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#14 | Cancioffali, mon amour

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La rubrica di centotrentuno.com a cura di costume e società cagliaritana, di Mrs. Doolittle.

Mi dicono che li hanno già sentiti, qualcuno li ha pure seguiti, come i bambini stavano dietro il pifferaio magico, solo che non erano le strade di Hamelin ma quelle della Marina. Il rullo del tamburo è probabilmente nel dna dei cagliaritani, di coloro che hanno avuto bisnonni, genitori che hanno ballato per le strade della città al ritmo della ratantira.

Chi era adolescente fino agli anni Novanta lo ricorda bene. Ho visto cose che voi cagliaritani… Fiumane di persone in maschera, carri allegorici, Cancioffali che brucia, il fermento nelle strade di Stampace davanti al portone della Gioc, animatrice dei riti carnascialeschi, grazie alla travolgente energia di Tonino D’Angelo e Pinuccio Schirra e gli altri intrepidi monelli della Gruc di Castello, del Dopolavoro ferroviario, del Villaggio dei Pescatori, a conferma che questa festa pagana univa e non divideva le anime dei quartieri.

Li hanno sentiti suonare in questi giorni, quei tamburi, prove generali, le chiamano, perché quando bisogna far rivivere la tradizione, niente può essere lasciato al caso. Si parte il 28 febbraio, appuntamento nel Corso Vittorio Emanuele alle 18, c’è tutto il tempo per organizzarsi. Onore al merito a Sa Ratantira Casteddaia, associazione che sta cercando di riprendere i fili del passato e continuare a tessere storie cagliaritane che hanno per protagoniste maschere come sa panettera, sa dida, su pappa sa figu, sa viura e il mio preferito, sa gattu. Dopo anni di buio, i colori del Carnevale sono tornati a Cagliari, grazie a un bando del Comune e alla collaborazione tra piccoli e volenterosi gruppi, tanto che una ratantira si farà a Pirri, il 2 marzo, e non mancherà la Vespiglia. Domenica 3 marzo si sfila ancora nel centro di Cagliari, il 5, martedì grasso, processo a Cancioffali.

Piano piano si cresce, ma è importante la partecipazione dei cagliaritani, soprattutto il coinvolgimento dei più giovani, quelli che dovranno conoscere per tramandare, quindi buttate via le maschere da supereroi e ingegnatevi per creare quelle del carnevale cagliaritano, magari cercando vecchie foto d’epoca e seguendo le indicazioni di studiosi cagliaritani come Alziator.

Pronti a gridare DONAMI’ UNA CICCA, DONAMI’NDI UN’ATTRA,
CUSTA NON MI BASTARA’ ARREN…GEN…GEN?

Mrs. Doolittle