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Filippo Rinaldi in Olbia-Cesena | Foto Sandro Giordano

Olbia | Le pagelle: Rinaldi versione Buffon, attacco in apnea

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I nostri giudizi sull’Olbia di Leandro Greco dopo il match esterno perso 1-0 al Dino Manuzzi contro il Cesena, valido per il ventesimo turno del girone B di Lega Pro.

Rinaldi 7 – Il migliore per distacco tra le fila dei galluresi, senza alcun dubbio. Fin dal principio si sapeva che i giocatori del Cesena, dalla metà campo in su, sarebbero arrivati un po’ da tutte le parti per cercare di colpirlo senza pietà. Se il risultato alla fine della gara recita soltanto 1-0 sul tabellone del Dino Manuzzi è soprattutto per merito suo. Nel primo tempo, compie due miracoli su Saber Hraiech prima e Donnarumma poi. In occasione del gol partita di Corazza, si esalta alla grandissima sul capitano locale De Rose ma sulla successiva ribattuta non può farci nulla. Nella ripresa, stessa sofferenza per la squadra e preghiere affidate all’ex Parma che ancora una volta si dimostra estremo difensore assai affidabile per la categoria, compiendo tre interventi in serie su Berti, ancora su Donnarumma e su Adamo, evitando così un passivo peggiore. Se il numero 1 della formazione di Greco è nel gruppo degli azzurrabili per l’U21 del CT Nunziata un motivo, o meglio, una serie di motivi ci devono pur essere.

Palomba 5,5 – Altro giro, altra corsa. Se nell’ultima del 2023 contro la Spal aveva il compito di contenere un Maistro fuori categoria, all’alba del nuovo anno ecco che per l’ex capitano del Cagliari Primavera si prospettava una altro test di difficoltà elevatissima: contenere un asso di qualità e velocità come Kargbo. Le difficoltà sono tante per il numero 17 dell’Olbia, che non riesce quasi mai a reggere l’urto contro l’ex Reggiana, che spesso si prende gioco di lui in agilità saltandolo, anche grazie alla collaborazione (mancata) in raddoppio di Arboleda, costantemente in ritardo. Prova anche ad arrangiarsi con il fisico ma oggi, con la pressione a mille all’ora del Cesena, non è proprio giornata. All’intervallo Greco lo richiama in panchina per provare a raddrizzarla (dal 46′ Mordini 5,5: entra al posto di Palomba, cambiando così volto alla difesa dell’Olbia già ampiamente in apnea. Si vede che la condizione fisica del numero 7 è ben lontana dai tempi migliori. In fase offensiva, i suoi cross sono una rarità e per giunta poco precisi. In difesa, oltre a prendersi un giallo a venti dal termine, soffre eccome la presenza sia di Berti, subentrato a inizio ripresa come lui, che soprattutto di un Adamo degno del miglior Lichtsteiner juventino. L’impegno non gli manca ma non basta).

Bellodi 6 – Tiro a segno al cinque. No, non è un gioco nuovo e nemmeno un parente alla lontana delle darts. L’ex centrale difensivo del Milan si trasforma in Rinaldi ma senza l’ausilio delle mani, respingendo in almeno tre circostanze a corpo morto i tentativi dal limite dei padroni di casa del Cesena, prima su Corazza e poi sul doppio tentativo di Adamo, tra i migliori nei romagnoli. Pulito nelle chiusure preventive, il 5 con la celeste – quest’oggi – sulle spalle è per distacco il migliore della retroguardia dell’Olbia. In sostanza, leader ritrovato anche senza il risultato pieno.

Motolese 5,5 – L’ex centrale difensivo del Bologna, del terzetto difensivo di Greco, è quello che ha avuto le maggiori difficoltà in fase di contenimento. Sebbene la sua squadra sia stata in difficoltà nelle ultime uscite di campionato, lui era quasi sempre tra coloro che perlomeno non sfiguravano. Invece il Cesena, complice anche la mancata connection con Montebugnoli in marcatura, viaggia con la modalità extra lusso dalle sue parti. E Bellodi, che partiva centrale inizialmente, è costretto spesso e volentieri agli straordinari, tentando di arginare, per quanto possibile, la furia dei bianconeri emiliani.

Arboleda 5 – Apnea è la parola giusta per quest’Olbia in quel di Manuzzi e discorso simile per certi versi lo si può anche per il numero 23. Dalla sua parte il duello con Donnarumma, teoricamente, dovrebbe promettere scintille ma l’ex Cittadella con lui fa il bello e il cattivo tempo, girandogli spesso alle spalle con movimenti continui e pericolosi volti ad attaccare l’area di rigore difesa da Rinaldi. In fase offensiva, pericolosità praticamente nulla e pochissimi lampi con cross che vengono subito spenti in un amen dalla retroguardia avversaria.

Dessena 5 – Per lui era quasi un derby visto che è cresciuto nel Parma. Invece la partita per l’ex Cagliari, fin dalle prime battute, si trasforma non solo in una lotta contro la ricerca della sua miglior versione ma anche contro gli avversari, che lo pressano in modo famelico, sapendo perfettamente che è amante della gestione della sfera. Da un suo pallone perso sanguinosamente in mezzo al campo per merito di un De Rose indemoniato parte l’assalto cesenate per il gol di Corazza, decisivo ai fini del risultato. Nella ripresa, aumenta anche l’intensità e l’agonismo della gara e il numero 4 non riesce a imporsi come solitamente gli riesce.

Biancu 5 – La qualità e la tecnica, concetto detto e ridetto, sono il suo pane quotidiano. Tuttavia, nella battaglia del Manuzzi contro una formazione nettamente superiore come il Cesena, soffre terribilmente il continuo forcing degli avversari. Giocate spesso confuse e poco lucide per il 21 gallurese che, con l’andare della gara, si innervosisce al punto da prendersi anche un giallo evitabile per fallo su De Rose.

Montebugnoli 5 – Prestazione non certo da ricordare per il numero 43 dell’Olbia. In fase offensiva non lo si vede quasi mai e in fase difensiva la connessione con il suo braccetto di riferimento Motolese fa acqua, consentendo ad Adamo e a Berti nella ripresa di viaggiare indisturbati sulla corsia. Non va meglio quando Greco decide di spostarlo a braccetto di sinistra nella difesa a tre, con l’ingresso di Mordini (dal 74′ Schiavone SV: ha solo il tempo, negli ultimi sedici minuti più quattro di recupero del secondo tempo, per presentarsi al suo nuovo pubblico con la maglia dei galluresi senza riuscire a incidere. L’unica certezza, per ora, è che Greco avrà bisogno anche della sua esperienza in mezzo al campo già dalla prossima gara contro la Vis Pesaro).

Contini 5 – Doveva essere la carta a sorpresa per l’attacco gallurese per dare manforte a Nanni e Ragatzu contro una retroguardia particolarmente ostica come quella del Cesena capolista. Greco gli dà fiducia rinunciando a un uomo in impostazione con l’obiettivo di dare vivacità sull’esterno alla terza linea. Il risultato è ben al di sotto delle aspettative. Vero è che i palloni in avanti non sono quasi mai arrivati se non nell’assalto finale ma quando l’Olbia cerca di dare quel minimo sindacale in fase di giro palla sugli esterni, lui non c’è mai o perché nascosto dietro agli avversari o perché i suoi movimenti sono troppo leggibili. (dall’84’ Scapin SV: con l’Olbia che di fatto non tira mai in porta in tutta la gara, Greco lo manda in campo per l’assalto finale alla ricerca del pari ma l’unica sua estemporanea è ritratta in un colpo di testa che termina con una spinta ai danni dell’avversario).

Nanni 5,5 – Si sbatte, si impegna, cerca di farsi largo il centravanti di San Marino. Prova a portare lui la croce in mezzo alle maglie della difesa del Cesena ma, come spesso accade in un calcio moderno costantemente in fase di evoluzione, il fisico è solo uno dei mezzi e non l’unico per imporsi. Il gioco dell’Olbia certamente non lo aiuta, anche perché troppi lanci lunghi per cercare una sua spizzata sono preda prelibata per i centrali difensivi del Cesena, che infatti ringraziano. Oltre alla lotta, il numero 18 ci mette il solito impegno ma nel ruolo di prima punta ci vogliono anche i gol e in questo caso il colpo dell’ex riuscito all’andata rimane purtroppo in canna. E il digiuno continua inesorabile.

Ragatzu 5 – Dov’è finita la magia? Purtroppo è l’interrogativo che si stanno ponendo Greco, il suo staff, la dirigenza e quasi certamente anche i tifosi dell’Olbia. All’andata, insieme a Nanni, l’aveva decisa e aveva fatto delirare tutto il popolo gallurese per quello che poi, dal derby d’andata contro la Torres, sarebbe diventato un percorso alquanto incidentato e pieno di trappole. Venendo all’attualità, la partita del numero 10 si racchiude in poche e rare estemporanee sulla corsia mancina con scatti non sempre efficaci. L’ex Cagliari, inoltre, era atteso dalla sfida a distanza con Corazza tra cannonieri dell’ultimo girone B. Alla fine a spuntarla è proprio il centravanti del Cesena.

Allenatore Leandro Greco 5,5 – Il momento è di quelli complicatissimi ma questo lo si sapeva già. Ciò che balza agli occhi, tuttavia, è il forte nervosismo nel secondo tempo mostrato dal tecnico dell’Olbia. Schiuma rabbia l’ex vice di Bisoli al Sudtirol, impotente e per giunta molto deluso di fronte a una squadra che non carbura, che non è mai pericolosa, che compie troppi errori tra passaggi e giro palla sterile e che cade persino nei giochi mentali di un avversario, il Cesena, che sa leggere perfettamente i momenti della partita, da quelli di maggiore qualità a quelli dove la gara va addormentata. L’unica forse vera consolazione è che la formazione avversaria si mangia tutto il mangiabile davanti alla porta di Rinaldi, unico raggio di sole sotto la pioggia, atmosferica e non solo, del Dino Manuzzi.

Fabio Loi

TAG:  Olbia Serie C
 
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