Il Milan per strappare il biglietto con su scritto Champions League. Quella che manca dal calendario rossonero dal marzo 2014. Il Cagliari per chiudere il discorso di una salvezza che fino a poco prima del gol vittoria di Cerri contro il Parma sembrava soltanto una lontanissima utopia. Questa sera, nel teatro di un San Siro ancora malinconicamente vuoto, Stefano Pioli e Leonardo Semplici si affideranno ai loro uomini migliori per cercare di chiudere al meglio la stagione e centrare con un turno di anticipo i propri vitali obiettivi.
In difesa
Non solo Cragno contro Donnarumma. Pochi metri più avanti, a proteggere il verde terreno di caccia dei loro numeri uno, ecco anche l’inedito confronto tra due giovani difensori sempre più protagonisti in Serie A. Da un lato Fikayo Tomori, eroe inatteso del recente successo rossonero in casa della Juventus e ormai vero e proprio simbolo “young” della retroguardia milanista. Un giocatore atterrato in Italia soltanto nello scorso mercato di gennaio ma già riuscito a incidere il suo nome nel cuore dei nuovi tifosi. Dall’altro, il 2001 Andrea Carboni, riuscito a ritagliarsi uno spazio da attore principale nell’avvincente film della rimonta del suo Cagliari. Perché fame, fatica e sacrifici ripagano sempre. E le sette presenze consecutive in questo infuocato finale di campionato sono il giusto premio per un gioiellino che già nella scorsa annata aveva messo in luce le proprie qualità.
In mezzo
Champions e salvezza. Obiettivi diversi a confronto. Mete che Cagliari e Milan cercheranno di raggiungere sfruttando la garra dei propri guerrieri di centrocampo nell’importante battaglia di San Siro. Quella del tuttofare Franck Kessié, arrivato a quota 11 reti nei 35 turni di campionato finora disputati, e dell’ex Inter Radja Nainggolan, riuscito a trovare la via del gol in una sola occasione nei 18 confronti in carriera con il Milan. Un trend che il “Ninja” spera di invertire già oggi, nel giorno della ventunesima presenza stagionale della terza storia d’amore tra il numero quattro e i quattro mori cuciti per la prima volta nel 2010 fa sul petto.
Corsa, grinta, fisicità, carisma, palloni recuperati e un identificativo spirito da combattente evidenziato sul campo: il belga e l’ivoriano sembrano riassumere al meglio gli sprint di fine stagione di rossoneri e rossoblù.
In avanti
I 72 gol del Milan contro i 43 messi realizzati dal Cagliari. Alla Scala del Calcio, questa sera, ecco andare in scena anche il più classico valzer delle punte. Quello che vedrà danzare sul prato di San Siro il rapido croato Ante Rebic – a segno quattro volte nelle ultime due partite e reduce dalla tripletta nell’ultima trasferta in casa del Torino – e l’ariete Leonardo Pavoletti. Attaccanti tanto diversi ma, in fondo, uguali trascinatori delle proprie squadre. Chiedere, per conferma, ai tifosi isolani saltati in piedi dopo i decisivi centri di “Pavoloso” negli spareggi salvezza con Parma e Benevento. Reti che pesano come macigni nella remuntada del suo Cagliari. Gioie dal valore quasi doppio per un bomber riuscito a riprendersi la maglia da titolare dopo un inizio di campionato in continua ricerca della migliore forma fisica.
Tomori contro Carboni, Kessié contro Nainggolan, Rebic contro Pavoletti. Pioli e Semplici sono pronti a pescare dal proprio mazzo le carte vincenti per far scorrere anticipatamente i titoli di coda sulla stagione 20-21.
Alessio Caria