I nostri giudizi sul Cagliari che vince per 1-2 in trasferta contro il Monza nel 19° turno del campionato di Serie A.
Scuffet 6,5: si distende al massimo sul rigore di Caprari, ma il tiro è angolato e non può fare di più. Una parata su Sensi strappa applausi – anche se il gioco era virtualmente fermo – ma è soprattutto quella su Pereira che protegge il vantaggio a essere decisiva, oltre al tiro-cross all’ultimo respiro di Birindelli. Probabile ultima in rossoblù prima di volare direzione Napoli giocata da professionista vero.
Zappa 6: soffre poco e nulla e potrebbe spingere qualcosa in più, ma decide di stare più sulle sue. In sostanza esegue il compito senza infamia e senza lode, dimostrando maturità pur se non ruba l’occhio.
Mina 7: leader assoluto a tal punto che anche con una caviglia malandata decide di giocare sul dolore per aiutare il collettivo risultando decisivo anche sul rosso a D’Ambrosio. Come prestazione è il solito condottiero, poca filosofica nonostante lo stoicismo. Non lascia mezzo centimetro a Caprari e comanda i compagni come da abitudine.
Dal 67′ Palomino 6,5: entra l’argentino per mantenere alto il livello di leadership e personalità nel probabile assalto brianzolo, fa ciò che deve e lo fa alla perfezione.
Luperto 7: pulito e sereno, ogni volta che Mota passa dalle sue parti non trova altro che la sua gamba a fermarne le intenzioni. Che sia il portoghese o altri attaccanti la situazione resta identica, esce palla al piede e rilancia l’azione quasi senza sporcarsi o sudare. Manuale di tempismo ed efficacia, neppure Djuric riesce a cavarne piede.
Obert 7: come il compagno sul lato opposto potrebbe dare maggiore spinta e a tratti ci prova, ma senza la giusta cattiveria. Comunque regge difensivamente in una fascia dove il Monza attacca con maggior forza e uomini. Poi, improvvisamente, decide di ergersi a protagonista ed è da una sua transizione petto in fuori e testa alta che nasce il gol da tre punti.
Zortea 7: lascia sempre la sensazione di poter fare molto di più con il famoso cent che manca per arrivare all’euro necessario. Poi, all’improvviso, tira fuori dal cilindro una conclusione mancina da fuori area che batte Turati e rimette in sesto una gara complicata. Si sacrifica in copertura, prova a dare supporto in avanti crescendo con il passare dei minuti e portando a casa ben più della classica pagnotta.
Makoumbou 6,5: vero che causa il rigore del momentaneo 1-0 per il Monza, ma pur se ingenuo è tanta la sfortuna che lo rende imputato nell’episodio. Nonostante ciò si rialza, novità rispetto al passato, e mette in campo una prestazione più che sufficiente fatta di pulizia e di tanto, tantissimo lavoro sporco. Domina la mediana pulendo una quantità infinita di palloni in mezzo al campo.
Dall’85’ Marin SV: mette la sua qualità al servizio del finale complesso.
Adopo 6,5: moltissima quantità, per la qualità cercare altrove. Troppe volte perde un tempo di gioco, altre ancora effettua la scelta sbagliata o commette errori nel passaggio anche più semplice. Però la sua presenza alla voce fisicità si fa sentire e non poco, compensando i difetti in pulizia. Tanto che è da una sua chiusura che parte l’azione del gol vittoria, dettaglio da mezzo punto in più in pagella.
Felici 6,5: prima da titolare in Serie A e ovviamente con la maglia rossoblù, la sua prima mezz’ora in campo mette sul tavolo la domanda del come sia possibile che sia arrivato solo ora l’esordio dal primo minuto. Mette in difficoltà la difesa avversaria, ha faccia tosta e voglia, regala a Zortea il pallone del pareggio con un’azione personale che prepara tutto il resto dopo aver preso una traversa in apertura che grida vendetta. Insomma, risponde presente a voce alta pur se alla distanza cala.
Dal 74′ Augello 6: un quarto d’ora di lotta e di governo che disputa con la consueta affidabilità.
Viola 7: la prima mezz’ora è da manuale del trequartista perfetto, non sbaglia mezzo pallone e mezza scelta risultando il migliore dei suoi per distacco. Ha qualche pausa fisiologica, ma alla fine ogni volta che il Cagliari si distende è perché lui è presente nel gioco e giostra palloni con i tempi giusti. Dopo tre di fila in panchina e con solo qualche minuto contro l’Inter, il suo ritorno è linfa vitale da tre punti.
Dall’85 Pavoletti SV: sportellate e via, fino al fischio finale.
Piccoli 7: sembra l’ormai classica prestazione da cavaliere solitario che come una mosca chiusa in un barattolo si sbatte alla ricerca d’aria (e palloni) per poi finire per essere sostituito stremato. Invece sfrutta perfettamente il cioccolatino di Obert in verticale, una scelta da lancio del telecomando – i compagni parevano meglio piazzati – che si trasforma in un gol da attaccante vero, potenza e precisione che lasciano senza scampo Turati. Esce sì distrutto anche oggi, ma con una rete all’attivo che regala una vittoria scacciacrisi.
Dal 74′ Lapadula 6: solita prestazione di salti fuori tempo e falli abbastanza inutili, finché anche lui si scontra con la legge del palo rossoblù. È bravo nel prepararsi il diagonale, è bravo nel tiro secco e preciso, ma il legno non è amico e la tensione resta viva senza il suo 1-3. È vivo, comunque.
Nicola 6,5: scelte logiche e di buon senso, difesa a quattro, Felici finalmente titolare e Viola come numero 10. Viene premiato dai protagonisti, così come da una prestazione magari non esaltante, ma attenta e sporca quanto serve per portare a casa la vittoria in uno scontro che non chiedeva altro. Tre punti che fanno respirare, fondamentali in una giornata fatta di tanti scontri diretti, tre punti che – chissà – salvano la sua panchina da pericolosi traballamenti. La squadra c’è, è indubbio, la sfortuna è ancora lì (due pali), ma almeno questa volta ci sono anche cinismo e capacità di soffrire capendo i momenti. Ora la missione è solo restare sulla stessa scia, il vero problema del Cagliari già prima del suo arrivo.
Matteo Zizola