Latte Dolce, abbiamo un problema. La squadra del quartiere “americano” di Sassari ha lanciato il suo personale campanello d’allarme dopo la nuova sconfitta in campionato. Il 3-2 di Giba contro il Carbonia fa il paio all’1-0 interno contro il Latina. Non c’è Cape Canaveral ma in via Leoncavallo le analisi sono dure sul momento del gruppo guidato da mister Udassi. Una delle società che ha fatto i maggiori investimenti del girone in sede di mercato non può ritrovarsi dopo otto turni appena a un punto dalla zona playout e con 14 punti di distacco dalla prima in classifica.
Mentalità
Sarà una pausa complicata in casa Latte Dolce. Chiudere l’anno con due sconfitte pesanti dovrà portare gioco forza a dei cambiamenti. Non fosse altro che la società in questi anni ha costruito un progetto ambizioso, con il chiaro intento di essere protagonista in Serie D, e questa stagione al momento sa di grandissimo passo indietro. Oltre al risultato sta mancando anche la qualità del gioco ma quello che preoccupa di più è la capacità di reazione della squadra sassarese. Al Latte Dolce manca cattiveria. Quella sana rabbia che ti porta a prendere punti anche nei momenti di difficoltà. Pecca forse di unità di gruppo il Latte Dolce delle tante prime donne, ma che deve ora essere bravo a lottare nel fango per uscire da una situazione davvero complicata. Contro il Carbonia, sicuramente inferiore per quota tecnica, è arrivata una sconfitta che ha mostrato tutti i fantasmi dei sassaresi. Mentalmente non si può riacciuffare una partita nei minuti finali per poi lasciarla sfilare all’ultimo secondo. Il problema principale del Latte Dolce è che la forza del gruppo, il sentirsi una famiglia, il lottare tutti verso la stessa direzione sono aspetti che non si comprano. Non basta fare investimenti sul mercato se poi il gruppo e la società non remano tutti uniti verso il definitivo salto di qualità, ormai atteso da un po’ troppo. Sarà questa la sfida più difficile nel 2021 dei biancoblù.
Udassi
In un’altra realtà questo sarebbe il momento delle riflessioni profonde anche sulla panchina. Solitamente nel calcio il primo a pagare è l’allenatore. Al Latte Dolce invece da tempo hanno investito in un progetto a lungo termine con l’ex attaccante della Torres Stefano Udassi e un suo esonero dovrebbe essere letto nell’ottica di una vera e propria rivoluzione. Anche a livello di equilibri societari. Udassi però deve prendere per mano il gruppo. La stagione è ancora lunga e il tempo per tornare quantomeno in zona playoff c’è tutto. Per riuscirci servirà però un cambio netto di mentalità. Generalmente per riuscire a dare questa scossa i club usano l’alternanza in panchina, spetterà invece a Udassi dimostrare di poter riuscire a rianimare un gruppo che conosce da tempo.
Progetto
In linea di massima a questo Latte Dolce sembra mancare sempre un centesimo per fare la lira. Una società che ha una visione chiara e anche ammirabile nel contesto del calcio sardo, ma sembrano fin qui mancare dei tasselli per completare il puzzle. Prendiamo ad esempio proprio la sconfitta di ieri contro il Carbonia. A fine gara Udassi decide di non parlare con la stampa. Ci sta, a volte il silenzio serve a far rumore più di mille parole. Al tempo stesso però parlano con i giornalisti tre diversi giocatori e il vicepresidente Alessio Marras. Con le parole di quest’ultimo a La Nuova Sardegna che allungano anche i dubbi sul futuro dell’allenatore. Anche questo è un segnale di come il gruppo, in questo momento complicato, abbia un po’ perso il senso di insieme. Sono aspetti fuori dal terreno di gioco che però riflettono poi l’animo mostrato nei 90 minuti.
Roberto Pinna