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Tra cinema e sport: una chiacchierata con il regista Paolo Pisanu

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“Tutti i cani muoiono soli” è il film che porta la Sardegna nelle sale cinematografiche, racconta il ricongiungimento tra un padre e una figlia, l’ultima speranza di una ragazza senza più nessuno al mondo, l’ultima occasione di un uomo alla deriva, che ha più passato che futuro. È la storia del tempo perduto che non ritorna e del destino, a volte imprevedibile, a volte segnato. In occasione dell’uscita nelle sale cinematografiche del film “Tutti i cani muoiono soli” abbiamo voluto intervistare il regista Paolo Pisanu.

Sul film

Il film nasce dalla mia paura del tempo che passa. Dal sentirsi sempre fuori tempo. Questo un po’ si collega con il basket che fa del tempo una sua caratteristica principale, per poter prendere un tiro e metterlo a canestro devi essere a tempo. Da questa idea, ho scritto il film insieme a Gianni Tetti, scrittore e sceneggiatore di Sassari. Nasce tutto dall’ansia che ti provoca il pensare di essere sempre fuori tempo. Abbiamo lavorato tantissimo per creare questo film e ora finalmente siamo riusciti a portarlo in giro per le sale e farlo vedere al pubblico“.

Sulla sua passione per il basket e sulla Dinamo Sassari

Il basket è stato il mio primissimo sport, ho giocato a pallacanestro da quando avevo 6 anni. Il Paolo cestista è andato in pensione a 16 anni, forse perché non c’era il giusto talento e la giusta testa per seguire questo percorso. Io sono maturato un po’ più tardi e questo mi ha permesso di poter inseguire la mia passione per il cinema. Fare questa intervista in questo posto splendido per me è emozionante. Ho un legame forte anche con la Dinamo, è una squadra che da tanti anni riesce sempre a stare ad altissimi livelli pur sfidando avversarie che sono più strutturate. Questo è frutto del grande lavoro di programmazione fatto dalla società ma soprattutto anche della passione che trasmettono i tifosi biancoblù ai giocatori. La spinta di un Palazzetto quasi sempre pieno è fondamentale. Il tifo di Sassari non ha niente da invidiare a Milano e Bologna“.

Sulla nuova vita della Torres

La Torres con la nuova società e il nuovo progetto sta crescendo tantissimo. Quello che conta di più però è l’entusiasmo che si è creato attorno ai rossoblù. Senza la spinta di una città che ama la propria squadra è complicato. La Torres come la Dinamo ha trovato un grandissimo sostegno da parte dei propri sostenitori. Questa è la linfa vitale per ogni sport“.

La Redazione 

 

 

TAG:  Cultura
 
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