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Tore Pinna: “Torres, la mia nuova vita in panchina”

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Intervista a tutto campo alla bandiera della Torres, che quest’anno inizia una nuova vita in panchina come vice del tecnico laziale, da giugno in rossoblù.

Lo guardi da bordocampo con 35 gradi all’ombra, è sempre il primo a scherzare e regalare un sorriso ai compagni. Tore Pinna è davanti alla sua ennesima stagione con la maglia della Torres, lo spirito è quello di sempre ma questa ha un sapore diverso. Per il portierone dei sassaresi si tratta di una sorta di anno zero, l’inizio di una seconda vita. Aiuterà come sempre i giovani tra i pali della rosa di Marco Mariotti e in più sarà anche il vice del nuovo tecnico romano che si è seduto sulla panchina della Torres a inizio luglio dopo le avventure, tra le altre, con Monterosi e Nuorese. 

Tore, che campionato dobbiamo aspettarci quest’anno in Serie D?

Il campionato si è livellato molto. Per questo penso che sarà molto complicato. Non c’è una squadra che sulla carta possa essere considerata di altra categoria come l’Avellino l’anno scorso ma ci sono comunque Aprilia e Latina che sono forti. Credo ci siano 5-6 squadre sullo stesso livello e che sono costruite per cercare di salire. 

E gli obiettivi della Torres invece?

Il nostro obiettivo sarà quello di dare sempre il meglio, e sicuramente avere un po’ più di serenità rispetto all’anno scorso. Siamo ancora in fase di rodaggio, abbiamo fatto poche partite ma il mister è una persona seria e preparata e penso che possiamo dare le nostre risposte. 

Che feeling sta nascendo con Mariotti?

Il mister è una persona focosa che se ti deve dire qualcosa non te lo manda a dire da nessuno ma è uno giusto. Mi piace il fatto che perde molto tempo con i suoi giocatori. Ci tiene a spiegare e rispiegare i suoi concetti e i suoi valori ai ragazzi in modo da trasmetterli con più facilità. Credo sia un grande allenatore. 

Una Torres molto giovane e con tanti sassaresi, sarà un incentivo per iniziare subito bene o dovremo aspettare?

La squadra è molto giovane ma ci sono comunque alcuni di questi ragazzi davvero interessanti. Manca ovviamente ancora qualcosa e la società si sta muovendo sul mercato per completare la formazione ma vedo il giusto entusiasmo e il giusto spirito già da ora. 

Come sono i portieri di questa stagione, non vedremo Tore Pinna in campo a 44 anni?

No, quest’anno niente Tore (ride ndr). Anche perché abbiamo dei numeri uno molto forti e preparati. Sono giovani e soprattutto sono bravi con i piedi, un aspetto non da poco per migliorare la costruzione già dal basso. 

Niente più Tore in porta, quindi: allora che futuro dobbiamo aspettarci?

Per ora ho iniziato questa mia gavetta come allenatore in seconda, e ringrazio il mister che mi ha voluto promuovere in questo ruolo e mi sta aiutando tanto. Spero di apprendere il più possibile da questa nuova avventura in panchina. 

Un domani forse vedremo Tore sulla panchina rossoblù, intanto però l’anno scorso ti facesti male per festeggiare la salvezza contro il Castiadas, esultando dai gradini che portano agli spogliatoi. Un ricordo agrodolce, qual è invece quello più bello con la Torres?

Il ricordo più bello è la vittoria a Mestre nel 2000 e il ritorno in Serie C1 dove mancavamo da molti anni. Ma se devo indicare una singola partita niente batte Torres-Napoli 2-0 del 2006. 

E il rammarico più grande?

Non essere mai andato in Serie B con la Torres.

Non hai il rimpianto di non aver mai giocato in Serie A? Nel tempo hai detto no a diverse offerte, anche il Cagliari…

Sono scelte di vita. Ho avuto esperienze anche fuori Sassari in città dove mi sono trovato benissimo e dove ancora mi vogliono un gran bene, ma io ho sposato la Torres e i rossoblù. Delle avventure mancate con altre squadre non ho rimpianti. 

Insomma, nell’anno degli addii di Totti e De Rossi alla Roma Tore Pinna è rimasto l’ultima bandiera?

No ci mancherebbe, quelle sono bandiere vere, non io. Io sono solo uno che ama Torres e che cerca di lavorare per fare il meglio per questa società. 

Roberto Pinna