La nostra opinione sull’ennesima pagina surreale scritta dal calcio italiano.
Avanti con il prossimo fatto utile per arricchire qualche giorno di discorsi, trasmissioni e bacheche sui social. Senza, ovviamente, risolvere nulla e aspettando anzi la prossima nefandezza. Il 20-0 di Cuneo-Pro Piacenza, nel girone A del campionato di Serie C (Lega Pro), non poteva non fare rumore nel mondo pallonaro italiano. Dove pallonaro esplica bene un panorama di fuffa e personaggi in cerca d’autore, in una scenografia di cartone che non sta più in piedi. Anche se tutti noi facciamo finta che non sia così.
Lo stato comatoso non riguarda solo la terza serie. Cambiare il sistema calcio, ridurre gli organici dei campionati, decisioni drastiche, eccetera. Tutte parole che riempiono e riempiranno le bocche un po’ di tutti, ma come sempre è successo si continuerà a vivacchiare. Non semplice qualunquismo, ma fatti che parlano da anni. In ogni stagione la realtà supera la fantasia, e c’è da scommettere che il futuro non negherà evoluzioni succulente agli ultimi capitoli costituiti da squadre agonizzanti dopo poche settimane, calendari in bilico anche a campionato iniziato, decine di partite da recuperare per una singola squadra, gestioni palesemente irregolari (tra stipendi non pagati e fideiussioni non valide) senza essere stangate, fino al Pro Piacenza di turno in campo con 8 giocatori.
Del resto, nel calcio italiano albergano – notoriamente, senza che nessuno fiati – giocatori, allenatori e dirigenti che pagano per stare lì a recitare; personaggi loschi che fanno le peggiori cose intortando genitori e ragazzi, disponibili a qualsiasi cosa pur di far finta di essere parte di questa farsa, come spiegano la contentezza di mamma e babbo nel vedere il figlio che fa tripletta nel 20-0 o quei genitori che non hanno fermato i propri bimbi prima di scendere in campo con la maglia del Pro Piacenza. Ma si può andare avanti all’infinito, e del problema facciamo parte un po’ tutti: i media che pompano il carrozzone chiudendo un occhio; tesserati e tesseranti vessati che amano l’omertà; tutti quelli che quando una squadra (ogni anno ce n’è più di una) vince e va oltre le difficoltà economiche (leggi: irregolarità, in barba agli avversari virtuosi) parlano di favola e miracolo. Ma va tutto bene, perché al tifoso interessa che la palla rotoli, che ci siano risultati, e finché l’evidenza di tutto quanto detto sopra non si palesa e deborda, si può continuare a far finta che vada tutto bene. Salvo poi gridare allo scandalo.
Ci fermiamo qui. Ma il disastro non sembra avere idea di fare lo stesso.
Fabio Frongia