Sta diventando ormai una costante, in un mese di dicembre raramente tanto avaro di soddisfazioni che finora ha portato in dote al Cagliari di Davide Nicola zero punti –con però ancora la sfida contro l’Inter a disposizione per migliorare la situazione –, commentare a freddo la gara dei rossoblù come un’occasione persa per dare finalmente la svolta a questa stagione.
Sterilità
Dopo le sconfitte contro Fiorentina e Atalanta (più l’eliminazione in Coppa Italia contro la Juventus), Pavoletti e compagni sono tornati con la pancia vuota anche dalla trasferta di Venezia contro gli arancioneroverdi di Eusebio Di Francesco, abili a sfruttare i gentili omaggi del Cagliari in occasione delle reti di Zampano e Sverko, entrambi alla prima rete in Serie A in carriera. Nel commentare la prestazione dei suoi Nicola ha parlato di un blackout mentale e di gioco durato 18 minuti, ovvero il tempo intercorso tra le due segnature dei veneti, in cui la sua squadra si è innervosita perdendo gli abituali riferimenti e finendo nella rete predisposta dal tecnico abruzzese. Ma soprattutto, per l’ennesima volta, il Cagliari ha mostrato tutti i suoi grandi limiti in zona gol, sia nel primo che nel secondo tempo. Confermando, purtroppo per Nicola, l’incredibile capacità di centrare il portiere avversario (di piede, di testa, in acrobazia) dei suoi giocatori invece che mettere il pallone in rete. Una lacuna sempre più evidente, che sta tenendo i rossoblù nella zona più calda della Serie A, costringendo i sardi a respirare un’aria resa sempre più pesante dalla presenza di sette squadre in soli tre punti. “Dobbiamo essere spietati nel tramutare le occasioni che creiamo in gol, ma sono certo che questi ragazzi miglioreranno sempre di più”, ha detto il tecnico di Vigone in sala stampa al termine del match del Penzo. Parole che si ripetono da diverse settimane ma che, nonostante gli innegabili tentativi di migliorare la situazione realizzativa, ancora non stanno producendo i risultati sperati.
Santa Claus
Anche a Venezia si è visto un Cagliari in grado di gestire a proprio piacimento il gioco per quasi 40 minuti, gestendo bene le avanzate del reparto offensivo lagunare con l’ex di turno Oristanio pronto ad accendere la miccia alla prima vera palla utile. Il gol del vantaggio firmato da Zampano ha messo in evidenza un altro difetto già visto in questo girone d’andata, ovvero un preoccupante mix tra la difficoltà nel leggere la situazione a livello difensivo e, soprattutto, la mancanza di coordinamento a livello decisionale sulle marcature. “Vai tu, no vado io, anzi va l’altro”, una tendenza che si è ripetuta addirittura in modo più clamoroso nel raddoppio siglato da Sverko. Uno di quei gol che resteranno, a torto o a ragione, nella top 10 delle reti più tragicomiche tra quelle subite dai rossoblù nella storia recente. Ok che siamo sotto Natale, ma non c’era bisogno di un Cagliari versione Santa Claus. Ecco, se all’ormai atavica sterilità realizzativa si aggiungono anche regali all’avversario come si è visto al Penzo, diventa poi difficile essere positivi e ottimisti allo stesso livello di Nicola e Deiola, come da loro dichiarazioni in sala stampa. “Va accettato con serenità il fatto che al primo errore ci puniscono, consapevoli di sapere che dobbiamo essere più concreti davanti alla porta avversaria”, ha detto il tecnico rossoblù per sottolineare la bontà del percorso fatto fin qui dai suoi giocatori.
Road map
In un dicembre amaro come questo per i colori rossoblù, però, serve comunque calma e raziocinio nell’analizzare con equilibrio una situazione di classifica che vede sì il Cagliari momentaneamente terzultimo, ma ancora con 21 giornate di campionato da giocare. E, soprattutto, con il mercato di gennaio da sfruttare come accaduto un anno fa con Mina e Gaetano, che si rivelarono decisivi per la salvezza. “Non dobbiamo fasciarci la testa ora, il campionato finisce a maggio”, ha giustamente detto Deiola in sala stampa. Però è evidente che la piazza abbia bisogno, in maniera altrettanto giusta e condivisibile, di una risposta tangibile da parte dei rossoblù. Inter e Monza completeranno il girone di andata: sei punti in palio, traguardo che il Cagliari dovrà aggredire per dare un segnale dopo la brutta pagina di Venezia. Una gara totalmente alla portata di Pavoletti e compagni, ma sfilata via dalle mani soprattutto per demeriti propri che per meriti di un avversario che, a dirla tutta, ha mostrato in maniera chiara perché sia stato a lungo il fanalino di coda della classifica. I rossoblù ripartano dalla voglia di gol mostrata dal suo capitano che, dall’alto dei suoi 36 anni appena compiuti, continua a mostrare al mondo la sua voglia di lasciare il segno in Serie A. Fare il meglio possibile contro le due lombarde e poi affrontare in maniera chiara e netta il discorso rinforzi. Puntando sul mercato su un attaccante in grado di finalizzare la gran mole di gioco prodotta da una squadra formata da un gruppo sano e forte, ma ancora probabilmente inconsapevole del suo reale valore.
Francesco Aresu