Lo stesso Maxia, a Cagliari, in  occasione di un incontro che sostenne sul ring montato nella passeggiata coperta del bastione San Remy, fu coprotagonista di un fuori programma che lasciò sbigottiti i presenti. Contro Balistreri, suo avversario, non avrebbe dovuto subire colpi di… un certo peso. Purtroppo, quasi certamente in modo accidentale, un colpo arrivò a segno e Maxia si trovò sull’orlo del cappaò.

Il match (lo scoprimmo dopo) doveva essere soltanto una sorta di esibizione, seppure ben simulata. I pugili finirono a terra e soltanto l’intervento dell’arbitro, dei due maestri all’angolo e di qualche altro del pubblico, mise fine alla rissa. I due, comunque, restarono amici e per tanti anni li abbiamo visti scherzare e ridere nei loro box del mercato di San Benedetto. Un altro giovane cagliaritano che brillò in quei tempi fu Benito Olla, un peso welter che indossò la maglia azzurra per un confronto con la nazionale turca. Nel sassarese, oltre a Mario Solinas e Gavino Furesu, si impose l’algherese Angelo Priami, campione italiano dilettanti dei pesi gallo nel 1955. Priami fece parte del gruppo di pugili lanciati dal grande maestro Franco Mulas del quale parleremo in modo approfondito in una prossima puntata.

Carmelo Alfonso

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