I nostri giudizi sul Cagliari di Davide Nicola che ha pareggiato 1-1 nel lunch match contro la Juventus valido per il settimo turno della Serie A.
Scuffet 7: intuisce il rigore, ma la conclusione di Vlahovic è ben angolata e non può fare di più. A volte poco elegante, comunque efficace, risponde presente con una parata tanto importante quanto difficile evitando il 2-0 di Koopmeiners. Si ripete su Vlahovic nella ripresa, per poi compiere una respinta centrale sulla quale il serbo lo grazia. Ha ritrovato fiducia.
Zappa 6,5: il suo avversario diretto è forse quello meno pericoloso, il giovane Mbangula comunque può far male e con attenzione evita problemi. Certo, a volte sembra sempre sul punto di fare la frittata, ma di riffa o di raffa non rompe quasi mai le uova. Con Yildiz in campo la questione potrebbe complicarsi, ma al contrario forse addirittura migliora la sua prestazione. Manca un po’ di tecnica, ma si può perdonare.
Mina 7,5: fin dai saluti di rito si ha l’idea che la sfida con Vlahovic sarà interessante per sconti e parole. Infatti così accade, il serbo riesce a batterlo solo grazie al rigore e per il resto si fa innervosire e annichilire dal centrale rossoblù. Quando si trova di fronte attaccanti di questo tipo è un gigante, lo dimostra ancora una volta mettendosi in tasca il nove bianconero. Da leader anche sul rigore, consegna palla a Marin e tranquillizza Piccoli. Il migliore.
Luperto 7: sfortunato su un rigore che lascia dubbi, fatica anche in costruzione oltre a diventare obiettivo di Vlahovic quando cerca di evitare il contatto con Mina. Perde alcuni duelli che potrebbero portare a danni superiori, poi nella ripresa entra il solito centrale attento e deciso e la musica cambia. Forma con il compagno un duo efficace, Nicola ha trovato la sua coppia che non scoppia, anzi sono gli avversari a perdere la sfida.
Obert 6,5: se la cava soprattutto con le cattive – trattenuta qua, trattenuta là – su un Conceicao in forma e dal passo diverso. Però ha passaggi a vuoto clamorosi, come quando dopo l’1-0 pronti via inciampa regalando l’occasione alla Juventus o ancora nell’addormentarsi su una palla vagante rischiando il rigore. Nella ripresa soffre oltremodo il passo diverso del portoghese, ma poi esce alla distanza con tre episodi chiave: secondo giallo provocato, palo che poteva farlo diventare eroe e diagonale salva risultato su McKennie.
Zortea 6: gara di sacrificio, è lui che spesso e volentieri deve ovviare al calcio posizionale di Motta che ha in Cambiaso il suo grimaldello tra le linee. Lo segue ogni volta che può e riesce a limitarne il raggio d’azione, paga però in efficacia nella corsa in avanti che perde di continuità e guizzo. Nel complesso, però, sufficiente. Dal 77′ Kingstone SV: qualche difficoltà in uscita lì sull’esterno, alla fine però il suo ingresso crea i presupposti (soprattutto mentali) per il colpo gobbo.
Adopo 6,5: quando c’è bisogno dello strappo è lui a prendere palla e dare la scintilla in mezzo. Vince il duello di fisico con Thuram, a volte potrebbe fare scelte più efficaci ma è il classico pelo nell’uovo di una prestazione nuovamente convincente. Da uomo atteso alla condizione ottimale fino a diventare imprescindibile nella mediana. Al contrario di Parma cala alla distanza perdendo lucidità e palloni spinosi. Dal 77′ Deiola 6: primi due tocchi e primi due errori, la differenza tecnica con Adopo è disarmante. Però, alla fine della fiera, è lui che si inserisce senza palla e serve Piccoli nell’azione del rigore decisivo.
Makoumbou 6,5: trotterella sì, ma con quanta serenità, qualità e freddezza. Se c’era bisogno di un terzo indizio a fare la prova, dopo Cremonese e Parma anche contro la Juventus conferma di essersi ritrovato. Purtroppo manca la ciliegina sulla torta, ossia la verticalizzazione decisa come quando non riesce a servire Piccoli pur avendo campo quasi aperto. Ma nel complesso la sua gara è buona, buona davvero. Dal 65′ Marin 7: entra in sordina, quasi non si vede e ci mette un po’ a trovare la posizione. Poi però c’è un rigore che ha un peso enorme, lui lo calcia con freddezza e precisione meritandosi una valutazione alta senza se e senza ma. Non contento sale in cattedra con la Juventus in dieci, mettendo fosforo e intelligenza in ogni giocata.
Augello 6,5: spinge e tiene, aiuta Conceicao e prova anche a servire cross invitanti. Da un suo pallone Piccoli avrebbe potuto colpire, così come il suo su e giù è una delle cose migliori viste tatticamente nel pomeriggio di Torino. Sorpresa di giornata al posto di Luvumbo, risponde presente.
Dal 57′ Luvumbo 6: non riesce a incidere pur se potrebbe, però alla fine la sua presenza costa patemi agli avversari e tanto basta. La sensazione è che non sia libero di testa, il gol manca e la volontà di seguire le indicazioni in non possesso lo limita nella fantasia. Ma se i risultati sono questi bene così.
Viola 6,5: i palloni che contano passano dai suoi piedi, tecnica e intelligenza e tanto lavoro sporco. La seconda consecutiva da capitano non è un caso, la sua presenza è davvero una carica di mentalità decisiva. La ripresa lo vede in calo, l’ingresso di Fagioli lo lascia in confusione nella fase di non possesso e esce comunque da sufficienza ampia. Dal 57′ Gaetano 6,5: freschezza e tecnica che aiutano nella spinta verso il pareggio. A volte è precipitoso e va troppo di fretta nella giocata, ma il suo ingresso è linfa vitale per l’ultima mezz’ora. Non è un caso che arrivi il pareggio, la condizione sta crescendo e si vede.
Piccoli 7: si sbatte tanto, davvero davvero tanto. Centravanti moderno, tiene sulle spalle tutta la fase offensiva e la prima pressione, sacrificio totale e poca lucidità negli ultimi venti metri. Egoista in due occasioni, ma decisivo in quella del rigore con l’anticipo su Douglas Luiz che vale un punto e tanto di più a livello mentale. Certo, dovrebbe essere più incisivo davanti, ma non gli si può chiedere di cantare, portare la croce e perfino essere cinico. Tempo al tempo.
Nicola 7,5: partita ranieriana nella gestione di tempi e momenti, con cambi giusti, consapevolezza che portarla al finale in bilico avrebbe potuto riservare sorprese e così via. Ma rispetto al predecessore è un Cagliari che gioca a testa alta e petto in fuori anche a Torino, nessuna paura, anzi. C’è da soffrire e si soffre, ma senza fare da sparring partner che non ha possibilità di vincere sul ring. Anzi, quasi fa il colpaccio finale, in una gara che porta un punto meritato per atteggiamento, voglia e consapevolezza dei propri mezzi. Meglio non cantare vittoria, ma l’era Nicola potrebbe essere davvero iniziata.
Matteo Zizola