Intervista esclusiva a Salvatore Sechi, presidente della Torres, alla vigilia del derby contro il Muravera: tra i temi trattati il rapporto col mister laziale, le vicende giudiziarie e il degrado del Vanni Sanna.
Una stagione iniziata in modo positivo sul campo, seppur con qualche pareggio di troppo che avrebbe potuto valere qualche posizione più prestigiosa in classifica. Ma alla sua Torres il patron Salvatore Sechi consiglia prudenza, per non farsi travolgere da facili entusiasmi. Lo abbiamo incontrato a Usini, durante l’allenamento della squadra diretta da Mariotti, sotto un incredibile diluvio (come dimostra il video…): tanti i temi trattati, dal campo al mercato, compresa la nota vicenda giudiziaria resa nota da La Nuova Sardegna qualche settimana fa. E con cui comincia l’intervista. (F.A.)
Presidente, la Torres ha iniziato bene la stagione, ma quanto è dispiaciuto per le voci che hanno distratto tifosi e città da quanto accade sul campo?
Sono dispiaciuto fino a un certo punto, perché dobbiamo valutare le cose su piani diversi: il piano sportivo è quello che vediamo tutte le domeniche, la squadra è perfettamente concentrata sul suo obiettivo. Gli aspetti di quell’inchiesta, che è ancora nelle fasi preliminari, riguarda una società che non ha niente a che vedere con questa. Coinvolge altri personaggi, quindi nessun problema. Noi badiamo alla società di oggi e all’aspetto sportivo attuale, che è quello che ci interessa di più.
Il Latte Dolce primo in classifica che effetto le fa? Sta pensando in futuro a fare qualcosa con la seconda squadra di Sassari?
Il Latte Dolce ha costruito una squadra importante e molto costosa, dichiarando degli obiettivi importanti. Per quanto mi riguarda, come ho sempre detto, io guardo alle cose di casa mia: mi fa però piacere che una squadra di Sassari sia al vertice di un campionato che è ancora molto lungo ed equilibrato, sia in testa che in coda. Ancora è presto, comunque faccio i miei complimenti per gli investimenti che hanno fatto.
In estate e anche ultimamente anche il presidente del Foggia, Roberto Felleca ha parlato della Torres: quanto c’è di vero della trattativa che voleva portare avanti con lei?
È tutto vero, Roberto non ha detto nessuna falsità. Ci siamo incontrati, lui aveva un progetto per la Torres che in quel momento ho ritenuto non maturo. Vuole far bene nel calcio e lo sta facendo nel Foggia, sono contento per lui: noi continuiamo a seguire la nostra strada, un percorso prudente che deve consolidare le basi per poter arrivare un domani a categorie più consone alla Torres.
Le condizioni del Vanni Sanna non sono ottimali, il mister Mariotti ne ha parlato in più occasioni. Cosa pensa della struttura? Secondo lei la minor presenza di pubblico allo stadio è dovuta alle condizioni dell’impianto?
Su quest’ultima cosa non sono d’accordo: se si vuole seguire la squadra non ci cono scuse, la si seguirebbe anche nei campetti di periferia. Non vedo una correlazione fra questi due aspetti. Ho fiducia che con i risultati, dato che il calcio si basa su di essi, la gente possa ritrovare il piacere di seguire il calcio dal vivo, non in televisione. Questo lo dico per tutte le categorie e le squadre, ma in particolare me lo auguro per la Torres, perché quest’anno chi viene a vederci giocare si diverte: non ci sono solamente dei giovani che affrontano la partita in maniera garibaldina. Chi viene alla Torres vede bel calcio e assiste a un bello spettacolo. Ho segnalato più volte all’amministrazione comunale lo stato di degrado del campo del Vanni Sanna, specie del terreno di gioco. Spesso anche gli avversari si lamentano, mettendo anche loro in evidenza le condizioni del campo. Speriamo che l’amministrazione possa porre rimedio immediatamente, io ho già dato le mie ricette, che sono quelle di una gestione diretta della struttura sportiva come è sempre stato in decine di anni passati con la Torres. Così ognuno ha la proprie responsabilità. Però qualcosa bisogna fare, le condizioni sono veramente disastrose e questa non è una scusa. Giochiamo con delle difficoltà, questo è fuori discussione.
La Torres ha iniziato bene in campionato e coppa: si aspettava un avvio di questo genere?
Sicuramente il campionato scorso ci ha creato qualche difficoltà, ma non ci siamo abbattuti, così come non mi esalto dopo la partenza importante di quest’anno. Abbiamo ricostruito tutto da zero e abbiamo la squadra con l’età media più bassa di tutto il campionato. Sono molto contento e soddisfatto, perché tramite la mentalità dell’allenatore e la devozione di questi ragazzi per la maglia che indossano ci siamo trovati da subito in una situazione positiva. Però, come dico sempre, dobbiamo stare con i piedi per terra, senza esaltarci e senza fare proclami perché quello che parla è il campo.
Che feeling ha trovato con mister Mariotti? Che personaggio ha trovato?
Quando ho pensato di ricostruire da zero dopo l’anno scorso ho pensato a un allenatore di esperienza. Il filo conduttore della mia decisione è stato quello: quando abbiamo avuto l’opportunità di discutere del progetto di ricostruzione con lui, mi sono reso conto che avevo visto giusto e che sia la scelta più logica per il futuro della Torres, speriamo anche in altre categorie.
Il futuro della Torres è caratterizzato da tanti sassaresi e tanti giocatori del territorio: è questo il fil rouge di un club che vuole ambire ad altre categorie?
Uno dei parametri e delle basi su cui si è fondata la ricostruzione è la territorialità dei giocatori: a differenza di altre realtà, tutti gli elementi, specie i giovani, sono di proprietà della Torres. Non ho accettato prestiti, se non quello del portiere Colombo, classe 2001 arrivato dalla Juventus perché in questi ultimi anni non abbiamo avuto il tempo di creare una scuola di portieri all’altezza della Torres. I giovani sono tutti di nostra proprietà e questo fa capire che il nostro progetto parte e si baserà sulla territorialità e sul settore giovanile, elementi che garantiranno il futuro di questa squadra.
È cresciuta la Torres, ma è cresciuto anche il presidente Sechi: cosa ha imparato dagli errori dell’anno scorso?
C’è sempre da imparare nel calcio, soprattutto per noi presidenti: guardo sempre il passato, gli anni trascorsi nel professionismo e quelli nei dilettanti con la Torres, per guardare al futuro. Bisogna stare sempre con i piedi per terra e accettare i momenti di difficoltà, oltre a saper gestire i momenti in cui si rischia di esaltarsi. Stiamo tranquilli, nel calcio il campo è il giudice infallibile e ci dirà dove siamo posizionati e dove potremo arrivare.
A dicembre apre il mercato: la Torres sta pensando a rinforzi, magari un attaccante? Quali obiettivi si è posto?
La squadra sta andando bene: si è creato un gruppo e spero che, come da progetto iniziale, di creare un ciclo con dei giocatori che caratterizzeranno non solo questo periodo, ma pure quello futuro. Se la Torres avrà bisogno di una mano siamo pronti a dargliela, ma in questo momento siamo soddisfattissimi di tutti i giocatori, dal primo all’ultimo. Se l’allenatore e lo staff tecnico, poi, chiederanno degli interventi noi siamo qua per fare la nostra parte.
dall’inviato Roberto Pinna