La prima partitella del Cagliari di Fabio Liverani nel caldo (eufemismo) ritiro nel centro sportivo di Asseminello, iniziato lo scorso 4 luglio dopo il raduno del 3, era stata aperta da una rete di Gaston Pereiro. Alla prima sgambata contro un avversario, nell’amichevole contro una rappresentativa locale sarda lo scorso 10 luglio, ad aprire le danze fu proprio Gaston Pereiro dopo poco più di 20 minuti di gioco. Poi però qualcosa sta mancando nel percorso del Tonga verso un nuovo ruolo da assoluto protagonista con i rossoblù in Serie B.
Premesse
Dal giorno uno Liverani è stato chiaro: “Pereiro è il nostro valore aggiunto, lui deve mettersi in testa che questa è la stagione dove può esplodere. Non deve pensare solo alla giocata ma stare al centro del gioco per tutti i 90 minuti“. Un’investitura importante, che di fatto ha tolto quasi da subito l’ex Nacional e Psv dal mercato. Nonostante lo stesso Pereiro dal ritiro isolano in più di una dichiarazione abbia dato un colpo al cerchio e uno alla botte, parlando di un lungo contratto, di una voglia di riscatto in Italia ma non chiudendo mai definitivamente la porta delle trattative per l’addio alla Sardegna. E soprattutto nonostante un ingaggio da quasi 2 milioni che sulla carta è insostenibile per un club in Serie B, a maggior ragione se paragonato al rendimento mostrato fin qui dall’uruguaiano sull’Isola. Insomma, il Cagliari a luglio ha puntato deciso quasi tutti i suoi gettoni su el Tonga, con Liverani pronto a disegnare su di lui un vecchio-nuovo ruolo nel 4-3-3. Un esterno ibrido con il compito di attaccare l’area palla al piede, dare ampiezza alla manovra e soprattutto imprevedibilità. Una posizione anche simile a quella ricoperta nell’esperienza in Olanda, dove andò in doppia cifra per quattro campionati di fila.
Impatto
Tra i recenti allenamenti e le prime amichevoli vere, quelle contro club professionistici, però Pereiro sembra aver messo da parte sogni di gloria e ruoli da possibile primo attore nel cinema rossoblù. La solita indolenza tattica, un approccio mentale spesso molle alle partite e agli esercizi e quella strana tendenza a isolarsi troppo quando non in possesso del pallone. In quella che doveva essere la prova del 9 definitiva del suo pre-campionato, a Elland Road contro il Leeds, il classe ’95 non è praticamente sceso in campo. Liverani lo ha scelto da titolare ma Pereiro ha peccato in appoggio a Pavoletti in ripartenza, in aiuto nella costruzione della manovra e anche in ripiegamento difensivo. Una prova insufficiente che all’alba della nuova stagione allunga ulteriormente i dubbi su una sua reale utilità alla causa per la prossima cadetteria. Chiariamoci: il giocatore ha una qualità incredibile e una capacità al tiro forse inarrivabile per tutti dentro Asseminello. Però sembra sempre mancargli la voglia di passare dall’eterno oggetto del mistero a uomo in più. Nel momento di difficoltà con Walter Mazzarri in panchina lo scorso inverno ebbe un motto d’orgoglio non duraturo, ma diede l’impressione di poter finalmente conquistare il Cagliari. Chissà che stavolta con la discesa in Serie B non metta da parte le infradito e riesca a trascinare la squadra. Come la piazza si aspetta ormai da più di due anni da lui. D’altronde un altro indolente di talento della storia recente del Cagliari come Diego Farias fece la sua miglior stagione proprio in Serie B, con i tifosi rossoblù che sperano Pereiro possa ripetere l’exploit del brasiliano. Un Pereiro da doppia cifra, unito ai giovani Desogus e Luvumbo e agli esperti Pavoletti e Lapadula (in attesa del mercato per Matteo Tramoni) garantirebbe un ticket quasi certo per le serie candidate al ritorno diretto in Serie A.
Roberto Pinna