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Le Pagelle di Lazio-Cagliari: Nicola risorge, Mina e Makombou però non bastano

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I nostri giudizi sul Cagliari che ha perso per 2-1 contro la Lazio nella gara che ha chiuso l’11° turno di Serie A all’Olimpico di Roma.

Scuffet 5: il periodo no continua e bastano due minuti per confermare le sensazioni negative già viste contro il Bologna. La punizione di Pellegrini rimbalza sì davanti a lui, ma è lenta e di facile lettura e non giustifica la respinta su Dia. Anche successivamente appare poco reattivo sul palo colpito da Castellanos, ulteriore indizio di un portiere non in salute. Fa il massimo sul rigore, ma Zaccagni è preciso.

Zappa 6,5: Noslin è cliente che può essere pericoloso, ma non si vede e non la vede mai. Tiene bene la posizione, buoni i tempi di intervento e anche quelli in appoggio alla manovra, mette in campo una prestazione pulita e ampiamente sufficiente. Cosa che non cambia quando Baroni sceglie altre soluzioni.

Mina 7: con Castellanos non sembrano raccontarsi le favole della buona notte e probabilmente il linguaggio tra i due è da censura, ma oltre le parole il colombiano mette anche tanti, tantissimi fatti. Vince ogni singolo duello, marca e copre, in sostanza si mette in tasca uno degli attaccanti più in forma del campionato. Peccato per il rosso, paga la serata no di un arbitro che perde completamente di mano la gara.

Luperto 7: è un manuale di costanza sia nel bene che nel male. Così come contro Udinese e Bologna ha subito due dribbling e gol conseguenti praticamente identici, ecco che contro la Lazio torna il difensore pulito, elegante ed efficace ammirato prima delle ultime due gare. Non è appariscente, ma la sostanza è reale. La ciliegina sulla torta il doppio salvataggio che ritarda il 2-1 laziale.

Augello 6: soffre Isaksen spendendo anche un giallo che riesce a gestire con esperienza, nel complesso solita prestazione pessottiana alla quale ha abituato. Ossia, tanta corsa e la sensazione che su di lui si può sempre contare pur senza picchi che fanno strabuzzare gli occhi. Dal 68′ Obert 6: difficile giudicare la prestazione di chi entra e dopo dieci minuti si ritrova con la squadra in nove. Fa il suo tenendo botta nel finale in doppia inferiorità.

Zortea 5: molto importante nel lavoro senza palla, altrettanto in difficoltà in quello con. Chissà se i tempi natalizi che si avvicinano gli hanno messo la voglia del tiro al bersaglio, ma ogni suo tentativo di cross colpisce l’unico avversario in zona senza mai arrivare in area. E, visto che anche il tempo dei regali si avvicina, dorme sul pallone vagante regalando il rigore a Pellegrini. Dal 78′ Felici sv: poco tempo e situazione che non aiuta, prova a dare sostanza nonostante tutto pur perdendo un pallone ingenuo che rischia di portare al 3-1.

Adopo 5,5: il giallo in apertura è intelligente ma pesante, soprattutto con la memoria del doppio cartellino del suo compagno di reparto odierno al Friuli. Resiste alle tentazioni e gestisce bene la Spada di Damocle senza che la lama affondi, mettendo al servizio della squadra sostanza, tranquillità e giocate anche rischiose ma che pagano. Rovina tutto con l’applauso che lascia la squadra in nove, un’ingenuità non necessaria.

Makoumbou 7: non si risparmia nel lavoro di equilibratura, anzi. È uomo ovunque in mezzo al campo, nonostante abbia quei soliti difetti che rispondono al non saltare sulle palle alte, alle difficoltà nel tiro da fuori – la ciabattata del primo tempo lo conferma – fino alle verticalizzazioni che mancano. E che servirebbero e avrebbe nelle corde, tanto che quando decide di mettere la palla tra le linee arrivano occasioni e il pareggio. Insomma, cresce, ma può crescere molto e molto ancora.

Luvumbo 7: torna al gol, se verrà confermato suo, dopo una vita che non segnava. Ma non è tanto l’aver segnato, quanto l’intelligenza della sua prestazione a dover essere premiata. A parte il fallo ingenuo che porta alla punizione dell’1-0 Lazio, il resto è sacrificio tattico e di spirito, scelte corrette, gestione dei momenti, voglia di dimostrare uno step di crescita mentale. Missione riuscita. Dall’84’ Palomino SV: entra con la squadra in nove e limita i danni con esperienza e senso della posizione.

Gaetano 5,5: fatica nel trovare la posizione e nell’entrare nel vivo del gioco, anche se alcuni sprazzi sono quelli che ci si aspetta da lui. Non è ancora nemmeno vicino a ciò che si attendeva, eppure i segnali iniziano – pur se piccoli – a esserci. Passo dopo passo il vero Gaetano arriva, ma ancora non basta. Dal 68′ Viola 6: prova a tenere alto morale e gioco nonostante la doppia inferiorità, ci riesce quanto possibile.

PIccoli 5,5: tanto lavoro, tante sportellate, altrettanto egoismo. Certo, quando un numero nove non vede la porta con frequenza tende a cercarla anche quando non deve, la voglia di gol troppa per non pensare a se stesso. Però in due occasioni esagera, che poi sono le uniche due nelle quali ha chance personali. E in sfide che si decidono sui dettagli limare questo aspetto è doveroso. Dall’84’ Deiola SV: ha l’incredibile chance per pareggiare con un tiro da fuori, ma perde un tempo di gioco con uno stop difficile. Niente di grave, perché in fondo la sua grinta vale per due e riduce metaforicamente l’inferiorità numerica.

Nicola 7: il suo Cagliari perde più per difetti strutturali che per sue scelte errate, anzi. La migliore prestazione stagionale considerando l’avversario, ma non solo. La sua squadra prende gol per colpe individuali, ma non si sfalda mai, anzi. Un tempo lo svantaggio dopo due minuti all’Olimpico avrebbe portato a imbarcate o ricerca di portare al novantesimo il minimo svantaggio, oggi davvero si è visto un gruppo sfacciato e con l’idea di colpire nonostante le difficoltà. Un passo avanti concreto che non porta punti, ma che deve portare consapevolezza. Per non restare una prestazione inutile, per non fare nuovamente passi indietro.

Matteo Zizola

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