Nel momento strabiliante di questo Cagliari, una delle note meno liete è quella relativa al terzino di Zeddiani, ormai ai margini delle rotazioni di Maran.
Trovare una grinza in questo inizio di stagione da incorniciare del Cagliari è difficile. Però lo stesso tecnico Maran, in conferenza stampa dopo la vittoria per 3-2 al Bologna, ha parlato della necessità di continuare a crescere, di non accontentarsi del momento e di lasciarsi trasportare dalla follia e dall’entusiasmo di questo quinto posto in classifica. Ecco, prendendo spunto dalle parole dell’allenatore rossoblù, se dovessimo trovare un passaggio del Cagliari da migliorare a gennaio è la gestione delle seconde linee durante il mercato.
CORTI IN ATTACCO – Simeone e Joao sono una coppia che di partita in partita si conferma sempre più complementare, però mancano oggettivamente delle alternative in panchina. Il Cholito da diverse partite arriva al 70′-75′ con il fiato corto, ma il Cagliari non ha i nomi per spezzare l’andamento della fase offensiva a gara in corso. Forse la cessione di Han è stata prematura, forse si poteva provare a fare crescere Despodov in casa come fatto con Oliva (anche con il Bologna affidabile da subentrato). O forse andava acquistata all’ultimo giro di orologio del mercato una seconda punta d’esperienza disposta a fare panchina.
TANTI TERZINI, MA QUANTI AFFIDABILI? – La gestione un po’ ballerina che salta di più all’occhio però non è l’attacco ma le fasce difensive. In maniera particolare sul lato destro. A inizio campionato Pinna è stato dipinto come il nuovo che avanza. La verità però è che il classe 1997 di Zeddiani è stato buttato nella mischia per un evidente problema di affidabilità fisica degli uomini su quella corsia. Dopo la partita di Coppa e l’esordio in Serie A a Pinna è stata preclusa la possibilità di andare a crescere in Serie B e la società ha iniziato a parlare di nuovo prospetto arrivato dal territorio e di esempio per i giovani sardi. In realtà la situazione si sta dimostrando meno idilliaca. Maran nelle gerarchie ha preferito riportare Faragò a destra dopo anni, adattare persino Nandez a gara in corso e infine ha pensato in più di un’occasione a spostare Pisacane in fascia pur di non schierare Pinna, finito in tribuna per scelta tecnica (insieme a Mattiello, altro caso curioso).
Pare evidente quindi che per il tecnico il ragazzo non è ancora pronto per la Serie A. Ci può stare ma allora perché non mandarlo subito in Serie B senza caricarlo di pressioni e aspettative? Per Pinna ora non sarà facile gestire la situazione fino a gennaio quando probabilmente cercherà spazio in prestito per poi tornare magari pronto per il definitivo salto.
Roberto Pinna