Come una margherita da sfogliare ogni giorno il futuro di Nainggolan vive di nuove emozioni. Almeno nell’attesa che il belga dell’Inter, ora in prestito al Cagliari, torni a far parlare di sé più per gol, assist e azioni che per il cambio di maglia. Sulla permanenza di Radja in Sardegna anche l’anno prossimo è intervenuto il presidente Tommaso Giulini a Radio Radio.
Il futuro di Nainggolan
Resta o non resta? Un po’ come un m’ama o non m’ama del calciomercato. Nel giorno del Centenario il presidente rossoblù aveva dichiarato a Sky Sport la volontà della società di avere il Ninja anche per la prossima stagione: “Ci siamo anche noi in corsa per tenerlo”. Così aveva commentato il patron dei sardi dopo alcune settimane in cui l’attenzione sul giocatore da parte dello stesso presidente e del club rossoblù era sempre stata spostata sull’Inter proprietaria del cartellino. E su questo tema sembra ora essersi riallineato anche Giulini in una sorta di tira e molla di informazioni che sembra già proiettare Nainggolan come vera e propria pedina calda del mercato che verrà, e non solo per Cagliari e Inter. Visti i tanti club che seguono con interesse le sorti del belga ex Roma.
Le parole di Giulini
“Sarà molto difficile trattenere Nainggolan al Cagliari – ha commentato a Radio Radio Giulini – È un giocatore fortissimo, tante società importanti lo vorrebbero ma io credo che nella prossima stagione possa rientrare nella rosa dell’Inter”. Nainggolan e l’Inter dunque, un’ipotesi che nelle ultime ore sta prendendo sempre più piede. Sul tema da poco nemmeno il direttore sportivo nerazzurro, Piero Ausilio, aveva chiuso del tutto: “Il Cagliari non ha un’opzione e il giocatore tornerà da noi. Poi faremo una valutazione e capiremo, ancora non abbiamo messo la testa sul caso Nainggolan”. Resta o non resta? Oggi la margheritina di mercato rossoblù ha decretato la seconda opzione. Ma da qui alla fine del mercato chissà che non succeda tutto e il contrario di tutto. Di sicuro il Cagliari avrà Nainggolan per le prossime 13 partite di Serie A e il Ninja sarà uno dei perni di Zenga, sia da trequartista che da falso nueve come vorrebbe l’Uomo Ragno.
Sulla situazione della Serie A
“Il punto principale è che questi campionati vanno portati a termine. In particolare la Serie A e la Serie B. Quello che mi lascia ancora molto perplesso è questa situazione legata alle due settimane di quarantena di tutta una squadra qualora fosse trovato un positivo. E’ qualcosa che oggi viene applicato solo in Italia a livello europeo e che ovviamente mette a rischio l’eventuale termine regolare dei campionati. Credo che quello deve essere il focus principale: terminare il campionato con quelli che saranno i verdetti. Non vedo per quale motivo questi campionati non dovrebbero terminare. L’unico motivo potrebbe essere questa problematica della quarantena”. Giulini si è poi espresso anche sulle polemiche relative alla trasmissione delle partite: “Mi auguro che le partite verranno trasmesse regolarmente sia da Sky che da Dazn, come contrattualizzato. E che di conseguenza verranno rispettati gli impegni nei confronti delle squadre, che con zero ricavi dall’inizio di marzo sono in ginocchio”.
La questione protocollo sanitario
Un altro punto chiave della questione ripresa della Serie A è certamente il discorso relativo alla salute dei calciatori e alla eventuale quarantena di gruppo: “Oggi il punto di partenza è insicuro. Pur non essendo un medico o un virologo, io ritengo assolutamente inadeguato pensare che nel caso di positività tutto un gruppo debba stare in quarantena per due settimane. Questo in sostanza non permette molto probabilmente al campionato di terminare. Spero che il comitato tecnico scientifico si possa convincere di questa cosa. Fatemi aggiungere anche che in Italia il gruppo squadra allargato, inclusi massaggiatori e magazzinieri, fanno tamponi ogni quattro giorni. Quindi potete immaginare che se noi troviamo un massaggiatore positivo abbiamo la ragionevole certezza che il resto della squadra positivo non lo sia, avendo fatto i tamponi ogni quattro giorni. Comunque qualora lo fosse lo si saprà quattro giorni dopo. Quindi per quale motivo costringere tutta la squadra ad una quarantena di due settimane se facciamo i tamponi ogni quattro giorni?”.
Sul rapporto con Walter Zenga
“Ci siamo conosciuti bene perché abbiamo entrambi passato questa quarantena qui in Sardegna. Mi sembra che abbia le idee molto chiare. Questi due mesi gli sono serviti per conoscere ancora meglio la nostra squadra. Quindi credo che riparta anche in una situazione di vantaggio. Credo che abbia tutti i presupposti per fare bene ed ha una rosa a disposizione che, a mio parere, è da prime dieci posizioni”.