Mente fredda e cuore caldo. Cagliari-Udinese sarà una sfida per chi con il piede prenderà sempre la decisione giusta ma soprattutto per chi con la testa non toglierà mai la gamba. Garra, mate e sound latino nei duelli tra i singoli: dal Cholito Simeone a Pussetto, fino a Nandez contro De Paul. In vista della gara della Sardegna Arena abbiamo fatto una chiacchierata, sulla partita e sul Cagliari di Di Francesco, con il collega e telecronista Stefano Borghi.
Giovane, sbarazzino e con voglia di trovare un’identità. Stefano, che Cagliari è e che Cagliari sarà questo di Di Francesco?
“Ho visto una squadra di ottimi valori, con buoni giocatori e c’è un ottimo lavoro di assemblaggio del gruppo. Di Francesco è stato intelligente nel capire che doveva andare incontro lui alle caratteristiche dei suoi calciatori. E soprattutto nel non forzare la rosa per fare ad ogni costo il suo calcio. In questo credo sia stato molto bravo. A livello di spogliatoio mi pare che la squadra remi nella stessa direzione dell’allenatore. C’è la volontà di fare un buon calcio anche se è normale ci siano delle difficoltà, specie dopo l’ultima lunga lista di indisponibili a causa del virus. La classifica per ora non è soddisfacente ma il lavoro e l’espressione vista in campo fin qui dalla squadra a me è piaciuta, perlopiù“.
Cagliari-Udinese, duelli latini e necessità di vincere. Cosa aspettarci?
“Sarà una sfida molto sudamericana, soprattutto in quelli che saranno i duelli chiave della partita. Specie in mezzo al campo. Tra l’altro credo che Udinese e Cagliari riflettano molto quelli che sono i dettami del calcio sudamericano. I rossoblù che cercano costantemente un lavoro di fomento tecnico. Mi spiego: sono una squadra che vuole giocare bene e che cerca di giocare con del fuoco dentro. Mentre l’Udinese è la versione più qualitativa della squadra bianconera vista negli ultimi anni. Sono stati molto bravi Gotti e la società nel pensare questa squadra e soprattutto nell’aspettarla dopo un inizio non semplice. Ora sono in una bella serie positiva e per questo mi aspetto una gara divertente alla Sardegna Arena“.
Abbiamo solo sfiorato il tema Nandez: su di lui ora sono tornate pressanti le voci del mercato, per te potrebbe già partire a gennaio o sarebbe presto visto anche lo strano mercato di questi mesi?
“Come sapete io non sono un amante del mercato, preferisco il campo. Quello che posso dire è che Nandez è un giocatore determinante per il Cagliari. E credo che arrivati in questo momento della sua maturazione calcistica credo sia un giocatore determinante per qualsiasi squadra. Nandez ormai è un calciatore da fascia alta del calcio internazionale. Il Cagliari quest’anno ha dimostrato di poter fare a meno di tanti, anche se non di tutti, però io credo che Nandez sia una risorsa basilare per le velleità di questa squadra“.
Arriviamo a Godin. Che peso ha e avrà per la maturazione del gruppo e che impatto ha anche a livello internazionale un colpo del genere per il club?
“La risposta è grande. Grande sotto tutti i punti di vista. A livello di riconoscibilità internazionale Godin è un profilo di riferimento dell’ultimo decennio del pallone. E il fatto che abbia scelto Cagliari è indicativo della bontà del progetto ma anche della qualità di Cagliari, sotto tutti i punti di vista. A inizio della stagione ha avuto qualche problema di rendimento, fin qui le sue prestazioni non sono state brillanti ma io credo che sia un giocatore che getta delle basi nello spogliatoio e nel gruppo, specialmente in una difesa che ha due elementi molto giovani ma molto interessanti come Carboni e Walukiewicz. Sono due che devono crescere e potersi allenare ogni giorno con un monumento come el Flaco Godin è importantissimo. Godin merita solo complimenti”.
Prima dicevi: il Cagliari riesce a fare a meno quasi di tutti. Per equilibri offensivi, cambio di modulo, e classe in campo l’insostituibile sembra sempre Joao Pedro. In panchina c’è però l’alternativa Pereiro, per lui ci sono ancora margini a Cagliari o no?
“Partiamo da Joao. Ha dimostrato di essere un giocatore vero, un grande giocatore. Sta mostrando una continuità importante a cui unisce colpi da top e allo stesso tempo ha trovato la capacità di essere leader di questo Cagliari. Per Pereiro il tempo inizia a scorrere più veloce. Ha avuto tante problematiche varie. Per me è un giocatore molto valido, a livello tecnico è uno sopra la media. E credo si possa adattare anche a situazioni tattiche differenti. Certo però che ormai il tempo per ambientarsi in Sardegna lo ha avuto. Siamo al terzo allenatore per lui. Io dico che è stato un investimento, una scommessa interessante e quindi va ancora aspettato. Ora vediamo quando starà pienamente bene che risposte darà. Un allenatore come Di Francesco per Pereiro, per un calciatore con quelle caratteristiche, credo possa essere quello ideale per la svolta“.
Chiudiamo parlando di campo e non di mercato. Con un’ossessione, quasi, che qui a Cagliari porta al nome di Nainggolan. Non ti chiedo se, come e quando arriverà ma dove potrebbe giocare in questo 4-2-3-1?
“Innanzitutto penso che ogni persona a Cagliari vorrebbe il ritorno di Nainggolan. E a volte questo sentimento popolare è primario e va al di là dell’aspetto prettamente tattico. Secondo me una delle fragilità di questo Cagliari di Di Francesco è proprio la mediana, in maniera particolare nel lavoro di filtro e interruzione del gioco dei trequartisti avversari. In questa zona in tanti sono riusciti a fare male al Cagliari. Ci vorrebbe un po’ più di spessore in quel ruolo, ma non lo so se Nainggolan dopo una mezza stagione praticamente senza minutaggio all’Inter possa essere inserito immediatamente in questa posizione. E non credo possa agire da trequartista perché quello è dominio di Joao Pedro. Sarei curioso di vedere Nainggolan nuovamente a Cagliari però andando oltre gli incastri di modulo credo che la voglia di rivedere il Ninja in Sardegna in questi casi sia quasi più importante dei discorsi di campo. Nainggolan al momento è quasi più significativo per questa squadra a livello caratteriale che tattico. Io credo che se Di Francesco dovesse ritrovarsi Radja in rosa saprebbe bene come utilizzarlo, visto anche quanto si conoscono bene“.
Roberto Pinna