Sassari è una piazza che condiziona, che pretende e che spinge. Un ambiente che può essere un fattore anche in chiave punti conquistati in casa. Una frase che per anni ci siamo ripetuti, noi cronisti e non solo, raccontando le ultime stagioni nei dilettanti della Torres. Il Vanni Sanna come stadio che può dare quel supporto in più che non tutti i club possono vantare. Il campionato di Serie C in corso per i rossoblù però, oltre alla normale difficoltà in classifica per una rosa costruita all’ultimo (visti i tempi del ripescaggio) e con un budget inferiore rispetto ad altre realtà, ha mostrato come l’Acquedotto, forse per i tanti anni lontano dal professionismo, inteso come ambiente, debba intraprendere nuovamente un percorso di maturazione per tornare a essere un contesto che con il suo tifo riesce a diventare un fattore in campo per la Torres.
Dati
Partiamo con una premessa: non si vuole fare di tutta l’erba un fascio. Ci sono sicuramente appassionati e tifosi che hanno fatto e continuano a fare sacrifici importanti per la squadra. Però poi ci sono anche i numeri che non permettono troppa retorica. Partiamo dai punti fatti in casa, 15, contro i 18 racimolati dalla Torres lontano dalla Sardegna da inizio campionato. Con la squadra rossoblù che prima della vittoria contro l’Alessandria, ultima al Vanni Sanna per 1-0 dello scorso 19 febbraio, ha trascorso oltre tre mesi senza mai centrare un successo in casa. Poi ci sono i dati sugli spettatori forniti dalla società rossoblù. Circa 3.500 presenze, tra paganti e abbonati fissi, per l’esordio stagionale contro il San Donato Tavarnelle di inizio settembre nel 2022. Numeri ripetuti in sole due occasioni, la seconda in casa contro l’Imolese (3.626) e il derby d’andata contro l’Olbia (4.312). Un numero di presenti al Vanni Sanna in costante calo, con il picco al ribasso negli ultimi quattro scontri importanti per la salvezza contro Recanatese, Lucchese, Alessandria e Pontedera che hanno fatto registrare rispettivamente questi ingressi tra abbonati e paganti: 2.000, 2.007, 2.073, 2.033. Nel momento chiave della stagione e tra le principali difficoltà del suo campionato la Torres invece che essere sospinta dal pubblico dell’Acquedotto vede i tifosi presenti allo stadio in continuo calo.
Contesto
Sicuramente la prima annata dopo tanto tempo in Serie C servirà da ambientamento anche alla piazza, con la speranza di poterne vivere di stagioni nei pro anche negli immediati prossimi campionati. Di fatto però se spesso è stato posto l’accento sul percorso di maturazione che la proprietà rossoblù dovrà compiere per gettare delle solide basi per un progetto ambizioso in Lega Pro, da questo discorso non può essere esentato anche il tifo sassarese. I tanti cori contro la squadra, contro i vari allenatori pur in una stagione per il momento passata più sopra la linea rossa dei playout che sotto (con la classifica che ora fa molta paura e questo nessuno lo mette in dubbio) sono sembrati eccessivi. Gli scontri nel settore della Curva Nord tra gli stessi sostenitori nella gara contro la Lucchese sono un simbolo. Non vogliamo entrare nel merito delle motivazioni, ma sicuramente rappresenta un fatto che delinea come l’ambiente non sia compatto e unito al momento intorno alla squadra. La scelta della formazione di Sottili di non andare più sotto la curva del tifo organizzato, la non trasferta di molti tifosi a Olbia per il derby, e l’ambigua scena del post gara contro il Pontedera con i fischi di metà stadio e gli applausi di un’altra metà. Una situazione strana, che fa parte del nuovo ambientamento ai professionisti, forse. Con un aspetto però che non va dimenticato: la Serie C non aspetta e la categoria non potrà essere data per scontata non dalla squadra, non dalla dirigenza, non dallo staff tecnico, ma nemmeno dai tifosi. Serve un qualcosa in più da parte di tutti. Spesso, usando la voce dei cronisti, abbiamo messo il focus sulle scelte della proprietà e sulle prestazioni dei singoli, ma anche la piazza dovrà tornare a fare sentire il suo peso, se si vuole davvero crescere in Lega Pro senza fare da semplice comparsa.
Roberto Pinna